Basta un clic per trovare il partner ideale per mettere al mondo un figlio. Senza amore, senza legami

Sono sempre più diffuse le App per diventare mamma e papà senza essere una coppia. Cosa è come funziona la co-genitorialità

di BARBARA BERTI -
12 ottobre 2022
Sempre più diffuse le App dove si cerca un partner solo per avere degli figli

Sempre più diffuse le App dove si cerca un partner solo per avere degli figli

Dalla risoluzione di piccole e grandi problematiche, passando per l’intrattenimento fino alla ricerca del fidanzato ideale (Tinder docet): le applicazioni fanno ormai parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Comode, pratiche, veloci e intelligenti, basta un clic e in pochi minuti si ottiene il risultato desiderato. E siccome le vie della tecnologia sono infinite, oggi con una App si può cercare anche un partner solo ed esclusivamente per mettere al mondo un bambino (pazienza se l’amore non c’è).
La App "Family4Everyone" per trovare un partner per mettere al mondo un figlio (Instagram)

La App "Family4Everyone" per trovare un partner per mettere al mondo un figlio (Instagram)

Due vecchi amici, una coppia infertile, un donatore e una coppia di donne, una madre surrogata e una coppia omosessuale, oppure due sconosciuti che sentono il tempo biologico, maledetto, correre più veloce di quello sentimentale. E arrivano alla conclusione che un concepimento senza innamoramento sia meglio di una vita senza figli. Tecnicamente si chiama co-genitorialità elettiva quando due (o più) persone scelgono di mettere al mondo un bimbo senza avere alcuna relazione sentimentale tra loro. Come per la messaggistica o gli incontri, anche di App per procreare senza legami affettivi ne esistono di tutti i tipi. L’apripista del settore è stato “Modamily”, un vero e proprio successo, tanto che nel giro di pochi anni sono nati servizi simili in tutto il mondo. Tra i più famosi "TheStork", "Familybydesign" e "CoParents", con oltre 100mila utenti, di cui esiste la sua costola italiana "Co-genitori.it". Ma anche le più recenti "Copaping" e "Family4Everyone" che arrivano dalla Spagna.
Nella serie tv "Friends", Phoebe (Lisa Kudrow) fa da madre surrogata dei tre gemelli del suo fratellastro

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Il sogno di avere un figlio e lo scorrere dell'orologio biologico

“Nel 2011 ho fondato Modamily dopo una serata fuori con alcuni amici a New York City” racconta Ivan Fatovic, fondatore e Ceo di Modamily. E spiega: “Tutti noi avevamo circa 30 anni, ancora single senza figli. Le mie amiche in particolare sentivano la pressione dell'orologio biologico che ticchettava. Erano frustrati dalle tradizionali app di incontri casuali e volevano un posto dove incontrare qualcuno che potesse aiutarli a realizzare il loro sogno di avere figli. Ho notato che c'era una tendenza generale di persone che hanno figli più tardi nella vita e una generazione più giovane che è diventata più disillusa dai modelli familiari tradizionali e alla ricerca di alternative”. Nel corso degli anni, Modamily è cresciuta fino a diventare una comunità di oltre 100.000 persone in tutto il mondo con “quasi 1.000 bambini nati in tutto il mondo da persone che si sono incontrate sulla piattaforma” dice ancora Fatovic spiegando che negli anni ha potenziato il sito internet, creato l’App e ampliato le sue offerte di prodotti includendo un servizio di abbinamento personale per coloro che cercano un co-genitore (romantico o platonico) o un noto donatore di sperma.

Ma come funzionano queste App?

Una volta scaricata la App, occorre creare un profilo indicando età, altezza, peso, colore degli occhi e dei capelli, reddito e lingue parlate, segno zodiacale e religione, hobby e sport praticati. Insomma, tutto ciò che può essere utile ma anche necessario per trovare il partner. Spesso, a pagamento, è disponibile un profilo Premium (circa 50 euro al mese), quello che permette di chattare. Queste App funzionano come tutti i corteggiamenti 2.0: ricerca online, scambio di messaggi per iniziare la conoscenza che nel caso da virtuale diventa reale. La differenza è l’obiettivo, ovvero fare un figlio. Quindi, gli utenti vanno dritti al punto. Molte donne specificano di preferire l’inseminazione artificiale (tradotto: niente sesso) e non vogliono che il donatore avanzi pretese di implicazione genitoriale (anche se un domani il donatore potrebbe presentarsi davanti al giudice e chiedere di essere riconosciuto come padre). Gli uomini donatori di seme spesso lo fanno per soldi, altri per un inconscio desiderio di narcisismo, in pochi per generosità. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Human Reproduction” dell’Università di Oxford, circa il 30% degli iscritti ai portali sono omosessuali (sui 40 anni e culturalmente elevati), spesso coppie di uomini in cerca di una donna che porti avanti la gravidanza (pratica vietata in Italia) o coppie di donne in cerca di un donatore.

Dalle parole ai fatti

Dopo la conoscenza e la ricerca tramite la App, se le due parti trovano l’accordo, arriva la fase del concepimento. Sono due le vie per l’inseminazione: il rapporto sessuale oppure la fecondazione “casalinga”(in Italia quella medicalmente assistita è permessa solo alle coppie etero infertili o portatrici di malattie genetiche). Si comprano i kit per l’inseminazione online (dai 10 ai 30 euro) e si introducono gli spermatozoi del donatore nell’utero della madre durante l’ovulazione. A questo punto i rapporti si possono interrompere oppure i co-genitori possono scegliere di crescere il figlio in comune, ovvero ognuno a casa propria. Nell’accordo, che viene stipulato prima dell’inseminazione, vengono messi nero su bianco (ma non ha vero valore giuridico) una serie di questioni che vanno dalla gestione del figlio alle spese, dai tempi di visita e altre situazioni pratiche della quotidianità. Compresa l'educazione del figlio.