Gender gap: l'Italia è penultima in Europa sul fronte del tasso di occupazione femminile

di MARIANNA GRAZI
13 giugno 2022
Gender Gap Paesi Europei

Gender Gap Paesi Europei

Il gender gap italiano non accenna a diminuire, anzi. La pandemia, come purtroppo era prevedibile, ha ampliato il ritardo dell'Italia nella partecipazione femminile al mondo del lavoro. Nel 2021 il tasso di attività femminile (ovvero la quota percentuale attiva sul totale della popolazione) si è attestato al 55,4%, contro il 68,5% della media europea. Il nostro Paese si ferma così al penultimo posto della classifica degli Stati Ue, con un valore superiore solo alla Romania.
primo ministro danimarca

L'Italia è al penultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile, che nel 2021 si attestava al 55,4% contro una media del

Il premio di Impresa Sanpaolo alle Pmi impegnate nella valorizzazione femminile

A mettere in evidenza questi dati è l'analisi "Le sfide dello scenario economico: innovazione e capitale umano", effettuata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che verrà presentata durante l'incontro di oggi, lunedì 13 giugno, alle ore 17 in diretta streaming sul sito di Intesa Sanpaolo e ANSA.IT. L'indagine, in particolare, è dedicata alle piccole e medi imprese (Pmi) vincitrici e finaliste del premio 'Women Value Company Intesa Sanpaolo', giunto alla sesta edizione. Anche quest’anno il riconoscimento simbolo dell’eccellenza femminile, nato dalla collaborazione del Gruppo bancario con la Fondazione Marisa Bellisario, torna ad essere assegnato secondo tre obiettivi fondamentali che da sempre lo contraddistinguono: la valorizzazione del talento femminile all’interno dell'azienda, l'attuazione della parità di genere e l'offerta di pari opportunità e percorsi di carriera equi, e infine il sostegno al rapporto donne-lavoro con politiche di welfare aziendale che migliorano la qualità della vita.

L'indagine: le candidate al premio hanno maggior resilienza

Dall'indagine condotta tra marzo e aprile su circa 600 imprese, emerge una maggiore resilienza durante la pandemia da parte delle aziende candidate al premio, grazie anche a un capitale umano più qualificato e alla propensione a investire nell'innovazione. Il 66% ha segnato una crescita del fatturato e una marginalità superiore alla media del settore e classe dimensionale di appartenenza. "Nonostante la guerra in Ucraina abbia ulteriormente aumentato l'incertezza e peggiorato le attese sull'andamento della domanda - segnala lo studio - le imprese del campione con profili più evoluti in termini di attenzione all'inclusione e all'innovazione mostrano prospettive di crescita migliori". Nel 62% dei casi hanno attese migliori per l'anno in corso sull'andamento del fatturato. "Capitale umano e innovazione si confermano le leve principali per affrontare l'attuale contesto competitivo e superare le difficoltà, in particolare, in termini di gestione dei prezzi delle materie prime, ritardi negli approvvigionamenti e costi di trasporto e indisponibilità di queste ultime e dei semilavorati"