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Il comandamento di Manuel Agnelli: "Ama il prossimo tuo come te stesso"

Tour da solista e teatro nel futuro del leader degli Afterhours. Ripensando agli esordi confessa: "Ho iniziato a fare arti marziali perché per suonare ci menavamo"

di GIOVANNI BALLERINI -
11 dicembre 2022
Il compositore e musicista Manuel Agnelli (Instagram)

Il compositore e musicista Manuel Agnelli (Instagram)

"Chiamare il mio nuovo album 'Ama il prossimo tuo come te stesso' è un modo potente e provocatorio di concentrare in una frase quello che c’è nel disco. Rende bene il clima di quando ho scritto questo disco, cioè durante il lockdown. Con una gestione del tempo più lenta, più dilatata ho avuto molto tempo per riflettere. Ho pensato alle cose che stanno succedendo nel mondo, a me, al rapporto che avevo con le altre persone ed è venuto naturale chiamare il disco con una frase significativa. 'Ama il prossimo tuo come te stesso' è un concetto che non è mai diventato retorico e non lo è soprattutto adesso e racconta bene il mio rapporto verso l’esterno e, visto che in copertina c’è la mia faccia che brucia, sembra suggerire con una certa ironia e un sorriso rock: se è così che lo ami è meglio che lasci perdere il prossimo tuo". Chiude il 2022 e apre il 2023 in bellezza Manuel Agnelli.
La cover del nuovo album di Manuel Agnelli

La cover del nuovo album di Manuel Agnelli

Il leader degli Afterhours ha scelto di titolare in modo biblico il nuovo album, che sancisce l’avvio della sua avventura solista. Attualmente il vocalist, compositore e polistrumentista meneghino, classe 1966, è in tour con la super band che vede la cantautrice e polistrumentista Beatrice Antolini al pianoforte, synth pad e basso, Giacomo Rossetti dei Negrita al basso, Frankie e DD dei Little Pieces of Marmalade, rispettivamente alle chitarre e alla batteria. Le prossime date sono: l'11 dicembre all'Alcatraz di Milano, il 14 all'Orion di Roma, il 16 al Vox di Nonantola a Modena, il 17 al Mamamia di Senigallia (Ancona) e il 22 all'Ogr di Torino.
Manuel Agnelli (Foto: Hugo Weber)

Manuel Agnelli (Foto: Hugo Weber)

Manuel, che fine hanno fatto gli Afterhours? "Al momento il progetto è in pausa, è congelato. Un po’ tutti continuano a essere musicisti di talento e di personalità, con un suono molto definito, ma ognuno di loro ha i suoi progetti paralleli. Non volevo che il gruppo diventasse un ensemble che lavora insieme nell’intervallo fra i tanti altri progetti. Per questo ho tentato questa nuova avventura che mi dà nuova linfa dal punto di vista creativo, una nuova libertà professionale e che vede accanto a me nuovi musicisti. Con gli Afterhours ripartiremo solo quando avremo da dire qualcosa di interessante da esprimere collettivamente e con una priorità assoluta". Intanto va avanti da solo, come Manuel Agnelli? "Logico, visto che in fondo ho scritto la maggior parte dei pezzi e mi sono sempre fatto carico anche della parte manageriale e organizzativa del gruppo, non faccio fatica a vedermi da solo. Gli Afterhours esisteranno quando l’amore per il progetto li farà esistere di nuovo". Prosegue il tuffo nei nuovi suoni? "In realtà il disco l’ho registrato tutto da solo, indipendentemente dai musicisti che l’avrebbero suonato dal vivo. Ho scelto i musicisti per l’energia e l’emotività che esprimono e che trasmettono anche al pubblico". Pensa a breve di tornare protagonista in tv? "Ho un progetto in mente, ma l’anno prossimo, almeno fino all’estate, sarò occupato come protagonista in 'Lazarus', il musical ideato da David Bowie, che ha scritto tutte le musiche e, con il drammaturgo irlandese Enda Walsh, il testo. Lo stesso Walsh supervisionerà la versione italiana di questa opera contemporanea che debutterà in Italia con la regia e i testi di Valter Malosti, io sul palco nei panni di T. J. Newton e altri attori. Ecco le prime date: 22-26 marzo 2023 Teatro Alessandro Bonci Cesena, 29 marzo – 2 aprile Teatro Storchi Modena, 5-7 aprile Teatro Amintore Galli Rimini, 12-23 aprile Teatro Argentina Roma, 26-30 aprile Teatro Arena del Sole Bologna, 3-14 maggio Teatro Mercadante Napoli, 18-20 maggio Teatro LAC Lugano, 23-28 maggio Piccolo Teatro Strehler Milano e 6-18 giugno Teatro Carignano Torino".
Manuel Agnelli è nato a Milano il 13 marzo 1966

