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Home » Spettacolo » Maneskin superospiti all’Ariston. La classifica dei brani in gara a Sanremo

Maneskin superospiti all’Ariston. La classifica dei brani in gara a Sanremo

La rock band di Damiano concede il tris e le pagelle di Gay.it: "Bene le canzoni di Mengoni, Ariete, Oxa, Madame, Elodie, Coma Cose, Gianmaria, Paola e Chiara"

Lucia Lapi
6 Febbraio 2023
Giorgia, Mengoni, Ultimo e Oxa tra i 28 Big di Sanremo 2023

Giorgia, Mengoni, Ultimo e Oxa tra i 28 Big di Sanremo 2023

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I Maneskin torneranno a Sanremo. Saranno i superospiti della terza serata del Festival, giovedì 9 febbraio. Per il gruppo di Damiano si tratta del terzo Sanremo consecutivo, dopo la vittoria del 2021 (con Zitti e buoni) che li ha lanciato verso il trionfo dell’Eurovision Song e la conquista degli Stati Uniti, e dopo l’ospitata del 2022. I fan sanno bene che però – nei sogni dei Maneskin – l’autentica notte d’oro sarà quella tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio, ovvero la notte dei Grammy Awards, con la cerimonia che si terrà a Los Angeles e durante la quale la fenomenale band romana saprà se il più importante premio dell’industria musicale Usa, categoria “Best New Artist“, finirà nelle loro giovani mani a dispetto degli altri candidati, i molto meno “glamour“ Anitta, Omar Apollo, DOMi & JD Beck, Muni Long, Samara Joy, Latto, Tobe Nwigwe, Molly Tuttle, Wet Leg.

Damiano David (secondo da sinistra), leader dei Maneskin con Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio
Damiano David (secondo da sinistra), leader dei Maneskin con Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio

Damiano, Victoria, Thomas e Ethan saliranno sul palco dell’Ariston: “Non vediamo l’ora di tornare a Sanremo – ha detto Damiano – ci speravamo, per noi è sempre un onore“. “Li invito ogni anno a prescindere – le parole i Amadeus – perché Sanremo è fortemente legato a loro, ha una marcia in più quando ci sono i Maneskin. Stavolta arriveranno direttamente dagli Usa. Vedrete cosa accadrà con loro: sarà energia allo stato puro“.

I Maneskin ancora star negli Usa, suoneranno al Coachella Festival

Proprio in questi giorni è uscito il loro nuovo album, Rush!, e per il lancio i ragazzi hanno anche celebrato una sorta di matrimonio laico l’altra sera nella loro Roma, officiante Alessandro Michele, ad applaudirli una folla di vip, da Paolo Sorrentino a Baz Luhrmann. Indubbiamente un altro periodo magico, per loro. Anche se – assieme alla “stoccata“ dell’altro ieri di Uto Ughi: “I Maneskin sono un’offesa alla cultura e all’arte; non fanno musica, urlano» – dagli Usa è arrivata pure la stroncatura del loro disco nell’articolo, a firma Spencer Kornhaber, di The Atlantic, dal titolo: “Questa è la rock band che dovrebbe salvare il Rock and Roll?“. “Certamente i Maneskin fanno musica con ingredienti molto audaci“, scrive Kornhaber. Ma Rush! “dimostra con forza come in realtà il fascino della band non sia la loro musica“ che si risolve in “imitazioni di gruppi come i Jet“, mentre alcuni atteggiamenti che vogliono richiamare i grandi del rock, come alcuni testi che trattano di temi tabù, risultano “timidi tentativi di scioccare e provocare fastidio“.

Sanremo 2023, le pagelle alle canzoni in gara

Queste pagelle sono state redatte dal sito Gay.it, come da regolamento Rai, dopo un solo e unico ascolto delle versioni prodotte in studio. A Sanremo i brani saranno in gara bella versione arrangiata per l’orchestra.

Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato” – voto 5
Timbro sofferente, sospirato, magnetico come ai vecchi tempi: e noi ci caschiamo di nuovo. Ballata acustica grignaniana, amarezza e nostalgia di un uomo maturo che parla di suo padre.

Colapesce Di Martino – “Splash” – voto 6
Agrodolce indie nostalgico con pulsioni di neomelodico napo-italiano. È un tuffo nel blu (Splash!) in un mare che ci culla tra liberazione e nausea. Comfort zone, ma il brano si fa subito amare.

Articolo 31 – “Un bel viaggio” – voto 5
Solite melodie, testi da peter pan che non cresce mai, litigi assopiti, saggezze da bar, qualche scratch da cattivoni e alcuni versi rappati in modalità “anziani”. Parabola conformista compiuta.

 

Gianmaria – “Mostro” – voto: 7
Per Gianmaria, in gara con ‘Mostro’, il voto di Gay.it è 7

Gianmaria – “Mostro” – voto: 7
Arrangiamenti intubati lo-fi e piccoli sensi di colpa familiari: in pochi secondi ci porta nel suo mondo di paranoie, nevrosi e sussulti di vitalità. Grande talento, un po’ scrittore, un po’ poeta, un po’ performer.

Anna Oxa – “Sali” – voto: 8
Tutto quello che volevamo, e ancora di più. Le spinte ideali di una liberazione ascendono a preghiera pop in perfetto sound anni ’90, voce che graffia i tappeti di tastiere. Canzone perfetta, Anna magnifica.

Mr Rain – “Supereroi” – voto: 5
Il nobile intento di parlare di salute mentale affoga in un brano tradizionale, con melodie ritrite e una certa banalità di arrangiamento. Sindrome da Sanremo? Peccato. Testo molto bello.

Rosa Chemical porta in gara a Sanremo “Made in Italy”
Rosa Chemical porta in gara a Sanremo “Made in Italy”

Rosa Chemical – “Made in Italy” – voto 6
Esplosione e casino, arrangiamenti super-contemporanei e un caos di neo-melodico e rossetti in ufficio e sesso rubato, finché non bussa la vicina: funziona tutto e c’è pure un andamento lento.

Giorgia – “Parole dette male” – voto 5
Una bella canzone di Giorgia come tante altre canzoni di Giorgia, cantata davvero bene da Giorgia, e del resto sa cantare benissimo Giorgia: pensiero profondo come un capello biondo.

LDA – “Se poi domani” – voto 5
La canzonetta ha i giri melodici in saliscendi, ben disegnati per gli algoritmi socialnetworkisti, per il resto è una noia mortale, non ha nulla di nuovo, nulla di antico, nulla di sorprendente.

Lazza – “Cenere” – voto 5
Una canzone di Elodie, ma a cantare è Lazza. Perfettamente funzionante per Sanremo. Perfettamente funzionante in radio. Tutto perfetto, ma Lazza dov’è?

Ariete ha scritto ’L’ultima notte’ (certificato disco di platino), selezionata come colonna sonora della serie Netflix “Summertime”.
Ariete ha scritto ’L’ultima notte’ (certificato disco di platino), selezionata come colonna sonora della serie Netflix “Summertime”.

Ariete – “Mare di guai” – voto 8
Il racconto di una tormentata relazione tra ragazze fluisce come liquida poesia. Un brano di delicata potenza che sedurrà il Festival, un’artista dal carisma solido e gentile.

Sethu – “Cause perse” – voto 5
A Sanremo Giovani aveva sciorinato grande personalità, ma il brano del Festival risuona troppo “Blanco” (?): sperando che dal palco dell’Ariston ci faccia ricredere.

Tananai – “Tango” – voto 6
Ballata avvolgente e sensuale, che ci accompagna nel micro cosmo pulp-romantico di Tananai. Il nostro chansonnier melanconico vorrebbe bissare la magnetica “Abissale”. Lo aspettiamo al live.

