Serie tv a Venezia: quando il piccolo schermo ruba la scena al cinema

Da “M. - Il figlio del secolo” al premio Kinéo a Ibrahim Çelikkol, attore turco protagonista di molte serie di successo tra cui “My home my destiny” con Demet Ozdemir, il Lido legittima artisticamente la serialità e ne fa un modello di innovazione (alla faccia del cinema)

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
8 settembre 2024
"M. Il Figlio del Secolo"

"M. Il Figlio del Secolo" la serie tv tratta dalla serie di romanzi di Scurati

Inutile girarci intorno: le serie tv sono riuscite ad abbattere i confini del piccolo schermo, trasformandosi in un laboratorio sperimentale per il cinema. Lo stesso direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera, non ha tardato a sottolineare l’importanza di queste produzioni, definendole veri e propri “film lunghi” che arricchiscono il programma del festival.

Non a caso, l’edizione numero 81 della Mostra ha visto protagoniste ben quattro serie presentate in anteprima.

Le serie tv a Venezia: da “M. – Il figlio del secolo” a “Families Like Ours”

A spiccare è stata M. – Il figlio del secolo, una serie Sky Original diretta da Joe Wright e basata sul romanzo storico di Antonio Scurati. La trama ripercorre l'ascesa politica di Benito Mussolini, interpretato da Luca Marinelli, e si concentra sul periodo dal 1919 al 1925, culminando con il famoso discorso parlamentare dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti. Un ritratto di Mussolini carismatico e istrionico, accompagnato da una colonna sonora d’eccezione firmata da Tom Rowlands dei Chemical Brothers.

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Tra le serie sul red carpet anche “Disclaimer” di Alfonso Cuarón, un dramma psicologico con Cate Blanchett nei panni di una giornalista la cui vita viene sconvolta dal ritrovamento di un libro che rivela segreti del suo passato. 

"M. Il Figlio del Secolo"
"M. Il Figlio del Secolo" la serie tv tratta dalla serie di romanzi di Scurati

Spazio anche a Rodrigo Sorogoyen con “Los Años Nuevos”, una serie spagnola che esplora una relazione amorosa attraverso dieci Capodanni. Il danese Thomas Vinterberg, noto al pubblico più attento per Festen e Un altro giro, ha proposto, invece, “Families Like Ours”, una serie distopica in cui la Danimarca, devastata dai cambiamenti climatici, costringe la popolazione a migrare.

Riflettori anche per la miniserie Rai “Leopardi – Il poeta dell’Infinito” di Sergio Rubini che offrirà a telespettatrici e telespettatori una nuova prospettiva sul celebre poeta Giacomo Leopardi, con Leonardo Maltese nel ruolo del protagonista.

Il Premio Kinéo

La volontà della Mostra del Cinema di Venezia di continuare ad aprire le porte a nuove forme di narrazione visiva, consolidando il ruolo delle serie tv come protagoniste della scena cinematografica internazionale, è palese. A confermare la tendenza è stata anche la ventiduesima edizione del Premio Kinéo, storico evento collaterale della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ideato e diretto da Rosetta Sannelli.

La serie "My Home My Destiny"
La serie "My Home My Destiny"

Oltre – tra gli altri – al Premio Kinéo & Martha De Laurentiis con ITTV International Forum di Los Angeles assegnato al produttore Andrea Scrosati, Group COO di Fremantle, impegnato su numerosi progetti tra cui il nuovo “Sandokan” con Can Yaman, e ai tre premi a “Sei nell’anima”, biopic sulla rockstar Gianna Nannini di Cinzia TH Torrini, per il mondo della serialità, il premio per il miglior attore internazionale è stato assegnato a Ibrahim Çelikkol, star turca del piccolo e del grande schermo e amato protagonista di molte serie di successo tra cui “My home my destiny” con Demet Ozdemir che, con non poco entusiasmo, aveva ricevuto lo medesimo riconoscimento nella precedente edizione.

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Un successo dietro l’altro per le serie che, sempre di più, si stanno facendo largo nel panorama cinematografico “altolocato”. Un rapporto in rapida evoluzione che a Venezia 81 ha trovato una legittimazione artistica del tutto impensabile fino a qualche anno fa. Una tendenza che potrebbe portare a una maggiore fluidità tra progetti cinematografici e televisivi.

Il boom delle piattaforme streaming 

Un ruolo centrale – neanche a dirlo – lo avranno le piattaforme di streaming che continueranno a dare spazio a narrazioni complesse e sperimentali di natura seriale, facendosi avamposto di innovazioni. Del resto, dalla pandemia in poi, sono state proprio le piattaforme a stravolgere completamente il modo di guardare cinema e TV.

Con le sale cinematografiche chiuse, hanno contribuito a rendere le serie non solo un rifugio per gli spettatori, ma anche un mezzo per esplorare temi di vario genere. Un’epoca, quella del Covid-19, che ha accelerato la trasformazione del settore, rendendo le serie un elemento centrale nella cultura popolare globale e influenzando profondamente anche la produzione cinematografica.

La serie tv su Gianna Nannini "Sei nell'anima" su Netflix
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Ma i cinema non tramontano

Una cosa è certa: serie TV o no, le sale cinematografiche continueranno a essere il luogo privilegiato per esperienze audiovisive uniche e collettive, specialmente per film che fanno leva su effetti speciali, narrazioni epiche e spettacolarità. Certo, la tendenza è a evolversi concentrandosi su eventi speciali, festival e produzioni di alta qualità, lasciando alle serie TV campo libero sul fronte dell'intrattenimento domestico, grazie alla loro capacità di offrire narrazioni estese e complesse.

La sintesi è presto fatta: in un mondo in cui il piccolo schermo si fa sempre più grande, il cinema dovrà reinventarsi non per sopravvivere, ma per continuare a stupire, ricordandoci che l'emozione di una sala buia e di un grande schermo non ha ancora trovato un degno rivale.