Il
bianco è un problema. Soprattutto se è quello il colore imposto dal dress code sportivo: ecco che scatta allora la protesta da parte delle
calciatrici dell'Inghilterra e delle
tenniste a Wimbledon. Durante il
ciclo mestruale indossare divise da gioco bianche possono infatti rappresentare un grosso
problema. In un torneo che dura tre settimane è praticamente certo che diverse componenti della rosa possano fare i conti con questa situazione
. L'ansia delle giocatrici nel doversi vestire di bianco le ha spinte a confrontarsi con
Nike, che produce il
kit ufficiale della nazionale.
La calciatrice Beth Mead è stata la prima a sollevare il problema del colore bianco
"È poco pratico quando arriva quel momento mese"
A spiegarlo è stata la calciatrice
Beth Mead, autrice del gol decisivo contro l'Austria. "Ne abbiamo parlato anche fra compagne di squadra e si è deciso un confronto con l'azienda. Hanno recepito il messaggio ed adesso speriamo che
possano cambiare il colore. Sono la prima sostenitrice del kit bianco, lo trovo davvero molto bello ma è altrettanto inevitabile che diventi
poco pratico quando arriva quel particolare momento del mese. Sono certa che affronteremo la questione nel miglior modo possibile". Le reazioni non si sono fatte attendere: "Le giocatrici hanno il nostro
completo supporto su questo problema" spiega un comunicato della
Federazione inglese. "Continueremo a lavorare con nostro sponsor tecnico per risolverlo, ma allo stesso tempo seguiremo le indicazioni degli organizzatori del torneo per la scelte dei colori delle divise da gioco." Anche lo sponsor
Nike ha preso posizione: "Comprendiamo le preoccupazioni delle nostre atlete che indossano divise di colori chiari durante il ciclo, fatto che può essere un problema vero nello sport. Lavoreremo con loro per trovare una soluzione al problema, ma allo stesso tempo
b dettami di squadre, federazioni e associazioni sportive che decidono i colori delle loro uniformi". C'è anche da aggiungere che le calciatrici inglesi non erano più abituate a preoccuparsi di questo aspetto, perché ai Mondiali di Canada 2015 e Francia 2019 i pantaloncino erano blu. Per l'Europeo di casa, però, ha vinto la tradizione e si è tornati al
bianco integrale.
Anche a Wimbledon il 'total white' è legge
"È ora che le regole cambino": l'appello della giornalista
"Non riesco a immaginare di arrivare al giorno più importante della mia vita con il ciclo mestruale e di essere costretta a vestirmi di bianco – ha detto di recente la giornalista sportiva
Catherine Whitaker –.
È ora che le regole cambino". Purtroppo questa usanza va avanti da parecchio tempo, dato che Wimbledon spegnerà quest'anno 145 candeline. "I concorrenti devono essere vestiti con
un abbigliamento da tennis adatto che sia quasi interamente bianco". Non si scappa, quindi, e non si tratta solo di un'indicazione generale: è obbligatorio attenersi al
total white. Nel 2013 hanno fatto discutere (e già è tutto dire) gli slip rossi di
Alize Cornet e l'anno successivo le regole sono state inasprite per evitare che fatti simili si ripetessero. Stesso problema nel 2017:
Venus Williams è stata costretta addirittura a cambiarsi biancheria intima a metà di una partita perché le spalline rosa del suo reggiseno erano troppo visibili. Chi ha le mestruazioni sa benissimo che c'è una sola cosa da non fare mai per evitare momenti di imbarazzo: vestirsi di bianco,
ma alle atlete non resta molta scelta. Il caso è stato sollevato anche da
Elena Rybakina, l'ultima vincitrice del torneo. Il dress code del torneo prevede infatti da sempre l’obbligatorietà del bianco, ma alcune giocatrici hanno rivelato lo stress psicologico che può derivare dal dovere scendere in campo con quel colore durante il ciclo. Ma per ora nulla è cambiato. A
Wimbledon bisogna ancora rispettare il colore bianco. Nel calcio chissà ancora per quanto.