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Home » Lifestyle » Arrivano i “Nipoti di Babbo Natale” pronti a realizzare i desideri degli anziani di tutta Italia

Arrivano i “Nipoti di Babbo Natale” pronti a realizzare i desideri degli anziani di tutta Italia

L'Associazione “Un sorriso in più” e il suo progetto nato per regalare una carezza ai residenti della RSA, diventato poi una magica occasione di condivisione

Caterina Ceccuti
1 Dicembre 2022
I Nipoti di Babbo Natale che realizzano i desideri degli anziani delle RSA di tutta Italia

I Nipoti di Babbo Natale che realizzano i desideri degli anziani delle RSA di tutta Italia

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Tra magia e meraviglia, il Natale degli anziani di tutta Italia si accende di emozione e si riscalda grazie al calore del piccolo esercito dei “Nipoti di Babbo Natale”. Ma, per raccontare a dovere una storia che fa davvero bene al cuore, è giusto cominciare dal principio. Conosciamo tutti la situazione degli anziani che, per ragioni di salute o perché sono rimasti soli al mondo, vivono la loro esistenza nelle case di riposo presenti sull’intero territorio nazionale, meglio note con il nome di RSA (Residenze sanitarie assistenziali). Qui, le persone “diversamente giovani” hanno la possibilità di condividere la quotidianità e ricevere ogni giorno assistenza e cure dal personale sanitario e dagli operatori sociali. Alcuni di loro hanno una condizione di salute che non gli permetterebbe di tornare a casa e vivere in autonomia o con il solo aiuto dei propri cari.

Ivana è un’anziane residente in RSA. Qui con una delle “Nipoti di Babbo Natale” pronti, in tutta Italia,a regalare un desiderio a queste persone

Altri sono rimasti soli, sopravvissuti a tutte le persone che nella loro vita hanno significato qualcosa. Per molti di loro, dunque, il Natale potrebbe avere un sapore amaro, nostalgico, malinconico, o comunque potrebbe non essere atteso con la gioia e la trepidazione che normalmente invece provano tutti quanti. Ecco perché l’Associazione “Un Sorriso In Più”, dal 2004 impegnata nella mission di stare accanto agli anziani di tutta Italia, ha avuto un’idea geniale che si chiama “Nipoti di Babbo Natale” e che prevede, con la stretta collaborazione degli operatori sociali delle RSA nazionali, la raccolta dei desideri di ciascun anziano, l’inserimento della “lettera a Babbo Natale” digitale in un apposito data base, e la possibilità da parte di chiunque abbia voglia di fare un gesto gentile di realizzare il desiderio espresso e trasformarsi nel “nipote” acquisito di una persona anziana della propria città, oppure che si trova dall’altra parte dello Stivale.
“In realtà – spiega a Luce! Laura Bricola, una delle referenti dell’associazione – il nostro progetto si è ispirato ad un’iniziativa nata in Repubblica Ceca nel 2017, che era riuscita a realizzare ben 14.000 desideri di anziani. Così nel 2018 siamo partiti anche noi, e da allora ogni anno è stato un crescendo di adesioni da parte delle RSA di tutta Italia, ma anche da parte dei ‘nipoti’ che, su tutto il territorio nazionale, si sono mobilitati perché i desideri dei nonni italiani diventassero realtà”. Fino ad oggi 17.000 sogni si sono avverati e le case di riposo che partecipano con entusiasmo all’iniziativa sono aumentate fino a diventare 324 case nella sola edizione del 2021.

L’associazione Un sorriso in Più ha ‘importato’ nel 2018 un’iniziativa nata in Repubblica Ceca 4 anni prima, per realizzare i desideri degli anziani delle RSA

“Sono da sempre un grande appassionato di calcio – scriveva per esempio il signor Edgardo, di 89 anni -. In gioventù ho giocato per molti anni in Svizzera ed ero pure bravo. Per Natale vorrei ricevere, se non è chiedere troppo, l’abbonamento a Tutto sport, così da essere sempre aggiornato sulle varie news sportive, in particolare quelle riguardanti la mia amata Juventus.” “Buongiorno, sono Silvana – sono le parole di una signora di 83 anni-. Questo purtroppo sarà il primo Natale senza il mio adorato marito e mi piacerebbe poter attaccare in camera mia, vicino alla sua foto, una bella ghirlanda natalizia, che dia luce a tutta la stanza. Vi ringrazio infinitamente!”. E ancora, per fare giusto qualche esempio, il desiderio di Maria – 101 anni – è questo: “Sono un’amante dei fiori, ne ho sempre avuti tanti in casa ed ora che mi trovo in struttura mi piacerebbe tenere una piantina sul comodino della mia stanza per ricordare il tempo passato sentendone il profumo.”

