L’8 marzo ricorre la
Giornata internazionale dei diritti della donna, un appuntamento per ricordare sia le
conquiste sociali, economiche e politiche, sia le
discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo. Spesso nell'accezione comune, l’8 marzo viene erroneamente definita come “
Festa della donna”. Ma non è una festa, è un momento di riflessione. Dove e perché nasce questa ricorrenza? Proviamo a percorre un breve viaggio tra le
origini della
Giornata Internazionale della Donna partendo dai diritti delle donne e arrivando al fiore della mimosa.
Le origini tra realtà e leggenda
La Giornata Internazionale della Donna ha una storia incerta tra realtà e leggenda. Una
leggenda racconta che la festa abbia avuto origine per rendere omaggio alle
operaie morte in una strage avvenuta l’8 marzo del 1908 nella fabbrica
Cottons di New York. Tuttavia, non esiste alcuna traccia documentaristica di questo evento, come hanno dimostrato le femministe
Tilde Capomazza e
Marisa Ombra nel 1987.
Il Brown Building (dal nome del filantropo Frederick Brown, che lo donò all'Università di New York nel 1929) nel quartiere di Greenwich, dove si trovava la Triangle Shirtwaist Factory, teatro del tragico incendio del 25 marzo 1911 (Fonte: Wikipedia)
La leggenda della Cottons comparve per la prima volta nel 1952 sul settimanale bolognese “La lotta”. In ogni caso, un tragico incendio si verificò effettivamente a New York, ma tre anni dopo la data leggendaria. Il
25 marzo 1911, un incendio divampò all'interno della
Triangle Shirtwaist Factory, uccidendo 146 lavoratori, di 123 donne e 23 uomini, in gran parte
giovani immigrate (tra i 13 e i 22 anni) di origine italiana ed ebraica. Molti operai rimasero intrappolati all'interno dell'edificio e bruciarono vivi, mentre altri furono costretti a saltare dalle finestre per cercare di salvarsi. Le operaie erano sottoposte a
turni di lavoro massacranti e mal pagati in un'azienda di proprietà di Max Blanck e Isaac Harris, che produceva camicette da donna. Ci sono, poi, altre versioni che citano la
violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riguardano
scioperi e incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Clara Zetkin (Foto: Wikipedia)
L'idea di istituire una festa per le donne nacque negli Stati Uniti nel
febbraio del 1909, su iniziativa del
Partito Socialista americano. Nel 1910, la politica tedesca
Clara Zetkin propose di celebrare la festa durante l'VIII Congresso dell'Internazionale Socialista a Copenaghen. Zetkin dedicò la vita alla lotta per l'emancipazione femminile e teorizzò la liberazione delle donne dalla
sudditanza maschile come parte fondamentale dell'emancipazione del proletariato. Tuttavia, fino al 1921, i singoli Paesi scelsero date diverse per la celebrazione della Giornata. Solo nel 1921, a Mosca, la
Seconda conferenza delle donne comuniste decise di rendere ufficiale la data dell’8 marzo come Giornata Internazionale dell'Operaia, in ricordo della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo nel 1917. Il
16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all'anno “
Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” (“United Nations Day for Women's Rights and International Peace”) e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di
porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una
piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. L'8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, fu scelta come la data ufficiale da molte nazioni.
Teresa Mattei (Foto: Enciclopedia delle donne)
La ricorrenza in Italia
In Italia, la
Giornata internazionale della donna, si è tenuta per la prima volta soltanto nel
1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. La ricorrenza ha preso campo solo nel Dopoguerra. Nel 1945 l'
Unione Donne in Italia ha iniziato a festeggiare l'8 marzo nelle zone del paese già liberate dal fascismo, poi nel
1946, per la prima volta, tutta l'Italia ha commemorato la Giornata, scegliendo la mimosa come simbolo.
La mimosa: rinascita e speranza
La
Giornata internazionale dei diritti della donna ha come
simbolo universale la mimosa, un fiore che rappresenta la
rinascita e la
speranza. Il merito va alla partigiana e Madre Costituente,
Teresa Mattei, nome di battaglia Chicchi. Nel 1946, quando in Italia si decise di istituire la prima “Festa della donna” l'8 marzo successivo alla conquista del voto alle donne, Teresa propose di adottare un simbolo che rappresentasse le donne. Dopo varie proposte, come le violette o l'orchidea, bocciata per la sua rarità e il suo costo elevato, Teresa suggerì la mimosa. Secondo la sua opinione, il fiore della mimosa rappresentava perfettamente
l'unione delle donne attraverso tutti quei piccoli fiori che lo compongono. Per convincere chi era ancora scettico sulla scelta del fiore, raccontò una leggenda antica secondo cui
l'albero della mimosa sarebbe nato dal
sacrificio di una giovane donna con una grande chioma d'oro, proprio come il colore del fiore stesso.
La mimosa come simbolo di rinascita e speranza (Foto: Edendeifiori.it)
L'adozione della mimosa come simbolo della Festa della donna, un fiore che sboccia proprio ai primi di marzo e che si trova anche nei campi, ha dato voce soprattutto
ai più deboli della società: i poveri e le classi meno abbienti escluse ed emarginate. Non solo simbolo dell'emancipazione femminile, ma anche emblema di una
società in rinascita dopo la tragedia della guerra e in rapido mutamento attraverso ideali di libertà e uguaglianza. La mimosa, un fiore povero ma forte, ha rappresentato (e continua a rappresentare) la bellezza e la forza delle donne unite nella lotta per
l'uguaglianza di genere e simboleggia la speranza di
una società più giusta e inclusiva per tutti.