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Iran, rasa al suolo la casa dell'atleta di arrampicata. Condannata a morte l'allenatrice di pallavolo

Nel paese continuano le proteste mentre le repressioni si fanno sempre più dure. Rientro in patria tra la paura per la nazionale eliminata dal Mondiale in Qatar

di BARBARA BERTI -
3 dicembre 2022
Elnaz Rekabi, l'atleta iraniana che gareggiò senza velo (Ansa)

Elnaz Rekabi, l'atleta iraniana che gareggiò senza velo (Ansa)

Dalla casa rasa al suolo della campionessa di arrampicata che gareggiò senza velo all’allenatrice di pallavolo condannata a morte, aspettando il rientro in patria della nazionale di calcio: in Iran il clima è sempre incandescente. E se le proteste non accennano a diminuire, le repressioni si fanno sempre più dure. “Le forze di sicurezza, con tutta la loro forza e senza tolleranza, faranno fronte a ogni nuova rivolta, che finora è stata sostenuta dai servizi di intelligence stranieri” fa sapere il Consiglio di sicurezza iraniano in una dichiarazione in vista di una nuova mobilitazione indetta dagli attivisti per tre giorni, dal 5 al 7 dicembre, in continuità con le proteste contro l'establishment innescate dalla morte di Mahsa Amini il 16 settembre, ‘rea’ di aver indossato male il velo.

L’allenatrice di pallavolo condannata a morte

Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli (Ansa)

Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli (Ansa)

Dopo che lo scorso 13 novembre un tribunale di Teheran ha condannato a morte, per la prima volta, una persona accusata di aver partecipato ai “disordini” che da quasi due mesi vanno avanti nel Paese, arriva una nuova condanna a morte emessa dalla magistratura iraniana. Si tratta di Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli. La donna è stata arrestata durante una manifestazione a Pakdasht, nella provincia di Teheran. E’ accusata di essere una delle leader e di aver sferrato calci a un paramilitare Basiji, secondo quanto scrivono i media e i social. Karimi è stata di recente trasferita dal carcere di Evin a Teheran (quello dove è stata tenuta prigioniera anche l’italiana Alessia Piperno) a quello di Khorin, a Pakdash, e in molti hanno espresso preoccupazione per la sua sorte.

La casa della campionessa Elnaz Rekabi rasa al suolo

Nuova e violenta repressione nei confronti di Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che, alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre, aveva disobbedito alle restrizioni della Repubblica islamica gareggiando senza hijiab. Secondo l’organo di informazione pro-riforma IranWire, e ripreso dalla Cnn, l’abitazione della famiglia della scalatrice è stata demolita da funzionari governativi. Le immagini diffuse mostrano l'abitazione completamente distrutta, un’ammasso di macerie con tanto di medaglie dell’atleta gettate per terra. Vicino alla desolazione della furia reazionaria si vede anche il fratello dell’arrampicatrice, Davood, in lacrime. La campionessa, classe 1989, bronzo ai Mondiali di Mosca nel 2021, si era piazzata al nono posto ed era arrivata vicinissima alle finali degli Asian Games. Al suo ritorno a Teheran il 21 ottobre la Bbc aveva riferito che la campionessa, malgrado un rientro trionfante, era stata costretta a casa da arresti domiciliari “non ufficiali”.
Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che, alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre, aveva disobbedito alle restrizioni della Repubblica islamica gareggiando senza hijiab

Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che, alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre, aveva disobbedito alle restrizioni della Repubblica islamica gareggiando senza hijiab

La nazionale di calcio rientra in patria

La nazionale di calcio dell’Iran, allenata da Carlos Queiroz, ha concluso l’avventura al Mondiale in Qatar: dopo la sconfitta con Stati Uniti, la nazionale iraniana è fuori dalla competizione. La squadra e tutto il team deve tornare, così, in Iran dove probabilmente ci saranno ritorsioni per aver solidarizzato con le proteste contro il regime. La squadra, infatti, all’esordio con l’Inghilterra non ha cantato l’inno nazionale, mentre contro Galles e Stati Uniti i giocatori hanno sussurrato l'inno muovendo appena la bocca. Pare siano stati costretti a farlo: dopo la sfida contro l’Inghilterra la squadra sarebbe stata convocata per un incontro con i membri del Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane, presenti in Qatar proprio per tenere d’occhio la nazionale e reprimere eventuali atti di insubordinazione. E in tale occasione sarebbero stati ‘avvisati’: “Se non cambiate atteggiamento con Galles e Stati Uniti, useremo violenze e torture sui vostri familiari”.
La Nazionale dell'Iran all'esordio al Mondiale in Qatar non canta l'inno per protesta

La Nazionale dell'Iran all'esordio al Mondiale in Qatar non canta l'inno per protesta

Anche l’italiano Andrea Stramaccioni, che ha allenato l’Esteghlal a Teheran nel 2019, ha ammesso che la situazione è molto pericolosa: “Uno di loro (i giocatori della nazionale, ndr) mi ha detto che ci sono state delle ripercussioni per non aver cantato l’inno all'esordio contro l'Inghilterra. L'abbiamo cantato nella seconda partita e ci hanno detto che non abbiamo fatto abbastanza”. L’avvertimento probabilmente avrà un seguito appena la squadra arriverà a Teheran.