Un’anziana signora con un orsetto gigante regalatole dai Nipoti di Babbo Natale

Signora Bricola, il vostro sembra essere davvero un progetto capace di regalare emozioni forti, sia per chi esprime il desiderio, sia per chi lo realizza. Ci spiega qualcosa in più su come funziona?
“Abbiamo attivato una piattaforma sul sito www.nipotidibabbonatale.it nella quale ciascuna residenza per anziani può inserire i desideri dei propri ospiti. A partire da ottobre di ogni anno, le persone anziane possono raccontare la propria storia ed esprimere un desiderio. È un momento di grande importanza per loro, soprattutto in prossimità di una festa speciale come il Natale, che dovrebbe essere gioiosa per tutti. Attraverso questo progetto si sentono considerati, ascoltati, perché anche un desiderio piccolo rappresenta qualcosa di prezioso, qualcosa che quasi sempre ha una storia alle spalle e che, come una specie di magia, qualcuno nel mondo avrà interesse ad ascoltare e a realizzare. È bellissimo vedere gli occhi di una persona brillare di meraviglia e di felicità, quando vede il proprio sogno avverato”.

Chi volesse realizzare il desiderio di un anziano cosa dovrebbe fare?
“Basterà collegarsi al nostro sito. I desideri espressi sono visibili online, nell’apposita sezione ‘desideri’ che ospita il nome della persona anziana, la sua età, il luogo in cui risiede, e la descrizione del suo desiderio. Faccio un esempio: un anziano desidera vedere pubblicata la storia della propria vita in un libro e chiede se ci sia un nipote disposto a stamparne qualche copia da distribuire ai suoi familiari. Chiunque può scegliere di regalare un sogno come questo cliccando sul desiderio e lasciando i propri recapiti; in breve tempo un referente della casa di riposo si metterà in contatto con il nipote stesso per concordare le modalità di realizzazione del desiderio”.

Giuseppina, felice mentre indossa la maglia della sua squadra del cuore, il Milan

Qualche esempio di desiderio espresso?
“Ce ne sono molti. Qualcuno chiede cose piccole e semplici come un paio di pantofole nuove, un profumo, un maglione caldo. Qualcun altro chiede di passare una giornata insieme o andare a mangiare una pizza. Qualsiasi sia il desiderio, la mediazione tra l’anziano e il nipote avviene per opera degli educatori della casa di riposo. Quando è possibile, il nipote di Babbo Natale porta il proprio regalo di persona, in modo che possa nascere un’amicizia. Altrimenti il pacco viene spedito: in questo caso, se possibile, viene organizzata una video chiamata durante la quale i due si possono comunque incontrare. Ecco dunque che gli educatori finiscono col prendersi cura sia degli anziani che dei nipoti e, devo dire, più i nipoti si sentono coinvolti più si crea quel legame intenso che permette ad un anziano di percepire il calore di una famiglia allargata. Talvolta si scrivono, si telefonano, si scambiano regali”.

Si tratta sempre di anziani soli al mondo?
“In realtà no. La percentuale di anziani soli che hanno una rete familiare e amicale fragile è bassa. La maggior parte ha condizioni di salute tali che purtroppo non permettono loro di rimanere soli in casa, e a volte vivere con una badante, uno sconosciuto nella propria casa, che magari non comprende il loro dialetto, non li fa sentire a loro agio. In questo senso ci tengo a sottolineare che le RSA non sono luoghi di tristezza e di abbandono, ma ambienti vitali in cui gli operatori portano tanto affetto, dedizione e attenzione, e in cui gli anziani hanno comunque la possibilità di socializzare, di stare bene e realizzare il proprio progetto di vita”.