Levante – “Vivo” – voto 7
Vive come piace a lei, scrive come piace a lei, canta come piace a lei e fa sesso come piace a lei: canzone manifesto di Levante (un’altra), sempre liberatoria, forse un po’ ombelicale.

Leo Gassman – “Terzo cuore” – voto 5
Forse vorrebbe (non) dirci qualcosa, la canzone parte con ritmo incalzante, per poi montare una melodia che funziona, ma il maledetto terzo cuore sembra non esplodere mai. E forse è il suo bello.

Modà – “Lasciami” – voto 5
Una carezza di voce iniziale, quindi l’ascesa dei canonici giri melodici alla Modà, le chitarre alla Modà. Una canzone alla Modà. Ma che giorno è, chiede il testo. Già: non siamo mica nel 2023?

 

Marco Mengoni (foto Alvaro Beamud Cortes)
Marco Mengoni, 343 anni (foto Alvaro Beamud Cortes)

Marco Mengoni – Due vite – voto 9
Sprazzi di due vite vibrano tra le corde vocali di un gigante della canzone. Mengoni prende una luna, la fa esplodere in gola e noi versiamo lacrime e brividi di dolore, gioia e vita. Immenso.

Shari – Egoista – voto: 7
Accelera trappando, poi si scioglie in melodia, nel frattempo parla di amore tra ragazze, il bit è veloce e noi vaghiamo dentro un cupo racconto di contemporanea franchezza e tormento.

Paola e Chiara – Furore – voto: 7
Pista è la prima parola, e vai con dance e ritmo, c’è pure la nostalgia primi 2000, nei saliscendi melodici, come nel sound e nell’arrangiamento: pronte per un rinnovato tormentone.

Cugini di campagna – “Lettera 22” – voto: 7
Non c’è falsetto, ma la sottigliezza della voce è un ponte sui ’70 che i La Rappresentante Di Lista (autori) maneggiano con genio: non lasciarmi solo! Sicuro tormentone e premio sofisticatezza.

Olly – “Polvere” – voto: 5
Mood dance, ma il brano ha poche vibrazioni e presenta la dovuta dose di giustezza di un prodotto tarato a pennello. Con coraggio Olly canta in falsetto i punti più importanti.

Ultimo – “Alba” – voto: 5
Tutta in crescendo, questa ballata intimista per nulla sanremese e per nulla facile sale, sale, sale fino a un potente acme finale: onore a Ultimo che esce dalla comfort zone. Sperando sieda al pianoforte.

Madame sul palco di Sanremo 2022
Madame sul palco di Sanremo 2022

Madame – “Il bene nel male” – voto: 8
Sound elettronico, mood e tempi semi-techno, voce da intelligenza artificiale, sofisticazione massima e brano anti-Sanremo: Madame non retrocede di mezzo bit. Sei la nostra magnifica…

Will – “Stupido” – voto: 5
Voleva fare il poeta e il testo, scritto di suo pugno, dice che poeta lo è già: musiche e produzione più banali non fanno decollare il brano, nonostante una voce avvolgente e sicura.

Mara Sattei – Duemilaminuti –  voto: 7
Sound disturbato come un vuoto, testo molto bello, Mara canta da paura strofe ansiogene che angosciano, poi chiede spiegazioni nel ritornello: un dubbio atroce.

Colla Zio – “Non mi va” – voto: 5
Rappano (o trappano?), fanno caciara – la mia lingua è un m… – e quindi sparano ritornelli in coro, si sente vivo un tratto autoriale, funzionano, ma alla fine sono solo simpatici.

Coma cose – “L’addio” – voto: 7
Dove c’era un balcone di gerani, troviamo ora una ringhiera e uno strapiombo: continua la saga di un amore che danza su melodie amabili, che vogliamo già cantare. Nulla di nuovo, ma va bene così.

Elodie – “Due” – voto: 7

C’è ritmo e c’è intimità, due elementi che Elodie fa vibrare con talento, nella sua identità ormai definita, forse troppo definita. Ferma? Brano potente, ma che sia l’ultimo di questa serie!

