Amore tossico, i campanelli d'allarme. "Non semplificare e non confondere il bisogno con la dipendenza"

In occasione di San Valentino, il centro medico di psicoterapia online Serenis lancia una campagna per riconoscere alcuni comportamenti da non sottovalutare

di CATERINA CECCUTI
14 febbraio 2023

Federico Russo, direttore clinico di Serenis

Senza avere la pretesa di cadere nel tranellone delle diagnosi affrettate, è bene saper riconoscere certi comportamenti che, in una coppia, possono rappresentare i segnali di un rapporto malsano, e trovare il coraggio di parlarne con un esperto. In occasione del 14 febbraio, San Valentino, festa dell'amore per antonomasia, il centro medico di psicoterapia online Serenis - piattaforma digitale per il benessere mentale impegnata in percorsi di psicoterapia e supporto psicologico, con una squadra di oltre 400 professionisti in tutta Italia - ha individuato alcuni comportamenti da non sottovalutare, sottolineando però che la diagnosi resta di competenza esclusivamente specialistica.
A San Valentino il centro medico di psicoterapia online Serenis lancia una campagna per riconoscere alcuni comportamenti di coppia da non sottovalutare

A San Valentino il centro medico di psicoterapia online Serenis lancia una campagna per riconoscere alcuni comportamenti di coppia da non sottovalutare

“Nel giorno di San Valentino, i riflettori sono puntati sulla celebrazione dell’amore - spiega Federico Russo, classe 1990, direttore clinico di Serenis e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale -. Una ricorrenza, questa, che risale al 496 e che prende il nome dal santo Valentino di Terni che, secondo tradizione, avrebbe donato a una giovane donna la somma di denaro necessaria a procurarsi la dote per il suo sposalizio, diventando così il protettore degli innamorati. Ma l’amore, quello da celebrare e augurare, si costruisce su solide basi di fiducia e rispetto delle libertà altrui, elementi che, se vengono meno, possono trasformare un rapporto sano in malsano e abusivo”. Secondo il direttore clinico - forse a causa della maggiore attenzione prestata al tema da parte della società - negli ultimi tempi hanno preso sempre più piede espressioni come “tossico” e “narcisista”, in riferimento sia alla relazione in cui ci si trova che al/la proprio/a partner. “Eppure - continua Russo - bisogna fare molta attenzione all’utilizzo improprio di queste terminologie, che hanno un significato ben preciso e che si riferiscono a disturbi diagnosticabili che possono inficiare in maniera deleteria un rapporto di coppia, se non si interviene”.
Federico Russo, direttore clinico di Serenis

