"Mental load": un peso invisibile che grava sulle donne

La psicoterapeuta e Clinical Director Valeria Fiorenza Perris spiega come riconoscere i sintomi del sovraccarico mentale ed emanciparsene, per una vita più sana e appagante

di CATERINA CECCUTI -
8 marzo 2023
Unobravo Foto 02

Unobravo Foto 02

In inglese lo chiamano mental load, ossia "carico mentale". In pratica si verifica quando il flusso di pensieri legato all'organizzazione dei diversi -troppi- aspetti della quotidianità affolla la nostra mente con prepotenza, senza concedere tregua né riposo. Sembra che, nella maggior parte dei casi, questo sovraccarico psicologico colpisca principalmente le donne, si può dire anzi che il termine stesso sia stato cucito addosso al genere femminile, con l'intento di accendere l’attenzione su una problematica d'impatto psicologico e sociale. Abbiamo chiesto alla dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director del servizio di psicologia online Unobravo, come nasca il termine "Carico mentale". “È stato introdotto per la prima volta nel 1984 dalla sociologa Monique Haicault e racchiude in sé il peso di quell'invisibile fardello che deriva dal destreggiarsi tra la vita, il lavoro e le responsabilità della gestione della casa. A sobbarcarsi questo fardello sono, da sempre, prevalentemente le donne. Nel suo articolo 'La Gestione Ordinaria della Vita a Due', la sociologa francese descrive infatti come una donna, in coppia e lavoratrice, senta ricadere su di sé la responsabilità della gestione delle faccende domestiche. Si tratta di un carico cognitivo importante, che va a costituire il fenomeno della 'doppia giornata', per colpa del quale la donna tende a percepire la propria vita come un turno di lavoro infinito. Il carico mentale può presentarsi sotto forme e sembianze molto diverse e ciò dipende dall’unicità del vissuto e della quotidianità di ciascun individuo.

Valeria Fiorenza Perris, Clinical Director Unobravo

Per le coppie eterosessuali con figli, questi scenari sono stati abilmente illustrati da Emma Clit nella striscia 'Fallait Demander (Bastava Chiedere)'. Come messo in evidenza dalla fumettista 'quando un uomo si aspetta che la compagna gli chieda di occuparsi delle faccende domestiche, implicitamente la vede come la manager della casa'. Pubblicato nel 2017, il fumetto è diventato immediatamente virale e ha riacceso il dibattito sulla divisione delle responsabilità nelle coppie, portando anche la stampa generalista a occuparsi del tema e ad inserirlo, a tutti gli effetti, all’interno di un più ampio dibattito sulle disparità di genere”. Dottoressa ha appena toccato un tema scottante, quello della disparità di genere. Dunque ammettiamo che le donne siano più colpite dal sovraccarico psicologico? "Secondo schemi tradizionali, stereotipi e retoriche ancora prevalenti nella nostra società, le donne sono le custodi della casa. Questo comporta che, anche ai giorni nostri, siano loro a prendersi in carico la maggior parte del lavoro cognitivo ed emotivo necessario a garantire un buono svolgimento delle attività legate al quotidiano. Il carico mentale è proprio questo: tutta la parte organizzativa della gestione domestica e familiare. E anche quando, nella pratica, i compiti sono divisi con il partner, spesso non lo sono per ciò che concerne l'aspetto organizzativo, perché dietro una suddivisione equa c'è una donna che, dalla 'regia', assegna e orchestra le varie mansioni". Quindi il mental load riguarda solo persone che hanno un compagno e dei figli? "No. Anche coloro che non hanno un compagno o dei figli non sono esenti dal mental load. Oltre alla casa, a destare ansia sono, infatti, anche le responsabilità legate alla cura dei genitori, specie se anziani, e delle relazioni affettive con familiari e amici, così come la gestione delle scadenze amministrative. Questi sono fattori che accomunano gran parte delle donne di tutto il mondo e contribuiscono a far gravare sulle loro spalle il peso della quotidianità e di tutte le responsabilità a essa connesse. Se a ciò si aggiunge la necessità di essere costantemente produttive, disponibili e performanti sul posto di lavoro, è facile capire perché per molte donne non sia sempre semplice raggiungere un buon equilibrio tra sfera professionale e privata".

