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Home » Sport » Mondiale di calcio 2022, autogol per la fascia dei diritti. No a “One Love”, sì a quella targata Fifa

Mondiale di calcio 2022, autogol per la fascia dei diritti. No a “One Love”, sì a quella targata Fifa

Inghilterra-Iran: una partita che va ben oltre il pallone. I giocatori persiani restano in silenzio durante l'inno e il pubblico li fischia

Barbara Berti
21 Novembre 2022
Stop alla fascia di capitano col cuore arcobaleno e la scritta “One Love” (Ansa)

Stop alla fascia di capitano col cuore arcobaleno e la scritta “One Love” (Ansa)

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Il primo autogol del Mondiale di calcio in Qatar è per la fascia “One Love”. Dopo Qatar – Ecuador (0-2), partita inaugurale del Mondiale 2022, si entra nel vivo del torneo e lo si fa con una sconfitta – prevedibile – a tavolino: quella per i diritti civili. Il tutto ancora prima del calcio d’inizio (infarcito di offese ai giocatori dell’Iran) della seconda giornata, il 21 novembre, che vede in campo due squadre britanniche, Inghilterra e Galles (la prima contro l’Iran alle 14 e la seconda contro gli Stati Uniti alle 20).

La campagna "No Discrimination" della Fifa
La campagna “No Discrimination” della Fifa

Sotto pressioni e minacce da parte della Fifa, entrambe le squadre, infatti, hanno fatto marcia indietro e hanno deciso di non indossare la fascia “One Love”: i capitani delle due nazionali avrebbero potuto incorrere in un cartellino giallo. “La Fifa è stata molto chiara nel dire che imporrà sanzioni sportive se i nostri capitani indosseranno le fasce al braccio sul campo di gioco. Come federazioni nazionali, non possiamo mettere i nostri giocatori in una posizione in cui potrebbero incorrere in sanzioni sportive, comprese le ammonizioni, quindi abbiamo chiesto ai capitani di non tentare di indossare la fascia al braccio durante le partite della Coppa del Mondo Fifa”, si legge in una dichiarazione congiunta delle federazioni calcistiche di Inghilterra, Galles, alle quasi si sono aggiunte anche Germania, Paesi Bassi e Svizzera. Le squadre si sono dette pronte a “pagare le multe che normalmente si applicano alle violazioni del regolamento del kit”, ma “non possono mettere i giocatori nella situazione di essere ammoniti o addirittura costretti a lasciare il campo di gioco” recita ancora la nota. “Siamo molto frustrati dalla decisione, che riteniamo senza precedenti: abbiamo scritto alla Fifa a settembre per informarla del nostro desiderio di indossare la fascia ‘One Love’ per sostenere attivamente l’inclusione nel calcio, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta” si chiude la nota.

Stop alla fascia di capitano col cuore arcobaleno e la scritta "One Love" (Ansa)
Stop alla fascia di capitano col cuore arcobaleno e la scritta “One Love” (Ansa)

Ma nel giro di poche ore la Fifa fa marcia indietro (anche se parziale): via libera alla fascia arcobaleno per i capitani delle 32 squadre che partecipano ai Mondiali 2022 in Qatar. In una nota, la Fifa annuncia che “la sua campagna ‘No Discrimination’ è stata anticipata rispetto alla prevista fase dei quarti di finale, in modo che tutti i 32 capitani abbiano l’opportunità di indossare questa fascia durante la Coppa del Mondo”. Non la fascia “One Love” annunciata dalle dieci squadre europee, ma una fascia “targata” Fifa. E il primo a mostrarla al mondo è il capitano della nazionale inglese, Harry Kane, che per Iran-Inghilterra indossa la fascia con la scritta “No Discrimination”.

