Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome
Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la
scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il
neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l'editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin 'rinasce' de Céspedes.
Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna. Come, nel caso di "Clorinda" (questo il suo pseudonimo radiofonico e nome di battaglia da combattente della resistenza),
Elena Ferrante. Che ha dato il là alla ripubblicazione del romanzo della neorealista "
Quaderno proibito" a 70 anni dalla prima edizione. Un libro capace ancora oggi di
parlare di donne alle donne.
La riscoperta grazie a Elena Ferrante
Alba de Céspedes, scrittrice italo cubana, partigiana e esponente di spicco del neorealismo letterario del dopoguerra
Scrittrice di successo e attivista politica in Italia come fu il nonno a Cuba, Alba de Céspedes è stata una delle protagoniste della letteratura del Novecento e intellettuale a tutto tondo, apprezzata per le sue delicate
rappresentazioni delle donne e delle loro difficoltà. Peccato che fino a poco tempo fa fosse quasi impossibile trovare le sue opere, anche in italiano. Liquidata come "autrice di romanzi rosa", forse proprio a causa del soggetto dei suoi scritti e del suo pubblico di riferimento (le donne), la casa editrice Mondadori ha ripubblicato alcuni dei suoi libri negli ultimi anni, ma è la nuova traduzione di "Quaderno proibito" che promette il vero successo tra i lettori di oggi, stuzzicati proprio dalle opere di
Elena Ferrante. Sarà infatti la sua
traduttrice, Ann Goldstein a occuparsene.
Il "Quaderno proibito"
Il "Quaderno proibito" documenta in parte i cambiamenti del
dopoguerra nella vita delle donne, osservati con i dettagli meticolosi del neorealismo. La figlia di Valeria ha una relazione aperta con un uomo non ancora divorziato che fa inorridire la madre, la quale arriva a vedere questo orrore come sintomatico di una serie di valori morali ormai superati. Ma il diario di Valeria permette anche a Céspedes di porsi domande continue sul valore e sui pericoli di una vita controllata. La posta in gioco emerge in un intenso scambio tra Natalia Ginzburg e Céspedes sulla rivista Mercurio del 1948, ripubblicato dal NYRB. Qui la prima lamenta la
"cattiva abitudine" delle donne di "
cadere in un pozzo", galleggiando o addirittura annegando nelle "acque oscure e dolorose della malinconia". L'italo cubana risponde dicendo che, pur essendo d'accordo, ritiene che il pozzo stesso possa essere una fonte di forza. "Perché ogni volta che cadiamo nel pozzo scendiamo alle radici più profonde del nostro essere umani". La stessa scrittrice rimase "nel pozzo", vista anche la crescente disapprovazione del marito diplomatico nei confronti della sua scrittura, ma ne emerse con sicurezza ed eleganza per descrivere ciò che vi trovò: "
debolezza, sogni, malinconia, aspirazioni, in sostanza tutti quei sentimenti che modellano e migliorano lo spirito umano".
Il realismo è donna
il "Quaderno proibito" di Alba de Céspedes verrà ripubblicato dopo oltre 70 dall'uscita della prima edizione
Un impegno tutto al femminile, quindi, dal dopoguerra ad oggi, seguendo il filone del realismo delle donne. Non romanzi rosa, tutt'altro. Se è significativo che molte delle più sofisticate scrittrice realiste di oggi, tra cui
Rachel Cusk e Sally Rooney, siano state determinanti nel sostenere la riscoperta della Ginzburg, non è un caso che tutto questo sia iniziato con la 'febbre da Ferrante'. L'autrice italiana che deve molto al
neorealismo e che guidato la riscoperta di Céspedes. Nella sua "Frantumaglia", raccolta di lettere e riflessioni, ha indicato infatti "Il meglio dei mariti" della partigiana come uno dei pochi romanzi – o meglio "libri di incoraggiamento" – che poteva leggere mentre scriveva. Così gli editori di tutto il mondo si sono affrettati a trovarne una copia del "Quaderno proibito" (1952) per tradurlo e ripubblicare così il primo di una serie di romanzi di questa straordinaria esponente della
letteratura novecentesca, troppo a lungo rimasta nell'oblio.
Chi era Alba de Céspedes
Alba de Céspedes y Bertini (1911-97) nacque a Roma, figlia di un diplomatico cubano e di sua moglie italiana. Il nonno contribuì a guidare la lotta per
l'indipendenza di Cuba e ne fu il primo presidente, e lei mantenne vivo l'impegno politico della sua famiglia, scontrandosi spesso con il
regime fascista. Il governo italiano vietò due dei suoi romanzi, tra cui "Nessuno Torna Indietro", pubblicato nel 1938 e diventato un best seller ampiamente tradotto. De Céspedes fu imprigionata due volte per
attività antifasciste, la prima nel 1935 e la seconda nel 1943, quando collaborava a un programma radiofonico della resistenza, trasmettendo da Bari con lo pseudonimo di Clorinda.
La scrittrice è stata a lungo dimenticata ma è tornata alla ribalta grazie a Elena Ferrante che dice di aver tratto incoraggiamento da uno dei suoi romanzi (Mondadori Portfolio)
Negli anni Cinquanta era conosciuta in tutta Italia. Per anni ha scritto una popolare
rubrica di consigli, una sorta di 'posta del cuore', affrontando questioni relative al matrimonio, all'infedeltà e all'amore con meditazioni sull'arte e sulla filosofia. Queste rubriche indirizzavano i lettori verso una morale moderna e più laica, che sottolineava
l'uguaglianza delle donne. La sua vita privata fu oggetto di dicerie: secondo una di queste, da adolescente era stata sposata con un conte, ma il matrimonio era stato annullato. In effetti, essendo all'anagrafe cubana, per ottenere anche la cittadinanza italiana convolò a nozze nel 1926, a soli 15 anni, con il
conte romano Giuseppe Antamoro, dal quale ebbe un figlio nel 1928 e da cui si separò nel 1931. Nel 1940 conobbe invece il diplomatico italiano
Franco Bounous, con cui visse come amante e il quale ebbe un rapporto difficile e tormentato – come racconta lei stessa in alcune sue opere –, che decise poi di chiudere nel 1958. Alba morì a Parigi nel 1997 a 86 anni, dopo una lunga malattia.
Il potere trasgressivo della scrittura
"Quando scrivo su questo quaderno mi sembra di commettere un peccato grave,
un sacrilegio: è come se parlassi con il diavolo". Il Quaderno proibito racconta la storia di una donna di 43 anni che, in un raro momento di libertà, si aggira per le strade di Roma in una domenica di sole e compra un quaderno da un negoziante sospettoso ("la domenica è vietato scrivere"). Valeria torna dal marito e dai figli quasi adulti per poi rendersi conto di voler nascondere il quaderno ma di non avere un posto dove farlo: "Non avevo più un cassetto, o uno spazietto, che fosse ancora mio". Inizia quindi un periodo di scrittura segreta del diario che le sembra peccaminoso, ma che è anche una fonte vitale e inarrestabile di
sfida alla ricerca di una definizione personale. Alcuni elementi del romanzo sono autobiografici, ma Céspedes era una figura ancor più affascinante di Valeria e proveniva da un mondo più pericoloso e violento. Quello che fece nei suoi scritti fu di combinare la rivelazione intima della vita corporea ed emotiva femminile con una profonda riflessione morale sulla
necessità di un cambiamento all'interno del matrimonio, come istituzione e nella vita delle donne.