La modella curvy Christine e il disagio in aereo: "Cinture troppo corte. La grassofobia esiste”

In Italia sono obesi il 46% degli adulti e il 26% dei ragazzi, ma il 40% dei genitori ignora il problema. Solo 15mila persone all'anno ricorrono al bisturi

di MAURIZIO COSTANZO
24 gennaio 2023
Christine, la modella curvy che su TikTok lancia messaggi per la body positive

Christine, la modella curvy che su TikTok lancia messaggi per la body positive

Prendere l’aereo versione "curvy” non è facile. Per capirlo basta guardare il video di Christine, che si è trovata di fronte a una situazione imbarazzante. È salita sull’aereo come tutti i passeggeri, ma poi al momento di allacciare le cinture di sicurezza come da protocollo, la 22enne modella curvy di Milano non riusciva infatti ad allacciarle, perché risultavano troppo corte, non pensate per chi ha qualche chilo in più rispetto agli altri. A differenza di quanto accaduto a un’altra modella qualche tempo fa che non solo non ha potuto partire, ma si è anche sentita dire di essere “troppo grassa per il suo posto”, Christine quel volo lo ha preso, ma ha immortalato la scena col suo cellulare, postandola poi su TikTok, il cui profilo che conta oltre 195mila follower. “Senso di colpa”, scrive Christine.
Christine, la modella curvy che su TikTok lancia messaggi per la body positive

Christine, la modella curvy che su TikTok lancia messaggi per la body positive

“Come fai ad accettare te stess* se è in primis questo mondo a non accettarti”. Nel video di un minuto si vede chiaramente la situazione di disagio che è costretta a vivere la 22enne, che si chiede: “Perchè non farle più lunghe? Devo chiamare qualcuno, che rabbia”, e agli steward chiede: “Per caso ci sarebbe una prolunga?”. Ma non è finita: “Disgusto, come si mette questa roba? Mi sento sotto gli occhi di tutti. Ma scusa, mi danno una cosa e non mi spiegano come si utilizza?”. “Ecco cosa succede quando una persona grassa prende l’aereo” scrive Christine. “La grassofobia esiste. Quando non viene riconosciuta la tua esistenza, quando vieni trattato in modo diverso dalle altre persone” dice sempre la modella che su TikTok è molto nota per le sue battaglie in favore della body positivity.
@christinethereal_ Volevo raccontarvi con totale onestà ciò che ho provato l’ultima volta che ho preso un aereo❤️‍🩹 #grassofobia #bodypositivity #bodypositiveitalia ♬ Epic Music(863502) - Draganov89

Obesità, in Italia sono il 46% adulti e il 26% bimbi

In Italia più di 25 milioni di persone sono obese o in sovrappeso. In pratica il 46% degli adulti (oltre 23 milioni) e il 26,3% dei bambini e adolescenti tra i 3 e i 17 anni (2,2 milioni). È quanto emerge dal quarto "Italian Barometer Obesity Report", riferito all'anno 2021, realizzato da IBDO Foundation in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk. Oltre ai dati, a preoccupare gli esperti è il fatto che una larga quota di italiani non riconosca di avere un problema di peso: l'11,1% degli adulti con obesità e il 54,6% degli adulti in sovrappeso ritiene di essere normo peso e ben il 40,3% dei genitori di bambini in sovrappeso o obesi considera i propri figli sotto-normo peso. Dal report emergono differenze di genere (fra gli adulti l'11,1% delle donne è obeso contro il 12,9% degli uomini; tra i bambini e gli adolescenti il 23,2% delle femmine in eccesso di peso contro il 29,2% dei maschi) e territoriali a svantaggio del Sud e Isole, dove rispettivamente il 31,9% e il 26,1% dei bambini e degli adolescenti è in eccesso di peso rispetto al 18,9% al Nord-Ovest, al 22,1% al Nord-Est e al 22% al Centro.
In Italia più di 25 milioni di persone (di cui oltre 23 milioni di adulti e 2,2 milioni di bambini e adolescenti) sono in sovrappeso od obese

In Italia più di 25 milioni di persone (di cui oltre 23 milioni di adulti e 2,2 milioni di bambini e adolescenti) sono in sovrappeso od obese

Le diseguaglianze territoriali si confermano anche tra gli adulti, con un tasso di obesità che varia dal 14% al sud e 13,6% nelle isole, al 12,2% del nord est, al 10,5% del nord-ovest e centro. Sottovalutare le cause e le conseguenze dell'obesità porta a complicanze, come lo sviluppo di problemi di salute mentale, disturbi cardiaci, diabete di tipo 2, nonché alcuni tumori e problemi a scheletro e articolazioni. "Si stima - spiega Paolo Sbraccia, vicepresidente Ibdo Foundation e professore ordinario di Medicina interna dell'università di Roma Tor Vergata - che questa malattia causi il 58% dei casi di diabete tipo 2, il 21% dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 42% di alcuni tumori e porta a circa 57mila morti annuali solo nel nostro Paese".

Ricorrono al bisturi 15mila italiani all’anno

Il grasso in eccesso è uno dei più diffusi problemi di salute e in Italia riguarda milioni di persone. A fronte di questi numeri però, i pazienti che fanno ricorso al bisturi sono circa 15mila l'anno, e tutti concentrati nelle regioni del nord. Numeri molto più bassi rispetto al resto d'Europa. Si è fatto il punto a Roma, durante la quarta edizione del "Live Surgery Workshop in Chirurgia Bariatrica e Laparoscopica", promosso dalla "Obesity Unit" del Policlinico Tor Vergata. In Europa il sovrappeso è ritenuto responsabile di circa l'80% dei casi di diabete di tipo 2, del 55% dei casi di ipertensione arteriosa e del 35% dei casi di cardiopatie ischemiche. Il che si traduce ogni anno in almeno un milione di morti e 12 milioni di persone gravemente ammalate.
Sempre più italiani in sovrappeso ma pochissimi ricorrono alla chirurgia

Sempre più italiani in sovrappeso ma pochissimi ricorrono alla chirurgia

A cambiare la storia della malattia è stato l'utilizzo delle tecniche chirurgiche laparoscopiche e mini-invasive, che hanno reso possibile una vera e propria rivoluzione bariatrica, diventata negli anni sempre più sicura. Ma il ricorso al bisturi nella lotta all'obesità resta però ancora limitato a circa 15mila pazienti ogni anno, circa lo stesso numero di interventi annui che si fanno nella assai meno popolosa Olanda. E molto lontani dalle 60mila operazioni all'anno raggiunte dalla Francia o dalle 300mila degli Stati Uniti. Inoltre si registra una "impressionante divisione geografica, che vede una schiacciante primazia degli interventi nelle regioni del nord, un incremento considerevole al Centro, uno scarso ricorso alla cura chirurgica nel meridione", spiega Paolo Gentileschi, Responsabile dell'Unità Operativa di Chirurgia Bariatrica del Policlinico di Tor Vergata