E dopo lo
scandalo nel
mondo della ginnastica arriva quello nel
mondo della danza. Dopo le
due ex Farfalle azzurre Nina Corradini e Anna Basta, a cui sono seguite terrificanti dichiarazioni di altre ginnaste come l'ex campionessa mondiale di ritmica
Giulia Galtarossa (31 anni), la
campionessa pratese Marta Pagnini (31 anni), senza dimenticare la campionessa dell'artistica
Vanessa Ferrari, ecco che a parlare di vessazioni e pressioni psicologiche è una
ballerina. Chiara Chillemi, studentessa di danza classica dal 2010 al 2015 presso la prestigiosa Accademia nazionale di danza di Roma, ha raccontato la sua storia
fatta di abusi e pressioni psicologiche.
Laureata in biologia, Chiara si sta specializzando in nutrizione e dietologia clinica. Fonte: Instagram
"Il peso è il tarlo che ti mettono in testa"
La ballerina oggi 27enne, dopo il caso esploso nella
ritmica, ha deciso di raccontarsi a "Repubblica": "Ero in quinta elementare. La danza è stata il primo amore della mia vita. Entrata lì per la prima volta, sorrisi a tutta la classe, ma mi accorsi che nessuna aveva ricambiato il mio sorriso. Né le compagne, né l’insegnante, che si lamentò con mia madre: ero una bambina che rideva troppo". E non poteva mancare, appunto, un riferimento alle insegnanti: "
Il peso è il tarlo che ti mettono in testa. Ci valutavano con uno sguardo. E con l’età dello sviluppo le cose sono andate anche peggio. Il seno era diventato un problema. Le più formose venivano fasciate per nasconderlo e perché credevano che fasciarlo avrebbe impedito il suo sviluppo. Io ero una bambina già
sottopeso, ma avevo un quadricipite da sportiva. La mia insegnante iniziò a tartassarmi,
voleva che dimagrissi a tutti i costi". E da qui è cominciata la
lotta contro il suo corpo: "Durante gli allenamenti avevo capogiri, svenimenti. Mi fermai perché il mio corpo non riusciva a 'togliersi' altro. L
’anoressia era a un centimetro da me. A mensa prendevo il minimo indispensabile, sempre insalata. Una delle insegnanti, che girava tra i tavoli per spiare nei nostri piatti, una volta mi disse 'brava'. Andavo al bagno e sentivo le ragazze vomitare. Quando non sono più riuscita a dimagrire ho iniziato a provocarmi il vomito. Il momento più brutto arrivò un 23 dicembre, davanti a un vassoio di lingue di gatto. Le insegnanti ci misero in fila: le più magre ne avrebbero avute due, altre una, altre ancora nessuna. Una mia amica, magra
ai limiti del ricovero, ne ebbe due. Io non ne “meritai” nessuna. E questa cosa provocò in me un senso di
profondissima umiliazione."
La specializzazione in dietologia clinica: un primo passo verso il cambiamento
Ma il peggio deve ancora venire e si tratta di una conversazione ascoltata davvero raccapricciante: "A una mia compagna l’insegnante disse che avrebbe dovuto fare
sesso con il suo partner di passo a due per rendere più
empatico il balletto. Un’altra insegnante mi fece intendere che forse era arrivato il momento per me, il momento che avessi rapporti sessuali. Mi alterai verso di lei e le dissi “ma come si permette?” Una situazione che
Chiara Chillemi lascia infine nel 2015, dopo 5 anni. "Ho ancora oggi delle cisti ovariche che attenuo con la pillola anticoncezionale” ammette. E ribadisce con forza che “nel mondo della danza sei chiuso in una bolla che è un focolaio di
malattie fisiche e psicologiche. Ma una ballerina, o un’atleta, non può crescere come un malato di mente". Dopo anni di psicoterapia e di cure con ansiolitici e antidepressivi, oggi sta affrontando la specializzazione in nutrizione e dietologia clinica affinché qualcosa possa concretamente cambiare. "È il mio riscatto personale.
Voglio che tutto cambi, che cada l’omertà. Voglio che, se dovessi avere una figlia, lei abbia la serenità di poter decidere di diventare una ballerina. Questi ambienti hanno bisogno dell’inserimento di psicologi e nutrizionisti che facciano crescere gli atleti.
L’arte deve elevare lo spirito, non affossarlo".