Il sorriso di quest’anziana signora dimostra quanto anche un piccolo gesto come realizzare il suo desiderio per Natale, possa essere un antidoto a solitudine, tristezza e abbandono

Qual è l’aspetto più emozionante del vostro progetto?
“Non è il regalo in sé che cambia la vita di un anziano, ma il fatto di sapere che una persona si è impegnata a comprare qualcosa per lui, una persona che magari si trova dall’altra parte d’Italia e che si è affezionata alla sua storia. Questo è un gesto d’affetto, che si sente e che spesso fa commuovere gli anziani e anche le persone che di loro si prendono cura. Ogni anno le emozioni sono straordinarie. Pensate che una volta una ragazza partì dalla Puglia per raggiungere una signora pugliese residente a Milano, portarle le orecchiette e farle riascoltare dopo tanti anni l’amato dialetto natio”.

La signora Laura aveva espresso il desiderio di ricevere delle creme, perché anche da anziana vuole ancora sentirsi donna e curare la sua femminilità

Ci racconta il desiderio più particolare che sia stato espresso in questi anni?
“Ce ne sono diversi. Mi viene in mente un signore che ha chiesto di poter prendere per la prima volta l’aereo e un altro che ha potuto tornare sulle piste da sci. Quest’ultimo essendo seduto su una carrozzina pensava che fosse un sogno irrealizzabile: ma i nipoti sono persone straordinarie che attivano risorse impensabili; sono state prese tutte le precauzioni del caso e il desiderio è stato realizzato. Una signora invece voleva fare un giro in moto, e si è vista arrivare in RSA un ragazzo su una moto rombante. Ancora, una signora che era stata docente di Italiano Greco e Latino, ha chiesto di tornare in cattedra nel proprio liceo per un giorno e ha tenuto una lezione davanti ad una classe di liceali affascinati e commossi.
Un’altra volta un signore che si era ripromesso in gioventù di indossare una cravatta rossa in caso si fosse laureato, non avendo completato mai gli studi ha chiesto di poter ricevere la cravatta comunque, per indossarla almeno una volta. Ma forse il più commovente è stato il desiderio di un signore che, residente in RSA insieme alla moglie, ha chiesto di poter rinnovare i voti matrimoniali. Il rito è stato celebrato sulla terrazza della casa di riposo e il loro nipote di Babbo Natale ha fatto dono della torta nuziale. La magia di questo progetto è che spesso neanche gli operatori che si prendono cura ogni giorno degli anziani conoscono i loro desideri più intimi, ma con il progetto questi emergono, prendono vita e la persona anziana vede riconosciuta la propria unicità. In un certo senso, questo cambia la prospettiva dell’educatore e dell’intera equipe, che scopre la bellezza di un progetto di cura che mette al centro il desiderio dell’anziano”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Tra magia e meraviglia, il Natale degli anziani di tutta Italia si accende di emozione e si riscalda grazie al calore del piccolo esercito dei “Nipoti di Babbo Natale”. Ma, per raccontare a dovere una storia che fa davvero bene al cuore, è giusto cominciare dal principio. Conosciamo tutti la situazione degli anziani che, per ragioni di salute o perché sono rimasti soli al mondo, vivono la loro esistenza nelle case di riposo presenti sull'intero territorio nazionale, meglio note con il nome di RSA (Residenze sanitarie assistenziali). Qui, le persone “diversamente giovani” hanno la possibilità di condividere la quotidianità e ricevere ogni giorno assistenza e cure dal personale sanitario e dagli operatori sociali. Alcuni di loro hanno una condizione di salute che non gli permetterebbe di tornare a casa e vivere in autonomia o con il solo aiuto dei propri cari.
Ivana è un'anziane residente in RSA. Qui con una delle "Nipoti di Babbo Natale" pronti, in tutta Italia,a regalare un desiderio a queste persone
