Dismorfofobia, la paura di essere brutti che condiziona la vita. Da Natalie Imbruglia a Kim Kardashian, belle ma insicure

Il disturbo psicologico nasce dall’eccessiva preoccupazione per i difetti fisici, spesso lievi o addirittura immaginari. Il 3% della popolazione ne soffre

di BARBARA BERTI
11 ottobre 2022

Natalie Imbruglia soffriva di dismorfofobia ai tempi del video di "Torn" (Instagram)

Natalie Imbruglia soffriva di dismorfofobia ai tempi del video di "Torn". A 25 anni di distanza dalla pubblicazione di "Left of the Middle", l’album di debutto, la cantautrice nata a Sidney il 4 febbraio 1975, ammette di essersi sentita brutta e insicura. Nel videoclip di "Torn" Imbruglia indossa, com’è noto, pantaloni larghi e felpa col cappuccio sopra a una t-shirt. È perché "all’epoca soffrivo di dismorfofobia ed ero insicura. I pantaloni militari non erano nemmeno fighi o alla moda. Mi vestivo così per non mostrare le mie forme, non volevo che qualcuno vedesse com’ero fatta" ammette in un'intervista all'"Independent". La cantante, però, con quel look si è rivelata un’immagine forte ed è stata vista come "una forma di coolness androgina, anche se la verità è che mi sono messa giù così perché non volevo indossare un vestito". Oggi tutto questo fa parte del passato ma come lei sono tante le persone che soffrono di dismorfofobia, il disturbo psicologico che nasce dall’eccessiva preoccupazione per i difetti fisici, anche immaginari, che porta chi ne soffre a vivere uno stato di inadeguatezza e disagio profondo. Una patologia, oggi accentuata dai social, che colpisce uomini e donne indistintamente.
Natalie Imbruglia soffriva di dismorfofobia ai tempi del video di "Torn" (Instagram)

Natalie Imbruglia soffriva di dismorfofobia ai tempi del video di "Torn" (Instagram)

Cosa è la dismorfofobia?

La dismorfofobia o disturbo da dismorfismo corporeo rientra nella più ampia categoria dei disturbi somatoformi, che si caratterizzano per la presenza di sintomi fisici non giustificati da alcuna condizione medica generale nonché dagli effetti di una sostanza o da un altro disturbo mentale. L’elemento distintivo di questa patologia è la preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico, che può essere totalmente immaginario, oppure, se è presente una reale piccola anomalia fisica, la preoccupazione del soggetto è di gran lunga eccessiva al normale. Le lamentele dei difetti (lievi o immaginari) possono riguardare il volto, la testa, i capelli più o meno folti, l’acne, le rughe, le cicatrici, il pallore o il rossore, ma anche la sudorazione, le asimmetrie o sproporzioni del viso, oppure l’eccessiva peluria. In pratica ogni parte del corpo può essere criticata per le sue dimensioni o per la sua forma: naso, bocca, orecchie, fianchi, spalle, pelle, seno e anche gli organi genitali. La preoccupazione, inoltre, può riguardare simultaneamente diverse parti del corpo.
Kim Kardashian posa per "Interview": la modella ha rivelato di sentirsi molto insicura (Instagram)

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Il disturbo si osserva principalmente negli adolescenti di entrambi i sessi ed è strettamente legato alle trasformazioni dell’età puberale: l’età d’insorgenza è molto precoce, dai 10 ai 15 anni mentre la diagnosi è spesso più tardiva a causa della reticenza e della vergogna che i pazienti hanno a parlare del problema. Secondo alcuni studi, quasi il 3% delle persone ne soffre anche soltanto per un breve periodo della propria vita. L’attenzione eccessiva, quasi maniacale, verso l’aspetto fisico è senza dubbio tipica della cultura attuale, quella caratterizzata dall’apparire a ogni costo, quella delle foto con i filtri sui social (dove fortunatamente ci sono anche tanti messaggi di body positivity). Ma questo continuo guardarsi allo specchio (della società) ha determinato un aumento dell’incidenza del disturbo e di altri come l’anoressia nervosa, ambedue caratterizzati da un’alterata percezione del proprio corpo, svalutato e mortificato, unicamente percepito come fonte di sofferenza e vergogna. E questo grave disagio personale si ripercuote sulla vita sociale, di relazione e lavorativa. Chi soffre di dismorfofobia tende a evitare i contatti sociali e in alcuni casi può arrivare a un isolamento totale, fino a situazioni estreme in cui i soggetti escono di casa soltanto nelle ore notturne. I dismorfofobici spesso passano le giornate a pensare al loro ‘difetto’ e a come porvi rimedio, talvolta ricorrendo alla chirurgia estetica o alle auto-manipolazioni che possono peggiorare la situazione. Per mascherare il ‘difetto’ vengono attuati comportamenti rigidi come il mantenere posture fisse, pettinarsi e lavarsi i capelli in continuazione oppure truccarsi spesso senza peraltro raggiungere mai una sufficiente tranquillità.
L'attrice e modella Megan Fox dice di avere "un sacco di profonde insicurezze"(Instagram)