Il difensore iraniano Ehsan Hajsafi (Ansa)
Il difensore iraniano Ehsan Hajsafi (Ansa)

Inghilterra-Iran, non solo calcio

Non è solo calcio Inghilterra-Iran, la partita del Mondiale in Qatar in programma il 21 novembre con fischio d’inizio alle 14. La sfida va ben oltre il terreno di gioco. E, infatti, si parte con i fischi all’indirizzo dei giocatori dell’Iran. La squadra non canta l’inno nazionale e il pubblico li fischia e li insulta. Dalla tribuna in cui sono assiepati, i sostenitori iraniani lanciano cori di dissenso come “buuuu” vedendo i loro giocatore restare muti durante l’inno. In molti mostrano il dito medio verso il campo, altri il pollice verso.

Vicinanza e solidarietà all’Iran, ai giocatori e a quanto sta accadendo nel Paese, invece, arrivano dagli avversari dell’Inghilterra: come annunciato dal ct Gareth Southgate la squadra inglese si è inginocchiata prima della partita. Un gesto antirazzista che i giocatori hanno compiuto già in altre occasioni dalla morte di George Floyd, nel 2020. “Un gesto, diretto soprattutto ai giovani, contro ogni tipo di discriminazione” le parole del ct inglese.

 

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Un post condiviso da FIFA World Cup (@fifaworldcup)

 

E al momento del fischio d’inizio del match, arriva anche l’intervento da parte del ministro della Difesa di Israele Benny Gantz: “L’Iran sta cercando di conservare l’instabilità come situazione costante. Quando il mondo intorno è stabile, è esattamente l’opposto di quanto sta succedendo in Iran. Mondiali di calcio sono probabilmente uno di quegli eventi in cui Teheran cerca di causare instabilità”

Alla vigilia del match il difensore e capitano dell’Iran Ehsan Hajsafi, aveva preso posizione sulle proteste contro il regime nel suo Paese. “Spero si cambi come vuole il popolo”, aveva detto in conferenza stampa dove aveva esordito con l’espressione “nel nome del dio dell’arcobaleno”, la stessa frase usata in un video dal piccolo Kian Pirfalak, una delle vittime simbolo della repressione costata 400 morti e 15mila arresti.

Il calciatore 32enne che milita nell’Aek Atene aveva inviato le sue condoglianze alle famiglie di chi ha perso la vita nelle proteste e aveva ammesso che “la situazione nel Paese non è buona”, “la nostra gente non è contenta”. La nazionale iraniana lo scorso 27 settembre aveva indossato giacche nere in segno di lutto prima di una partita contro il Senegal.

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
Il primo autogol del Mondiale di calcio in Qatar è per la fascia “One Love”. Dopo Qatar - Ecuador (0-2), partita inaugurale del Mondiale 2022, si entra nel vivo del torneo e lo si fa con una sconfitta - prevedibile - a tavolino: quella per i diritti civili. Il tutto ancora prima del calcio d’inizio (infarcito di offese ai giocatori dell'Iran) della seconda giornata, il 21 novembre, che vede in campo due squadre britanniche, Inghilterra e Galles (la prima contro l’Iran alle 14 e la seconda contro gli Stati Uniti alle 20).
La campagna "No Discrimination" della Fifa
La campagna "No Discrimination" della Fifa
Sotto pressioni e minacce da parte della Fifa, entrambe le squadre, infatti, hanno fatto marcia indietro e hanno deciso di non indossare la fascia “One Love”: i capitani delle due nazionali avrebbero potuto incorrere in un cartellino giallo. “La Fifa è stata molto chiara nel dire che imporrà sanzioni sportive se i nostri capitani indosseranno le fasce al braccio sul campo di gioco. Come federazioni nazionali, non possiamo mettere i nostri giocatori in una posizione in cui potrebbero incorrere in sanzioni sportive, comprese le ammonizioni, quindi abbiamo chiesto ai capitani di non tentare di indossare la fascia al braccio durante le partite della Coppa del Mondo Fifa”, si legge in una dichiarazione congiunta delle federazioni calcistiche di Inghilterra, Galles, alle quasi si sono aggiunte anche Germania, Paesi Bassi e Svizzera. Le squadre si sono dette pronte a “pagare le multe che normalmente si applicano alle violazioni del regolamento del kit”, ma “non possono mettere i giocatori nella situazione di essere ammoniti o addirittura costretti a lasciare il campo di gioco” recita ancora la nota. “Siamo molto frustrati dalla decisione, che riteniamo senza precedenti: abbiamo scritto alla Fifa a settembre per informarla del nostro desiderio di indossare la fascia ‘One Love’ per sostenere attivamente l'inclusione nel calcio, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta” si chiude la nota.
Stop alla fascia di capitano col cuore arcobaleno e la scritta "One Love" (Ansa)
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Ma nel giro di poche ore la Fifa fa marcia indietro (anche se parziale): via libera alla fascia arcobaleno per i capitani delle 32 squadre che partecipano ai Mondiali 2022 in Qatar. In una nota, la Fifa annuncia che “la sua campagna 'No Discrimination' è stata anticipata rispetto alla prevista fase dei quarti di finale, in modo che tutti i 32 capitani abbiano l'opportunità di indossare questa fascia durante la Coppa del Mondo”. Non la fascia “One Love” annunciata dalle dieci squadre europee, ma una fascia “targata” Fifa. E il primo a mostrarla al mondo è il capitano della nazionale inglese, Harry Kane, che per Iran-Inghilterra indossa la fascia con la scritta "No Discrimination".
Il difensore iraniano Ehsan Hajsafi (Ansa)
Il difensore iraniano Ehsan Hajsafi (Ansa)