Altri sono rimasti soli, sopravvissuti a tutte le persone che nella loro vita hanno significato qualcosa. Per molti di loro, dunque, il Natale potrebbe avere un sapore amaro, nostalgico, malinconico, o comunque potrebbe non essere atteso con la gioia e la trepidazione che normalmente invece provano tutti quanti. Ecco perché l'Associazione “Un Sorriso In Più”, dal 2004 impegnata nella mission di stare accanto agli anziani di tutta Italia, ha avuto un'idea geniale che si chiama “Nipoti di Babbo Natale” e che prevede, con la stretta collaborazione degli operatori sociali delle RSA nazionali, la raccolta dei desideri di ciascun anziano, l'inserimento della “lettera a Babbo Natale” digitale in un apposito data base, e la possibilità da parte di chiunque abbia voglia di fare un gesto gentile di realizzare il desiderio espresso e trasformarsi nel “nipote” acquisito di una persona anziana della propria città, oppure che si trova dall'altra parte dello Stivale. "In realtà - spiega a Luce! Laura Bricola, una delle referenti dell'associazione - il nostro progetto si è ispirato ad un'iniziativa nata in Repubblica Ceca nel 2017, che era riuscita a realizzare ben 14.000 desideri di anziani. Così nel 2018 siamo partiti anche noi, e da allora ogni anno è stato un crescendo di adesioni da parte delle RSA di tutta Italia, ma anche da parte dei 'nipoti' che, su tutto il territorio nazionale, si sono mobilitati perché i desideri dei nonni italiani diventassero realtà". Fino ad oggi 17.000 sogni si sono avverati e le case di riposo che partecipano con entusiasmo all'iniziativa sono aumentate fino a diventare 324 case nella sola edizione del 2021.
L'associazione Un sorriso in Più ha 'importato' nel 2018 un'iniziativa nata in Repubblica Ceca 4 anni prima, per realizzare i desideri degli anziani delle RSA
"Sono da sempre un grande appassionato di calcio – scriveva per esempio il signor Edgardo, di 89 anni -. In gioventù ho giocato per molti anni in Svizzera ed ero pure bravo. Per Natale vorrei ricevere, se non è chiedere troppo, l'abbonamento a Tutto sport, così da essere sempre aggiornato sulle varie news sportive, in particolare quelle riguardanti la mia amata Juventus." “Buongiorno, sono Silvana – sono le parole di una signora di 83 anni-. Questo purtroppo sarà il primo Natale senza il mio adorato marito e mi piacerebbe poter attaccare in camera mia, vicino alla sua foto, una bella ghirlanda natalizia, che dia luce a tutta la stanza. Vi ringrazio infinitamente!”. E ancora, per fare giusto qualche esempio, il desiderio di Maria - 101 anni - è questo: “Sono un'amante dei fiori, ne ho sempre avuti tanti in casa ed ora che mi trovo in struttura mi piacerebbe tenere una piantina sul comodino della mia stanza per ricordare il tempo passato sentendone il profumo."
Un'anziana signora con un orsetto gigante regalatole dai Nipoti di Babbo Natale
Signora Bricola, il vostro sembra essere davvero un progetto capace di regalare emozioni forti, sia per chi esprime il desiderio, sia per chi lo realizza. Ci spiega qualcosa in più su come funziona? "Abbiamo attivato una piattaforma sul sito www.nipotidibabbonatale.it nella quale ciascuna residenza per anziani può inserire i desideri dei propri ospiti. A partire da ottobre di ogni anno, le persone anziane possono raccontare la propria storia ed esprimere un desiderio. È un momento di grande importanza per loro, soprattutto in prossimità di una festa speciale come il Natale, che dovrebbe essere gioiosa per tutti. Attraverso questo progetto si sentono considerati, ascoltati, perché anche un desiderio piccolo rappresenta qualcosa di prezioso, qualcosa che quasi sempre ha una storia alle spalle e che, come una specie di magia, qualcuno nel mondo avrà interesse ad ascoltare e a realizzare. È bellissimo vedere gli occhi di una persona brillare di meraviglia e di felicità, quando vede il proprio sogno avverato". Chi volesse realizzare il desiderio di un anziano cosa dovrebbe fare? "Basterà collegarsi al nostro sito. I desideri espressi sono visibili online, nell'apposita sezione 'desideri' che ospita il nome della persona anziana, la sua età, il luogo in cui risiede, e la descrizione del suo desiderio. Faccio un esempio: un anziano desidera vedere pubblicata la storia della propria vita in un libro e chiede se ci sia un nipote disposto a stamparne qualche copia da distribuire ai suoi familiari. Chiunque può scegliere di regalare un sogno come questo cliccando sul desiderio e lasciando i propri recapiti; in breve tempo un referente della casa di riposo si metterà in contatto con il nipote stesso per concordare le modalità di realizzazione del desiderio".
Giuseppina, felice mentre indossa la maglia della sua squadra del cuore, il Milan