L'attrice e modella Megan Fox dice di avere "un sacco di profonde insicurezze"(Instagram)

Chi soffre di questa patologia, il più delle volte, non ne è consapevole e non sa che il problema è di tipo psicologico e non estetico. La cura della dismorfofobia può essere efficacemente effettuata con psicoterapia cognitivo comportamentale, mutuando molte tecniche da quelle impiegate per il trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi, con cui vi sono varie affinità, mentre i farmaci raramente sono efficaci. Se, però, la patologia non viene curata, i pazienti vanno incontro a una depressione. Alcuni studi scientifici confermano che più dell’80% dei pazienti affetti da dismorfofobia presenta anche un disturbo di personalità.

Bellissime che si sentono brutte

La paura di pensare sempre ai difetti (spesso immaginari) e di non piacersi attanaglia molte donne bellissime del mondo dello spettacolo e della moda. Natalie Imbruglia è solo l'ultima, in ordine di tempo, ad averlo raccontato pubblicamente. Questa patologia ha colpito anche l’attrice e modella Megan Fox (36 anni) che in un’intervista di qualche tempo fa al “British Gq Style” aveva ammesso: “Soffro di dismorfismo corporeo. Ho un sacco di profonde insicurezze”. E aveva aggiunto: “Possiamo guardare qualcuno e pensare: ‘Quella persona è così bella. La sua vita deve essere molto facile’. Io posso dirvi che probabilmente quella persona non si sente affatto così”.
La modella Bianca Gascoigne, durante la sua esperienza a Ballando con le stelle, aveva rivelato: "Ho problemi con l’immagine del mio corpo" (Instagram)

La modella Bianca Gascoigne, durante la sua esperienza a Ballando con le stelle, aveva rivelato: "Ho problemi con l’immagine del mio corpo" (Instagram)

Anche la modella Bianca Gascoigne (35 anni), bionda, occhi azzurri e ‘curve’ al posto giusto, ha ammesso di non vedersi bella. La figlia dell’ex calciatore inglese Paul Gascoigne, durante la sua esperienza a Ballando con le stelle (edizione 2021) aveva detto: “Anche se le persone mi dicono che sono bella e sexy, io non mi vedo così. Mi vedo brutta. Ho problemi con l’immagine del mio corpo”. La modella aveva anche precisato: “Non penso di essere carina, non mi piace il mio fisico, la mia figura. Ho visto alcuni medici e ci sto lavorando. Forse apprezzerò il mio corpo quando diventerò mamma, perché allora il mio corpo avrà fatto qualcosa di buono e bello”. Altra ‘vittima’ illustre è Kim Kardashian (41 anni), la modella, imprenditrice, personaggio tv da 331 milioni di follower. Qualche tempo fa, durante l’ultima puntata di “Keeping Up With The Kardashian”, aveva ammesso: “Tu fai una foto e la gente bullizza il tuo corpo e questo mi sta causando dimorfofobia”. E aveva rivelato di essere “molto insicura”.

Anche gli uomini si sentono brutti

Omari Eccleston-Brown oggi è autore, educatore e attivista per la salute mentale: in passato ha sofferto di dismorfia corporea (Instagram)

Omari Eccleston-Brown oggi è autore, educatore e attivista per la salute mentale: in passato ha sofferto di dismorfia corporea (Instagram)

Questa patologia, comunque, non colpisce solo l’universo femminile. Omari Eccleston-Brown, 34 anni, oggi è autore, educatore e attivista per la salute mentale. È il direttore di “Believe in Learning” e da oltre un decennio si impegna a educare i cuori e le menti dei giovani. Attraverso le sue stesse lotte con la dismorfia corporea, è diventato una voce potente per difendere la salute mentale come un diritto per tutti i giovani. Poco più che adolescente aveva la ‘fobia’ per i suoi occhi. “Il mio problema principale erano le borse sotto gli occhi, ma anche l’idea che avessero una strana forma, che fossero brutti. Ogni giorno ero angosciato dalle borse, dall’idea di sembrare stanco. I miei occhiali sono diventati una caratteristica permanente, e hanno davvero limitato la mia vita, siccome ero stato sempre attivo e sportivo, ma non potevo indossarli per giocare a calcio o a rugby” aveva detto in un’intervista al quotidiano “The Independent”, raccontando il suo percorso travagliato e difficile verso la consapevolezza e l’accettazione di sé.