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
I Maneskin torneranno a Sanremo. Saranno i superospiti della terza serata del Festival, giovedì 9 febbraio. Per il gruppo di Damiano si tratta del terzo Sanremo consecutivo, dopo la vittoria del 2021 (con Zitti e buoni) che li ha lanciato verso il trionfo dell’Eurovision Song e la conquista degli Stati Uniti, e dopo l’ospitata del 2022. I fan sanno bene che però – nei sogni dei Maneskin – l’autentica notte d’oro sarà quella tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio, ovvero la notte dei Grammy Awards, con la cerimonia che si terrà a Los Angeles e durante la quale la fenomenale band romana saprà se il più importante premio dell’industria musicale Usa, categoria “Best New Artist“, finirà nelle loro giovani mani a dispetto degli altri candidati, i molto meno “glamour“ Anitta, Omar Apollo, DOMi & JD Beck, Muni Long, Samara Joy, Latto, Tobe Nwigwe, Molly Tuttle, Wet Leg.
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Sanremo 2023, le pagelle alle canzoni in gara

Queste pagelle sono state redatte dal sito Gay.it, come da regolamento Rai, dopo un solo e unico ascolto delle versioni prodotte in studio. A Sanremo i brani saranno in gara bella versione arrangiata per l’orchestra. Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato” – voto 5 Timbro sofferente, sospirato, magnetico come ai vecchi tempi: e noi ci caschiamo di nuovo. Ballata acustica grignaniana, amarezza e nostalgia di un uomo maturo che parla di suo padre. Colapesce Di Martino – “Splash” – voto 6 Agrodolce indie nostalgico con pulsioni di neomelodico napo-italiano. È un tuffo nel blu (Splash!) in un mare che ci culla tra liberazione e nausea. Comfort zone, ma il brano si fa subito amare. Articolo 31 – “Un bel viaggio” – voto 5 Solite melodie, testi da peter pan che non cresce mai, litigi assopiti, saggezze da bar, qualche scratch da cattivoni e alcuni versi rappati in modalità “anziani”. Parabola conformista compiuta.  
Gianmaria – “Mostro” – voto: 7
Per Gianmaria, in gara con 'Mostro', il voto di Gay.it è 7
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Rosa Chemical porta in gara a Sanremo “Made in Italy”
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Madame sul palco di Sanremo 2022
Madame sul palco di Sanremo 2022
Madame – “Il bene nel male” – voto: 8 Sound elettronico, mood e tempi semi-techno, voce da intelligenza artificiale, sofisticazione massima e brano anti-Sanremo: Madame non retrocede di mezzo bit. Sei la nostra magnifica... Will – “Stupido” – voto: 5 Voleva fare il poeta e il testo, scritto di suo pugno, dice che poeta lo è già: musiche e produzione più banali non fanno decollare il brano, nonostante una voce avvolgente e sicura. Mara Sattei – Duemilaminuti –  voto: 7 Sound disturbato come un vuoto, testo molto bello, Mara canta da paura strofe ansiogene che angosciano, poi chiede spiegazioni nel ritornello: un dubbio atroce. Colla Zio – “Non mi va” – voto: 5 Rappano (o trappano?), fanno caciara – la mia lingua è un m… – e quindi sparano ritornelli in coro, si sente vivo un tratto autoriale, funzionano, ma alla fine sono solo simpatici. Coma cose – “L’addio” – voto: 7 Dove c’era un balcone di gerani, troviamo ora una ringhiera e uno strapiombo: continua la saga di un amore che danza su melodie amabili, che vogliamo già cantare. Nulla di nuovo, ma va bene così. Elodie – “Due” – voto: 7 C’è ritmo e c’è intimità, due elementi che Elodie fa vibrare con talento, nella sua identità ormai definita, forse troppo definita. Ferma? Brano potente, ma che sia l’ultimo di questa serie!
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