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Home » Spettacolo » Festival di Sanremo. Elodie con “Due”: “Una relazione finita male, diversa da come appare all’esterno”

Festival di Sanremo. Elodie con “Due”: “Una relazione finita male, diversa da come appare all’esterno”

La 32enne romana torna sul palco dell'Ariston con un bran su un "rapporto complesso". Il 10 febbraio uscirà il disco "Ok. Respira" giorni dopo il documentario su Prime Video

Marianna Grazi
4 Febbraio 2023
Elodie, 32 anni, romana, protagonista del documentario "Sento ancora la vertigine" in uscita il 20 febbraio su Amazon Prime Video

Elodie, 32 anni, romana, protagonista del documentario "Sento ancora la vertigine" in uscita il 20 febbraio su Amazon Prime Video

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“Sento ancora la vertigine“. Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l’artista tra le più acclamate degli ultimi anni è nella vita dietro le quinte. Uscirà il 20 febbraio su Amazon Prime Video e a fare da filo conduttore del docufilm sarà il suo ammaliante talento, lo stesso che mostrerà anche sul palco del Teatro Ariston, dove torna per la terza volta come concorrente (la consacrazione arriva a Sanremo 2017 e partecipa poi al Festival nel 2020) e dopo aver indossato anche i panni di co-conduttrice alla seconda serata nell’edizione 2021.

 

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L’amore finito e il rispetto per la persona

“I miei ultimi due anni in una docu-serie. Da Sanremo ‘21 a Sanremo ‘23. Ci tenevo a far vedere cose a cui nessuno ha accesso” scrive la cantante su Instagram parlando del documentario in uscita. “Ad esempio quanto è dura scegliere una canzone per Sanremo. Alla fine ce l’ho fatta e si chiama ‘Due‘”. La madrina del Roma Pride 2022 dal palco dell’Ariston canta l’amore, in un’ode a un rapporto iniziato e finito già male. “La mia canzone parla di un rapporto complesso… se si può dire è un out-out” ha detto del brano scritto da Federica Abbate e Jacopo Ettorre. Che faccia riferimento alla fine della storia con il rapper Marracash? Difficile da dirsi, anche se durante una recente intervista al Corriere delle Sera la 32enne è tornata sulla questione, spiegando cosa non abbia funzionato col suo ex fidanzato: “Metaforicamente parlando non voglio ‘difendermi’ a casa, quello deve essere il porto sicuro. Ci deve essere rispetto per l’identità dell’altra persona, l’amore viene da lì”.

Elodie con il cast di “Ti mangio il cuore” alla Mostra del cinema di Venezia

Il nuovo disco: “Ok. Respira”

Intanto dietro le quinte, nella vita reale appunto, Elodie ha ritrovato la serenità al fianco di Andrea Iannone e racconta: “Sono felice. La cosa più importante è che ho capito cosa voglio e come non voglio sentirmi”. Sono questi i sentimenti che animano il suo nuovo disco “Ok. Respira“, in uscita il 10 febbraio. “Ci lavoravamo da due anni, ho avuto la grandissima fortuna di avere un team di grandissimi artisti, persone con le quali ho un rapporto importante” ricorda la romana, che ha recentemente fatto il suo esordio come attrice, nel film “Ti mangio il cuore“, firmato da Pippo Mezzapesa e presentato in Concorso nella sezione Orizzonti alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. “Da Dardust a Mahmood, da Elisa a Federica Abbate, a Davide Petrella. Sono tutte persone che hanno costruito insieme a me il mio piccolo percorso”. Tredici le tracce, 7 delle quali inedite. È orgogliosa del nuovo disco, l’artista, per un motivo ben preciso: “Per la prima volta sono riuscita a collaborare alla scrittura di un disco e riuscire nel mio desiderio. Questo mestiere per gli interpreti è complesso, riuscire a far valere la propria visione. È stata una discussione che mi sono portata dalla fine di Amici ad oggi. Questo disco, quindi, ha tutte le mie anime”.

 

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Il brano per Sanremo: “‘Due’ mi aiuta a raccontarmi”

Al Festival di Sanremo Elodie torna con un singolo che mescola la malinconia di una storia d’amore con la costante l’incertezza, tanto che il rapporto è destinato a non avere un futuro: “È un brano che mi aiuta a raccontarmi e a raccontare una relazione finita male, ma soprattutto una relazione che è vista dall’esterno diversamente da com’è all’interno”. Del pezzo “mi sono innamorata al primo ascolto”, assicura l’artista romana che aggiunge: “Io e Federica Abbate eravamo casualmente in un periodo molto simile della nostra vita e ho pensato che fosse una grande occasione, le coincidenze sono le cose a cui mi aggrappo. Ho sentito che era una hit, ho la fissa per le hit, mi piacciono”. Un ‘matrimonio’ con il pezzo che però non è stato facile da celebrare: “Ho trovato grande difficoltà nell’interpretarla, nel cantarla. È molto mia, ma allo stesso tempo ho dovuto trovare gli spazi per i fiati. Il titolo del disco sembra sempre che mi rincorra. È stato un pezzo che mi ha fatto arrabbiare molto con me stessa, che non mi ha fatto sentire brava abbastanza”.

