Chi è Sônia Guajajara, la prima ministra per le Popolazioni indigene della storia del Brasile

Il presidente Lula ha ufficializzato la squadra per il suo terzo mandato. La donna: "Sono nata attivista. Ho passato tutta la mia vita a lottare contro l'anonimato"

di BARBARA BERTI
30 dicembre 2022
L'attivista indigena Sônia Guajajara

L'attivista indigena Sônia Guajajara

Per la prima volta nella storia del Brasile è nato il ministero per le Popolazioni indigene. Luiz Inácio Lula da Silva, che ha vinto le ultime elezioni presidenziali brasiliane superando al ballottaggio il presidente uscente Jair Bolsonaro, in queste ore ha ufficializzato i nomi dei ministri del suo futuro governo (il terzo) che ufficialmente entra in carica dal 1° gennaio 2023. E per la prima volta ha creato il ministero per le Popolazioni indigene: la ministra sarà l’attivista indigena Sônia Guajajara. Inoltre ha nominato la politica e ambientalista Marina Silva (64 anni) ministra per l’Ambiente, incarico che ha ricoperto dal 2003-2008 fino alle sue dimissioni a seguito di una disputa politica con Lula.
Il presidente Lula e Sônia Guajajara

Il presidente Lula e Sônia Guajajara

Sia Silva che Guajajara hanno una lunga carriera politica e provengono da famiglie originarie della foresta amazzonica. Il fatto che Lula le abbia scelte per ruoli così importanti è considerato un tentativo di rafforzare le attività per la tutela dell’ambiente e delle comunità indigene. Dopo la sua nomina, Silva ha ringraziato Lula e ha scritto su Twitter che il Brasile deve affrontare “la grande sfida di salvare e aggiornare l'agenda socio-ambientale perduta”. Guajajara, lei stessa indigena, ha detto di sentirsi “onorata e felice” dopo la sua nomina. Su Twitter parlando dell’incarico ha scritto: “più che una conquista personale, è una conquista collettiva dei popoli indigeni, un momento storico del principio di riparazione in Brasile. La creazione del Ministero è la conferma dell'impegno che Lula assume con noi”. Molti ambientalisti e difensori delle popolazioni indigene e dei loro diritti alla terra hanno criticato le politiche dell’ex presidente Bolsonaro sulla base del fatto che "ha ridotto la protezione ambientale in Amazzonia e causato la distruzione ecologica”. Infatti, durante i quattro anni di governo di Bolsonaro il tasso di deforestazione dell’Amazzonia era aumentato del 60 per cento ed erano stati ridotti i diritti delle popolazioni indigene, permettendo lo sfruttamento commerciale delle loro terre. Sull’Amazzonia, lo stesso Lula durante la Cop27 in Egitto a novembre scorso, aveva detto che “non ci può essere sicurezza climatica per il mondo senza un'Amazzonia protetta” impegnandosi a salvaguardare la biomassa della foresta. Inoltre, Lula ha promesso di rafforzare gli organismi di ispezione e i sistemi di monitoraggio, nonché di reprimere i “crimini ambientali” e le “attività illegali” in Amazzonia, denunciando le attività minerarie, di disboscamento e agricole che, ha affermato, hanno influenzato in modo significativo il modo della vita delle popolazioni indigene nella regione amazzonica.

Sônia Guajajara, guerriera indigena che si batte per l’Amazzonia

Sônia Bone de Souza Silva Santos, è una femminista e attivista nella lotta contro il maschilismo, il neoliberalismo e il massacro delle popolazioni locali. Nata nella terra indigena dell’Arariboia, nello stato del Maranhão nel 1974, Sônia conosce fin da subito il coraggio e la fierezza di appartenere alla sua stirpe. Tanto da decidere di portarla sempre con sé, non solo nel suo sangue e nel modo di vestirsi e truccarsi secondo il folklore, ma anche nel nome. E, infatti, è conosciuta in tutto il mondo come Sônia Guajajara e il secondo nome, Guajajara appunto, indica proprio il popolo nativo della sua infanzia. Un nome che è diventato una firma, così che tutti possano avere già ben presente la sua identità sin dal primo incontro.
L'attivista indigena Sônia Guajajara

L'attivista indigena Sônia Guajajara

Guajajara, nominata tra le persone più influenti del 2022 da “Time Magazine”, ha iniziato a lavorare a soli dieci anni per prendersi cura dei genitori – che non sapevano leggere – occupandosi di tutta la famiglia e sviluppando così quella sensibilità precoce, che ben presto è diventata la spinta morale delle sue rivendicazioni. All'età di 15 anni ha lasciato la casa su invito del Funai (l’agenzia di protezione governativa brasiliana per gli interessi amerindi e la loro cultura) e si è trasferita a Minas Gerais, dove ha completato la sua prima formazione in un collegio agricolo. Dopo la laurea si è candidata alle elezioni per la presidenza nel 2018. E’ alla guida dell’Associazione dei Popoli Indigeni del Brasile – APIB – e nel 2020 ha vinto il premio Letelier-Moffitt per i diritti umani.
L'attivista indigena Sônia Guajajara

L'attivista indigena Sônia Guajajara

Sono nata attivista. Ho passato tutta la mia vita a lottare contro l'anonimato, contro l'invisibilità delle popolazioni indigene. Ho sempre voluto trovare un percorso, un modo per portare la storia e lo stile di vita delle popolazioni indigene alla luce per la società nel suo insieme” ha detto più volte la donna. Dopo la nomina di Lula, la neo ministra ha dichiarato: “Il Brasile è al centro delle discussioni sulla crisi climatica e, nostro malgrado, le popolazioni indigene sono appena il 5% della popolazione mondiale, siamo responsabili di oltre l'80% della protezione ambientale mondiale. Pertanto, il mio compito di ministro sarà anche quello di citare in giudizio le risorse estere che possono contribuire alla conservazione ambientale e sostenere le richieste di due popoli tradizionali in Brasile e nel mondo”.