Se è vero com'è vero che “
meglio prevenire che curare”, in Italia pare che qualcosa si muovi sul fronte della costruzione del sé dentro e fuori dai
social. Il 15 giugno scorso a Milano è sbarcata la
Giornata dell’autostima, un evento organizzato nell’ambito del “
Dove Progetto Autostima” che vede in prima linea
150 Paesi del mondo allo scopo di permettere a giovani e giovanissimi di
lavorare sulla propria autostima attraverso un percorso educativo rigorosamente gratuito. Al centro del dibattito anche i social e
il loro impatto devastante sulla vita di grandi e piccini. D’altronde, stando - anche - a quanto dicono gli studiosi, i social network sono
portatori malati di ansia e depressione. E, diciamocelo, non servivano studi e numeri per capirlo. I più attrezzati di noi a comprendere le dinamiche social e sociali che si nascondono dietro l’algoritmo di Meta già da tempo avevano compreso che “
social sì, ma a piccole dosi”.
Social network, a Milano la Giornata dell'Autostima per ritrovare unicità e bellezza oltre gli stereotipi
Lo stress da social: casi in pericolosa crescita
Eppure
la deriva c’è stata e adesso distinguere il virtuale dal reale,
l’immagine dallo schermo, il like dall’affetto sembra essere diventata un’operazione assai difficile. Il senso di inadeguatezza delle persone di ogni età sta dilagando. Pare che il meccanismo sia più o meno questo: l’erba del vicino – di account – è sempre più verde. Che poi nella realtà non è così poco importante.
A importare è ciò che appare, non ciò che è, tanto da ridurre il dilemma “essere o non essere” a coltissimo equivoco elitario.
Cogito ergo sum un po’ poco, verrebbe da dire, se non fosse che la faccenda è seria e grave. Lo
stress da social è reale e affligge grandi e piccini, senza distinzione di ceto. Una vera e propria sofferenza psicologica che tende a minare le fondamenta dell’intera società. E hai voglia a cercare di razionalizzare, spiegando che i problemi sono altri:
tra il 2003 e il 2018, i casi di ansia hanno registrato numeri da record, così come quelli di
depressione,
autolesionismo e
problemi di alimentazione. Questo basti per capire che limitarsi a catalogare il problema come questione minore è sbagliato e pericoloso.
Lo stress da social può provocare ansia, depressione, autolesionismo e disturbi dell'alimentazione
Fuga dalle piattaforme? Sì ma serve consapevolezza
Complice il recente lockdown, la corsa verso la
psicosocialpatologia ha accelerato il passo. L’unica soluzione a portata di mano, seppur temporanea, è
prendersi una pausa dai social e uscire dalla bolla, come
Selena Gomez insegna. Vivere la vita vera, fatta di persone in carne e ossa che di perfetto hanno poco o nulla e che combattono ogni giorno per cercare di assomigliare a ciò che vorrebbero essere. Al fisiologico meccanismo di fuga/difesa, però, deve associarsi indispensabilmente un
percorso di consapevolezza. E allora ben vengano momenti di costruzione di una coscienza collettiva come la Giornata dell’autostima in cui (quantomeno) si prende la palla al balzo per parlare di un qualcosa dai
confini ancora troppo sbiaditi che sarà presto in cima all’agenda di tutte e tutti, decisori politici in primis. A proposito di decisori politici:
il bonus psicologo approdato nel nostro Paese in fase post-pandemia sta riscontrando successo. Non a caso, forse.