Inghilterra-Iran, non solo calcio

Non è solo calcio Inghilterra-Iran, la partita del Mondiale in Qatar in programma il 21 novembre con fischio d’inizio alle 14. La sfida va ben oltre il terreno di gioco. E, infatti, si parte con i fischi all'indirizzo dei giocatori dell'Iran. La squadra non canta l'inno nazionale e il pubblico li fischia e li insulta. Dalla tribuna in cui sono assiepati, i sostenitori iraniani lanciano cori di dissenso come "buuuu" vedendo i loro giocatore restare muti durante l'inno. In molti mostrano il dito medio verso il campo, altri il pollice verso. Vicinanza e solidarietà all'Iran, ai giocatori e a quanto sta accadendo nel Paese, invece, arrivano dagli avversari dell’Inghilterra: come annunciato dal ct Gareth Southgate la squadra inglese si è inginocchiata prima della partita. Un gesto antirazzista che i giocatori hanno compiuto già in altre occasioni dalla morte di George Floyd, nel 2020. "Un gesto, diretto soprattutto ai giovani, contro ogni tipo di discriminazione" le parole del ct inglese.
 
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  E al momento del fischio d'inizio del match, arriva anche l'intervento da parte del ministro della Difesa di Israele Benny Gantz: "L'Iran sta cercando di conservare l'instabilità come situazione costante. Quando il mondo intorno è stabile, è esattamente l'opposto di quanto sta succedendo in Iran. Mondiali di calcio sono probabilmente uno di quegli eventi in cui Teheran cerca di causare instabilità" Alla vigilia del match il difensore e capitano dell'Iran Ehsan Hajsafi, aveva preso posizione sulle proteste contro il regime nel suo Paese. “Spero si cambi come vuole il popolo”, aveva detto in conferenza stampa dove aveva esordito con l'espressione “nel nome del dio dell'arcobaleno”, la stessa frase usata in un video dal piccolo Kian Pirfalak, una delle vittime simbolo della repressione costata 400 morti e 15mila arresti. Il calciatore 32enne che milita nell'Aek Atene aveva inviato le sue condoglianze alle famiglie di chi ha perso la vita nelle proteste e aveva ammesso che “la situazione nel Paese non è buona”, “la nostra gente non è contenta”. La nazionale iraniana lo scorso 27 settembre aveva indossato giacche nere in segno di lutto prima di una partita contro il Senegal.
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