Manuel Agnelli è nato a Milano il 13 marzo 1966

Dicevamo, niente tv quindi per un po’? "Sì, ma sto facendo un po’ di radio su Radio24. Il programma si chiama 'Leoni per Agnelli', ci metto metto un po’ in musica, il mio mondo, invito un sacco di artisti e personaggi diversi. Da Michele Serra a Mauro Pagani, Vasco Brondi o Dario Brunori. Motta o sportivi come Massimo Mauro. E’ un’occasione per parlare dell’attualità, filtrato dalla musica, ma non per forza". Dalla musica alla tv, dal palcoscenico alla radio, tutto quello che fa insomma le riesce bene? "Diciamo che sono diventato bravo a promuovere le cose che mi riescono bene. Vengo da una stagione molto fortunata, che è quella dei primi anni Ottanta a Milano in cui c’era una commistione, un mix di personaggi che venivano da ambiti completamente diversi. Fotografi, pittori, designer, musicisti, architetti, cineasti, produttori e tanti altri creativi. Ci incontravamo in diversi luoghi contaminandoci positivamente, raccontandoci come lavoravamo in diversi settori. Io ho un po’ imparato, mi sono appassionato a qualcosa di tutte queste professioni al di fuori della musica. Per questo non ho ritegno a sperimentare, mi diverto a pensarmi libero anche da questo punto di vista. Tutto rientra e arricchisce il mio fare musica, il mio modo di pensare e creare". Come si trova nel mondo del rock? "E’ come tutti gli altri ambiti, ci sono un sacco di persone fantastiche e altrettanti imbecilli. Alla fine il musicista, come formazione spesso purtroppo è un idiota, si dà tante scuse, spesso è incapace nella vita reale di prendersi delle responsabilità e per questo è spesso difficile portare avanti dei progetti e soprattutto goderseli. Salta insomma per tanti la parte ludica della musica, quello per cui siamo fortunati a fare un lavoro come questo. Poi per fortuna ho trovato colleghi meravigliosi con grande capacità di analisi e auto analisi, di sperimentazione". Che effetto le ha fatto vincere il David di Donatello e il Nastro d'Argento per la miglior canzone originale con "La profondità degli abissi", brano del nuovo disco prestato alla colonna sonora del film "Diabolik"? "Sono molto orgoglioso di questo premio. Penso sia il coronamento di un percorso che ho fatto ed è bello doppiamente, visto che è la prima volta che scrivevo qualcosa su commissione. Mi ha fatto capire anche la stima alla fine ho intorno a me. E’ una cosa da non dare per scontato, ma neanche rifiutare da vedere a una certa età è giusto cominciare a godere le cose che si fanno".
Manuel Agnelli (Foto: Hugo Weber)

Manuel Agnelli (Foto: Hugo Weber)

Lei è mai sto vessato o non accettato nel suo lavoro? "Agli inizi sì. Un po’ la cosa era quasi cercata visto che eravamo un po’ dei situazionisti e uscivamo sul palco vestiti da bambine con le gambe pelose e le treccine, suonando roba che per l’Italia del tempo era davvero terrorismo sonoro. Del resto anche i miei ultimi dischi sono piuttosto difficili rispetto alla media di quanto viene oggi prodotto". Musica intelligentemente di confine? «Sì, i primi anni eravamo dall’altra parte del confine. Ho iniziato a fare arti marziali perché per suonare ci menavamo. Le pratico da una vita perché spesso la gente diventava molto aggressiva con noi, ci rifiutava".
Il compositore e musicista Manuel Agnelli

Il compositore e musicista Manuel Agnelli

E lei si è sempre difeso? "Non è che ci picchiavamo tutti i giorni, ma sicuramente essere in grado di difendermi mi ha dato una naturalezza nell’essere quello che volevo sul palcoscenico. Sembra una cosa preistorica, un po’ lo è, ma era quella la realtà in cui ci muovevamo. E poi le arti marziali danno disciplina, cultura dell’esercizio, consapevolezza, che sono importanti nella vita". Grazie alle arti marziali è ancora in grande forma? "In questo periodo, quando posso mi alleno ancora abbastanza frequentemente e con intensità. Ultimamente, fra le prove e il tour non ci riesco molto, ma cerco di mantenere una certa costanza, a divertirmi, al di là delle prestazioni. Dopo tanto savate, ho iniziato ultimamente a fare lotta e jujitsu che era una disciplina che mi mancava. Iniziare dopo i cinquanta è dura, ma tecnicamente è meraviglioso, una partita a scacchi".