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Il rocker dei diritti: Piero Pelù riceve il premio Queer festival per l'impegno sui temi Lgbtq+

All'inaugurazione del Florence Queer Festival, in programma dall'11 al 16 ottobre al cinema La Compagnia di Firenze, il cantante: "Vedo degli tsunami di ignoranza violenta nella società"

di GIOVANNI BOGANI -
12 ottobre 2022
Piero Pelù 2 (1)

Piero Pelù 2 (1)

Si è aperto ieri, martedì 11 ottobre, a Firenze il Florence Queer Festival, rassegna di film a tematiche Lgbtq+. Fino a domenica 16 ottobre, sullo schermo del cinema La Compagnia si vedranno pellicole, si incontreranno autori, si discuterà. Si parlerà di tutti i diversi modi in cui vivere la propria sessualità. All’inaugurazione del festival – diretto da Bruno Casini e da Barbara Caponi – un ospite a sorpresa: Piero Pelù. Il rocker ha ricevuto il premio Queer festival per la sua attenzione verso le tematiche in questione. Pochi minuti dopo la consegna del premio, lo abbiamo incontrato.

Piero Pelù riceve il premio "Queer festival". Qui un concerto con i Litfiba (FOTO M. BARBAGLIA)

Diritti delle donne, attenzione verso le diversità sessuali, inclusione. A che punto siamo secondo lei, in Italia, per il riconoscimento dei diritti di ciascuno? "I temi Lgbtq stanno avendo, in questi tempi, il giusto risalto mediatico. Però, dal punto di vista della comprensione di gran parte della politica, non ci siamo. E vedo degli tsunami di ignoranza violenta nella società. Vedo una recrudescenza di atteggiamenti intolleranti e violenti. C’è un'intolleranza che affonda le radici nella tv commerciale, diciamo di origine lombarda". Intolleranza diffusa, dice? "C’è una violenza sempre più forte verso alcune frange, che si riversa verso i più deboli. Mi viene in mente Willy Monteiro. Ma ci sono anche gesti di intolleranza sempre più violenti verso gay e lesbiche, anche solo verso chi va per la strada a braccetto col proprio compagno o con la propria compagna". Nella canzone "Fossi foco", che parafrasa Cecco Angiolieri, canta: "Sono uomo e sono donna, sono lesbo e sono gay, Noi siamo come siamo e sono anche c*** miei", attirandosi contro anche diverse polemiche. "Quando scrivo non mi pongo il problema di come la cosa sarà recepita: non per mancanza di responsabilità verso quello che scrivo. Ma quando si parla dei diritti fondamentali delle persone a esistere, e non a resistere, non mi pongo limiti di forma. Già ho problemi a far scorrere la penna, se mi pongo anche il problema di come sarà recepita, non scrivo più!".

Piero Pelù con la t-shirt in cui si leggono i versi di "Fossi foco"

Qual è il compito della cultura, della società oggi? "La parola chiave è proprio quella: cultura. Un popolo ignorante è più facilmente manipolabile. Diventa più semplice indicare come nemici gli ‘altri’: oggi quelli pubblici possono essere la comunità Lgbt, domani gli ebrei, o gli arabi, o gli oppositori. L’amore per il quieto vivere della borghesia porta a non vedere questo problema. Ed è vero che ci sono altri problemi che ci assillano: il problema delle bollette, del mutuo, degli ospedali che funzionano sempre peggio… Ma se per dedicarci alla soluzione di quei problemi le libertà personali devono rischiare l’oblio, vuol dire che questa società è ancora più malata di quello che ci ha mostrato fino ad oggi. Le libertà personali sono intoccabili". I diritti personali sono sotto attacco, secondo lei? "Sarà compito nostro tenere alta l’attenzione delle persone, anche attraverso la musica, l’arte, l’informazione, perché lo tsunami della barbarie non travolga tutto e tutti".