L’empowerment femminile nel duetto con Big Mama

Elodie sarà in gara a Sanremo con il brano “Due” mentre nella serata cover duetterà con Big Mama sulle note di “American Woman”

Non si nasconde e sul più prestigioso palco italiano porta così anche le sue insicurezze, carburante (insieme alla sua fame di fare bene) di un progetto personale che l’ha vista debuttare ad Amici nel 2015 e la trova oggi tra i principali e più amati artisti italiani. “Mi sento cosciente dei miei limiti, questo è già un grandissimo punto di partenza – confessa- sono andata in terapia più volte proprio per questo. A volte sono aggressiva perché sono piccola, si arrabbia chi ha paura, chi si deve difendere. Le persone che sono serene, che sono convinte di quello che sono non si arrabbiano. Io, in questo, ho una bambina dentro di me che proteggo e che non è cresciuta nel modo giusto. Per quello non si può far niente, il tempo è passato. Posso solo darle gli strumenti per vivere bene, piano piano, giorno per giorno, rispettandola”. Un messaggio di empowerment femminile che la 32enne lancerà anche nella serata delle cover, cantando “American Woman”, nella versione rock di Lenny Kravitz con BigMama: “Era la mia prima idea, anche se i miei manager mi suggerivano di cantare una canzone in italiano. Avevo bisogno, invece, di cantare un pezzo che avesse una potenza e dei colori diversi rispetto a quello che ho cantato altre volte. È un pezzo che ho cantato per la prima volta a un live al Magnolia (a Milano, ndr), però mi piaceva l’idea di raccontarlo a più persone possibili”. E sul duetto aggiunge: “Ho pensato fosse geniale avere BigMama. Intanto perché siamo due donne – con due età diverse, io ne ho 32, lei 22 – con due modi completamente diversi di vivere la nostra femminilità. Allo stesso tempo, siamo fiere alla stessa maniera di essere come siamo. Ci saranno altre quattro donne sul palco che faranno i cori. È un pezzo al femminile – conclude –  ed è un pezzo che riesce a raccontare la parte più rock di me”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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Il nuovo disco: "Ok. Respira"

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Il brano per Sanremo: "'Due' mi aiuta a raccontarmi"

Al Festival di Sanremo Elodie torna con un singolo che mescola la malinconia di una storia d'amore con la costante l'incertezza, tanto che il rapporto è destinato a non avere un futuro: "È un brano che mi aiuta a raccontarmi e a raccontare una relazione finita male, ma soprattutto una relazione che è vista dall'esterno diversamente da com'è all'interno". Del pezzo "mi sono innamorata al primo ascolto", assicura l'artista romana che aggiunge: "Io e Federica Abbate eravamo casualmente in un periodo molto simile della nostra vita e ho pensato che fosse una grande occasione, le coincidenze sono le cose a cui mi aggrappo. Ho sentito che era una hit, ho la fissa per le hit, mi piacciono". Un 'matrimonio' con il pezzo che però non è stato facile da celebrare: "Ho trovato grande difficoltà nell'interpretarla, nel cantarla. È molto mia, ma allo stesso tempo ho dovuto trovare gli spazi per i fiati. Il titolo del disco sembra sempre che mi rincorra. È stato un pezzo che mi ha fatto arrabbiare molto con me stessa, che non mi ha fatto sentire brava abbastanza".

L'empowerment femminile nel duetto con Big Mama

Elodie sarà in gara a Sanremo con il brano "Due" mentre nella serata cover duetterà con Big Mama sulle note di "American Woman"
Non si nasconde e sul più prestigioso palco italiano porta così anche le sue insicurezze, carburante (insieme alla sua fame di fare bene) di un progetto personale che l'ha vista debuttare ad Amici nel 2015 e la trova oggi tra i principali e più amati artisti italiani. "Mi sento cosciente dei miei limiti, questo è già un grandissimo punto di partenza - confessa- sono andata in terapia più volte proprio per questo. A volte sono aggressiva perché sono piccola, si arrabbia chi ha paura, chi si deve difendere. Le persone che sono serene, che sono convinte di quello che sono non si arrabbiano. Io, in questo, ho una bambina dentro di me che proteggo e che non è cresciuta nel modo giusto. Per quello non si può far niente, il tempo è passato. Posso solo darle gli strumenti per vivere bene, piano piano, giorno per giorno, rispettandola". Un messaggio di empowerment femminile che la 32enne lancerà anche nella serata delle cover, cantando "American Woman", nella versione rock di Lenny Kravitz con BigMama: "Era la mia prima idea, anche se i miei manager mi suggerivano di cantare una canzone in italiano. Avevo bisogno, invece, di cantare un pezzo che avesse una potenza e dei colori diversi rispetto a quello che ho cantato altre volte. È un pezzo che ho cantato per la prima volta a un live al Magnolia (a Milano, ndr), però mi piaceva l'idea di raccontarlo a più persone possibili". E sul duetto aggiunge: "Ho pensato fosse geniale avere BigMama. Intanto perché siamo due donne - con due età diverse, io ne ho 32, lei 22 - con due modi completamente diversi di vivere la nostra femminilità. Allo stesso tempo, siamo fiere alla stessa maniera di essere come siamo. Ci saranno altre quattro donne sul palco che faranno i cori. È un pezzo al femminile - conclude -  ed è un pezzo che riesce a raccontare la parte più rock di me".
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