Le donne sono ancora considerate le "regine" della casa e per loro non è semplice conciliare impegni lavorativi e vita privata

Dottoressa Perris, quali possono essere le conseguenze del mental load sul benessere e sulla salute fisica e mentale di una donna? "Proprio come un fardello fisico, il peso del carico mentale può essere dannoso per il benessere e la salute dell’individuo e, alla lunga, se sottovalutato, può divenire persino invalidante. Il mental load è quello stato ansiogeno che ci pervade quando sentiamo di aver fallito per non aver rispettato la tabella di marcia che ci eravamo imposti o quando il pensiero di non riuscire a gestire alla perfezione ogni aspetto della nostra vita ci fa sentire oppressi e inermi. Queste sensazioni negative, che sembrano non volerci mai dare pace, sono gli ingredienti di quel cocktail nocivo e pericoloso che porta il nome di carico mentale. Spesso, quando si cerca di avere sempre tutto sotto controllo e di stare dietro a ogni incombenza, si finisce col trascurare l'unica cosa che sembrerebbe tralasciabile: sé stesse e la propria realizzazione. Sono molte le donne che, sovraccaricate dagli impegni quotidiani, mettono da parte la carriera o, peggio ancora, rinunciano ad avere interessi, passioni e aspirazioni personali. Questo, nel lungo periodo, può portare ad una progressiva perdita di motivazione e voglia di fare, che potrebbe sfociare in uno stato di profonda insoddisfazione". Con ricadute anche sulla salute fisica? "Purtroppo sì. Un carico mentale eccessivo può avere gravi ripercussioni sulla salute e condurre, nei casi più gravi, a stati acuti di ansia, attacchi di panico, burnout o depressione. Senza contare tutta una serie di altri effetti collaterali, quali insonnia, stanchezza cronica, calo della libido e problemi relazionali. L'Organizzazione Mondiale della Sanità non ha dubbi: lo stress è il male del XXI secolo. Dall’ultimo World Mental Health Report è, infatti, emerso che, nel mondo, sono ben 301 milioni le persone con disturbi legati all’ansia e 208 milioni quelle affette da depressione. Queste patologie risultano essere maggiormente diffuse tra la popolazione femminile: sono il 5% le donne colpite dall’ansia e il 4,5% a soffrire di disturbi depressivi, contro il 3% degli uomini".

Un eccessivo carico mentale porta spesso alla rinuncia alla propria realizzazione personale e può avere ripercussioni a livello fisico

In Italia qual è la situazione? "Nel 2022 le donne che si sono affidate al servizio di psicologia online Unobravo per motivi legati ad ansia o depressione sono state più del doppio rispetto agli uomini. Un dato allarmante, questo ma che, purtroppo, non sorprende. Come già messo in luce dagli studi condotti dall’Oms, anche i dati registrati da Unobravo confermano che l’universo femminile sia più soggetto a stress e ansia rispetto a quello maschile". Come si fa a liberarsi del sovraccarico mentale? “Il primo passo per emanciparsi da questo tipo di ansia è riconoscerla. Per questo è importante dare sempre ascolto alle proprie emozioni e non trascurarle. Alcuni dei sentori da tenere d’occhio sono la sensazione di non avere mai tempo e il sentimento di colpa di non fare abbastanza, oltre ai vari segnali fisici, come il costante senso di stanchezza e i sintomi legati ai disturbi del sonno e dell’umore. Se si sta vivendo una situazione di sovraccarico psicologico, non bisogna esitare a chiedere aiuto alle persone che tengono a noi, un aiuto che può manifestarsi sia a livello pratico, lasciando ad altri l’organizzazione e lo svolgimento di alcune mansioni, che a livello emotivo, condividendo pensieri e preoccupazioni con il partner o qualcuno di fidato capace di mostrarci comprensione ed empatia. Comunicare apertamente con chi ci sta accanto è una regola d’oro, e lo è ancora di più quando si vive una situazione di disagio: mai avere timore di dare voce alla propria stanchezza o frustrazione. È inoltre essenziale prendersi un momento di riflessione per mettere a fuoco cosa ci aspettiamo da noi stessi e qual è la percezione che abbiamo di noi quando, per qualsiasi motivo, non raggiungiamo ciò che ci eravamo prefissati. Ridimensionare le aspettative spesso non è semplice e necessita di un percorso di consapevolezza e di cura della propria emotività. Può essere d'aiuto, in questo senso, prendersi uno spazio per sé e chiedere il supporto di un esperto. Liberarsi dallo stress e raggiungere un buon equilibrio interiore è possibile ed è la chiave per condurre una vita più sana, sentendosi al contempo, più felici e realizzati. Il carico mentale non deve più essere invisibile. Non bisogna lasciare che il mental load diventi un ostacolo insormontabile per nessuno, per questo è fondamentale che le conversazioni sul tema si intensifichino e che si faccia sempre più azione di sensibilizzazione e prevenzione”.