
Vincenzo Falabella, presidente e legale rappresentante della Fish
“Lei non può salire sul mio taxi. Persone ‘come voi’ devono prendere esclusivamente macchine a loro dedicate”. E’ quanto si è sentito dire Vincenzo Falabella da un tassista in sosta di servizio presso la stazione ferroviaria di Verona: la sua colpa quella di essere portatore di handicap e, quindi, costretto a usare una carrozzina, ritenuta fastidiosa e ingombrante. Sfortunatamente il conducente del taxi è incappato nella persona sbagliata perché Vincenzo Falabella è presidente della Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap), deciso a non lasciar correre e anzi a farsi paladino di una giusta causa che vede coinvolte molte, troppe persone in stato di bisogno per motivi simili. “Ho subito chiesto che quell’uomo mi fornisse il numero di licenza del suo taxi, cosa che ha fatto solo in apparenza dandomi numeri volutamente sbagliati. Grazie alla mia prontezza di spirito sono però riuscito a fotografare il numero impresso sull’autovettura smascherando quel tentativo di maldestro imbroglio nei miei confronti" racconta Falabella. E aggiunge: "Ho allora chiamato immediatamente Radiotaxi per essere ricontattato dal responsabile, cosa mai avvenuta. Lo ha fatto, invece, immediatamente il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, esprimendo tutti i segni tangibili della sua solidarietà con la più ferma condanna del gesto gratuito e di una violenza inaudita. Voglio sottolineare che la mia carrozzina è piccola, leggerissima e può essere sistemata nel bagagliaio di una qualsiasi automobile senza alcuna difficoltà". Falabella spiega poi tutta la sua rabbia: "A maggior ragione, la frase sprezzante e stupidamente discriminante ‘voialtri...’ mi suona ancora nelle orecchie tremendamente offensiva, anche perché guido la macchina in una città come Roma e personalmente non mi sento inferiore a nessuno. E’, invece, giusto sottolineare l’estrema gentilezza di un altro autista presente alla scena che non solo ha accettato che salissi sulla sua vettura ma ha lui stesso provveduto a sistemare la carrozzina, con una manovra banale e velocissima. Inoltre, ringrazio le tante persone che hanno assistito ai fatti assieme a quelle dei canali social che hanno voluto mostrare aperti segni di solidarietà, manifestando il loro disappunto”.
La voce di Falabella vibra di indignazione perché oltretutto nessun messaggio di scuse è arrivato da parte della società che gestisce i taxi nella città scaligera, la quale anzi, per bocca del suo presidente, ha fatto sapere che il tassista ha fornito una versione molto diversa dei fatti. “Non ho mai avuto manie giustizialiste – spiega la vittima del sopruso - e una spiegazione civile mi sarebbe bastata e avanzata. La verità è che non solo ‘Radiotaxi’ si è trincerata dietro una cortina di mutismo assoluto, ma ha fatto sapere con un laconico messaggio che procederà penalmente contro di me per aver fotografato l’auto del tassista. Cosa assolutamente falsa perché io mi sono limitato a riprendere solo il numero di licenza che è pubblico e serve come identificativo certo di una persona: in questo caso di chi aveva tentato di falsificare le cifre sperando fosse impossibile risalire a lui. Questo denota non solo malafede ma anche e soprattutto la consapevolezza di aver fatto qualcosa di profondamente sbagliato. Ripeto: sarebbero bastate poche parole di scuse e la cosa sarebbe finita lì”.
“Eppure non ho mai perso la fede – racconta Falabella - Certamente non sono mancati i momenti di sconforto ma grazie alla forza spirituale a cui non ho mai smesso di attingere, piano piano il mio corpo ha reagito positivamente. Infine, anche la mia mente ha trovato tutte le ragioni migliori perché la mia esistenza proseguisse costruttivamente. Posso dividere quel periodo in tre fasi: quella dell’incoscienza in cui non mi rendevo veramente conto di quanto mi era accaduto e confidavo in una guarigione impossibile, quella della piena consapevolezza del mio stato con l’interrogativo di cosa fare della mia vita e la terza, quella dell’impegno sociale. In quello stesso periodo mi sono trovato innamorato di Monica, una ragazza che conoscevo da tempo e che è diventata mia moglie. Da quell’unione, in cui la mia infermità non ha svolto alcun ruolo perché fondata piuttosto su una perfetta fusione a tutti i livelli, è nata nostra figlia Allegra, di nome e di fatto. Una ragazzina di undici anni molto responsabile e rispettosa con le idee chiarissime: senza tanti grilli per la testa ha già deciso che la sua professione sarà quella del notaio. Davvero insolito per una bambina di quell’età”.

Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana Superamento Handicap
Chi è Vincenzo Falabella
La storia personale di Falabella se non avesse avuto un epilogo drammatico sembra una di quelle avventure di un tempo venate di romanticismo. Un bel giovane di ventotto anni appassionato di equitazione esce in un giorno di sole a fare una cavalcata, si distrae, molla le redini e si bea del paesaggio guardandosi attorno mentre pensa a un mucchio di cose e forse a niente in particolare. A un certo punto una muta di cani randagi sbuca da una macchia e si lancia contro il cavallo abbaiando e ringhiando. La bestia spaventata si impenna imbizzarrita e il ragazzo viene sbalzato di sella cadendo malamente sulla schiena che si spezza. Il suo ricovero dura più di due anni tra speranze e delusioni: alla fine il verdetto terribile è la paralisi permanente degli arti inferiori.
Vincenzo Falabella ha esposto una denuncia contro un tassista che a Verona gli ha negato una corsa "perché disabile"

Il presidente di Fish, Vincenzo Falabella