Durante il congresso generale straordinario svoltosi ai
Mondiali di nuoto, in corso a
Budapest, è stata presa una decisione che cambierà gli scenari per le
nuotatrici transgender. La
Federazione Internazionale di nuoto (Fina) ha
votato contro la possibilità alle atlete transgender di
gareggiare nelle competizioni d’élite femminili. Secondo le nuove direttive, per accedervi devono avere completato la
transizione di genere entro i
12 anni, eventualità molto remota dati i tempi tecnici e psicologici che necessita un percorso di questo tipo.
La nuova politica, approvata con il 71% dei voti da 152 membri della Fina, è stata descritta come "solo un primo passo verso la piena inclusione" per le atlete transgender.
La bandiera a sostengo delle persone transgender
"Dobbiamo proteggere l'equità competitiva nei nostri eventi": la giustificazione del presidente della Fina
In precedenza i membri della Fina avevano ascoltato un gruppo scientifico composto da medici, soprattutto endocrinologi, e da esperti di legge, di discriminazioni e di sport
istituendo una nuova politica di inclusione di genere che entrerà in vigore da oggi.
"L'approccio di Fina nella stesura di questa politica è stato completo, basato sulla scienza, inclusivo e, soprattutto, ha enfatizzato l'equità competitiva", ha affermato Brent Nowicki, direttore esecutivo dell'organo di governo. Il presidente della Fina Husain Al-Musallam ha affermato: "Dobbiamo proteggere i diritti dei nostri atleti a competere, ma dobbiamo anche proteggere l'equità competitiva nei nostri eventi, in particolare la categoria femminile alle competizioni Fina." Questa mossa fa sì che
Lia Thomas, che a marzo è diventata
la prima nuotatrice transgender a vincere un importante titolo di college nazionale statunitense,
non sarà idonea a competere nella categoria femminile con effetto immediato. Nata come Will Thomas,
aveva gareggiato per tre anni nella squadra maschile della sua università ma, dopo aver completato
il percorso di transizione, è entrata a far parte della squadra femminile vincendo, a fine febbraio, la Ivy League Universities: la competizione in cui gareggiano gli atleti delle otto università più prestigiose degli Stati Uniti. E, nella competizione, Lia ha anche battuto i record precedenti. A marzo, poi, altre polemiche dopo la sua vittoria della gara delle 500 yard stile libero dei campionati universitari americani NCAA, disputatisi al “McAuley Aquatic Center” di Atlanta. Prestazioni che hanno suscitato non poche polemiche tra gli addetti ai lavori e non, con strascichi anche nella politica. A distanza di una settimana, infatti, il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, aveva rifiutato il verdetto riconoscendo Emma Weyant, medaglia d'argento nei 400 misti ai Giochi di Tokyo di sei mesi fa, come reale vincitrice della gara. L'annuncio della Fina arriva due settimane dopo che l'organo di governo del ciclismo, l'Uci, ha votato per raddoppiare il periodo di tempo prima che un corridore che passa da maschio a femmina possa competere. Oltre
300 nuotatori statunitensi e olimpici hanno firmato una
lettera a sostegno di Thomas a marzo, ma altri atleti e organizzazioni hanno espresso preoccupazione per ciò che vedono come i progressi fisici delle atlete transgender che gareggiano negli eventi femminili.
Lia Thomas, prima nuotatrice transgender a vincere un importante titolo di college nazionale statunitense
Una nuova categoria aperta: l'obiettivo concreto della Federazione
L'altro obiettivo che si è posta la Federazione è quello di creare una
nuova categoria 'aperta' per i nuotatori e le nuotatrici la cui
identità di genere non coincide con il sesso biologico e, a tal fine, istituirà un ulteriore gruppo di lavoro che nei prossimi
6 mesi definirà le modalità di creazione di essa. La Fina ha anche chiarito che gli atleti transgender da donna a uomo potranno competere nelle categorie maschili, ma negli sport di tuffo alto e pallanuoto dovranno presentare un
modulo di '
assunzione di rischio' e si consiglia di chiedere consiglio sulla loro capacità fisica. Al-Musallam ha aggiunto: "
La Fina accoglierà sempre ogni atleta. La creazione di una categoria aperta significherà che tutti avranno l'opportunità di competere a livello d'élite. Non è stato fatto prima, quindi la Fina dovrà aprire la strada. Voglio che tutti gli atleti si sentano coinvolti nella possibilità di sviluppare idee durante questo processo."