Federico Russo, direttore clinico di Serenis

Sette red flags di comportamenti tossici e narcisisti in una relazione

Ma come si fa a capire se si è davvero coinvolti in un rapporto tossico? Quali sono gli aspetti cui dobbiamo fare particolare attenzione? Proprio su questo punto interviene Serenis (https://www.serenis.it/), che ha redatto una lista di comportamenti e tendenze da non sottovalutare, soprattutto se si teme di trovarsi coinvolti in una relazione malsana. Primo punto la “Comunicazione”. Il tipo di comunicazione può rappresentare un segnale d’allarme. I comportamenti di invalidazione delle emozioni, di svalutazione e di gaslighting (secondo il dizionario americano Merriam-Webster “gaslighting” è la parola dell’anno 2022 e le sue ricerche online sono aumentate del 1740% nel corso dell'anno), soprattutto se rigidi e persistenti possono suggerire l’esistenza di una persona chiusa, indisponibile alla discussione, a cui importa solo di sé e del proprio benessere, piuttosto che dell’altra persona. “Controllo”: La tendenza di uno o entrambi i partner al controllo dell’altro, spesso è ciò che definisce una relazione “tossica”. Controllare i messaggi, gli spostamenti, i like ai post, il numero di followers - magari conteggiati prima o dopo un litigio dovuto a dubbi di tradimento -, sono azioni volte a controllare l’altra persona e ad assicurarsi che si conformi all’idea di amore di uno dei due individui. Un'idea però troppo rigida, utopistica, irrazionale, fino ad avvicinarsi al delirio, come nella gelosia definita ossessiva. “Manipolazione”. Un altro aspetto rilevante è la manipolazione e la più nota negli ultimi anni è proprio il gaslighting. Si tratta di una serie di espedienti sottili, volti a svalutare l’altra persona, invalidarne le emozioni, manipolarne persino i ricordi fino a farle credere che si sia inventata tutto o abbia esagerato. Si può, di questo passo, arrivare a vivere una relazione tossica in maniera traumatica e sviluppare così sintomi da stress post-traumatico. “Svalutazione”. Su questa scia, il fatto che i propri bisogni non vengano ascoltati ma anzi ridicolizzati, negati e sminuiti è un altro indizio che depone a favore di un tipo di relazione abusante, dal punto di vista psicologico. “L’atteggiamento critico e svalutante di una persona rispetto all’altra - puntualizza Russo - è infatti un serio campanello d’allarme, che può portare uno dei due a sentirsi inferiore, nutrendo un sentimento di inadeguatezza che può sfociare in stress e sopraffazione”. “Isolamento e rinuncia”. Spesso, per non indisporre il partner, si finisce per accettare condizioni o capricci dettati in realtà da comportamenti manipolatori e di controllo, che man mano portano la vittima a isolarsi dalle amicizie, rinunciare alla propria privacy o addirittura alle proprie passioni e sogni. Si vive così uno stress continuo che invade la quotidianità e fa stare sulle spine, con la costante apprensione di fare qualcosa di sbagliato o provocare reazioni spiacevoli nell’altro/a. “Abuso”. Il controllo può assumere forme di vero e proprio abuso. Al di là della più evidente violenza fisica, sono ormai tristemente noti degli schemi di comportamento psicologicamente abusanti, che si mettono in atto per assoggettare l’altra persona al proprio volere e renderla conforme alle aspettative. “L’autore di questi comportamenti abusanti, la maggior parte delle volte - spiega Russo -, è identificato in narcisisti uomini, ma non bisogna cadere in una narrazione stereotipata perché non sono le uniche persone a mostrare tratti narcisisti o comportamenti abusanti e manipolatori”. “Disturbi psicologici”. A complicare la situazione c’è la possibilità che a incastrarsi in questi comportamenti siano persone con tratti di personalità borderline. “A livello statistico e diagnostico - continua il direttore -, non ci sono differenze sostanziali tra uomini e donne, ma a livello clinico si tende ad assistere a una prevalenza di donne con tratti borderline che arrivano in terapia, coinvolte in relazioni tossiche con uomini dai tratti narcisistici. È invece molto raro vedere questi ultimi in terapia: può accadere laddove, a una certa età, le conseguenze negative dei loro comportamenti li hanno nel tempo portati a perdere persone significative, o a incorrere in guai legali, e per questo a cercare aiuto”.
Come si fa a capire se si è davvero coinvolti in un rapporto tossico? I sette red flags di Serenis

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Non semplificare e non confondere il bisogno con la dipendenza

Si fa presto, tuttavia, a parlare di carnefici narcisisti e vittime borderline. Una tale semplificazione della realtà rende più facile identificare sé o l’altra persona in queste diagnosi e lasciare che ciò spieghi tutto. “Difficilmente, però, la realtà è così netta - tiene a sottolineare Russo - ed è probabile che una persona abbia dei tratti di personalità che si avvicinano a quelli narcisistici o borderline, senza però configurarsi in un disturbo di personalità. L’apprezzamento, infine, non è un bisogno di per sé patologico, ma può diventarlo. A chiunque fa piacere vedersi riconosciute delle qualità, ma ciò non implica una dipendenza, né porta a maltrattare il partner che non rivolge elogi". Allo stesso modo, la gelosia e la paura dell’abbandono sono comuni alla maggior parte delle persone, non solo a chi ha tratti borderline. "Ecco perché - conclude il direttore clinico di Serenis - in una relazione sentimentale non dovremmo fare diagnosi al partner. Google ci dà suggerimenti in linea col tipo di ricerca che facciamo, ma non sa davvero la situazione che stiamo vivendo. Di conseguenza, se abbiamo difficoltà con il partner e obbediamo a una narrazione semplicistica e stereotipata delle relazioni, è facile e pericoloso cadere nel tranello di riconoscersi in quadri che potrebbero non essere così simili ai nostri. In una relazione è bene essere attenti al tipo di rapporto che vogliamo e al tipo di rapporto che stiamo vivendo. Purtroppo, non siamo tutti consapevoli delle nostre emozioni e di come tendiamo a reagire in determinate situazioni: un percorso psicoterapeutico serve proprio a risvegliare questa consapevolezza, che ci permette di fare scelte più in linea con la tutela della nostra salute psichica e della nostra crescita personale, e di non soccombere ai soprusi o alle manipolazioni altrui”.