Qualche esempio di desiderio espresso? "Ce ne sono molti. Qualcuno chiede cose piccole e semplici come un paio di pantofole nuove, un profumo, un maglione caldo. Qualcun altro chiede di passare una giornata insieme o andare a mangiare una pizza. Qualsiasi sia il desiderio, la mediazione tra l'anziano e il nipote avviene per opera degli educatori della casa di riposo. Quando è possibile, il nipote di Babbo Natale porta il proprio regalo di persona, in modo che possa nascere un'amicizia. Altrimenti il pacco viene spedito: in questo caso, se possibile, viene organizzata una video chiamata durante la quale i due si possono comunque incontrare. Ecco dunque che gli educatori finiscono col prendersi cura sia degli anziani che dei nipoti e, devo dire, più i nipoti si sentono coinvolti più si crea quel legame intenso che permette ad un anziano di percepire il calore di una famiglia allargata. Talvolta si scrivono, si telefonano, si scambiano regali”. Si tratta sempre di anziani soli al mondo? "In realtà no. La percentuale di anziani soli che hanno una rete familiare e amicale fragile è bassa. La maggior parte ha condizioni di salute tali che purtroppo non permettono loro di rimanere soli in casa, e a volte vivere con una badante, uno sconosciuto nella propria casa, che magari non comprende il loro dialetto, non li fa sentire a loro agio. In questo senso ci tengo a sottolineare che le RSA non sono luoghi di tristezza e di abbandono, ma ambienti vitali in cui gli operatori portano tanto affetto, dedizione e attenzione, e in cui gli anziani hanno comunque la possibilità di socializzare, di stare bene e realizzare il proprio progetto di vita”.
Il sorriso di quest'anziana signora dimostra quanto anche un piccolo gesto come realizzare il suo desiderio per Natale, possa essere un antidoto a solitudine, tristezza e abbandono
Qual è l'aspetto più emozionante del vostro progetto? "Non è il regalo in sé che cambia la vita di un anziano, ma il fatto di sapere che una persona si è impegnata a comprare qualcosa per lui, una persona che magari si trova dall'altra parte d'Italia e che si è affezionata alla sua storia. Questo è un gesto d'affetto, che si sente e che spesso fa commuovere gli anziani e anche le persone che di loro si prendono cura. Ogni anno le emozioni sono straordinarie. Pensate che una volta una ragazza partì dalla Puglia per raggiungere una signora pugliese residente a Milano, portarle le orecchiette e farle riascoltare dopo tanti anni l'amato dialetto natio”.
La signora Laura aveva espresso il desiderio di ricevere delle creme, perché anche da anziana vuole ancora sentirsi donna e curare la sua femminilità
Ci racconta il desiderio più particolare che sia stato espresso in questi anni? "Ce ne sono diversi. Mi viene in mente un signore che ha chiesto di poter prendere per la prima volta l'aereo e un altro che ha potuto tornare sulle piste da sci. Quest’ultimo essendo seduto su una carrozzina pensava che fosse un sogno irrealizzabile: ma i nipoti sono persone straordinarie che attivano risorse impensabili; sono state prese tutte le precauzioni del caso e il desiderio è stato realizzato. Una signora invece voleva fare un giro in moto, e si è vista arrivare in RSA un ragazzo su una moto rombante. Ancora, una signora che era stata docente di Italiano Greco e Latino, ha chiesto di tornare in cattedra nel proprio liceo per un giorno e ha tenuto una lezione davanti ad una classe di liceali affascinati e commossi. Un'altra volta un signore che si era ripromesso in gioventù di indossare una cravatta rossa in caso si fosse laureato, non avendo completato mai gli studi ha chiesto di poter ricevere la cravatta comunque, per indossarla almeno una volta. Ma forse il più commovente è stato il desiderio di un signore che, residente in RSA insieme alla moglie, ha chiesto di poter rinnovare i voti matrimoniali. Il rito è stato celebrato sulla terrazza della casa di riposo e il loro nipote di Babbo Natale ha fatto dono della torta nuziale. La magia di questo progetto è che spesso neanche gli operatori che si prendono cura ogni giorno degli anziani conoscono i loro desideri più intimi, ma con il progetto questi emergono, prendono vita e la persona anziana vede riconosciuta la propria unicità. In un certo senso, questo cambia la prospettiva dell'educatore e dell’intera equipe, che scopre la bellezza di un progetto di cura che mette al centro il desiderio dell’anziano".
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