Fino al 31 dicembre 2024 le donne lavoreranno gratis. Ecco perché

La nuova road map europea per i diritti femminili mette al centro il divario retributivo. Politiche inclusive, parità salariale e congedi di paternità restano le sfide chiave per un futuro più equo e sostenibile

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
30 dicembre 2024
Le donne in Europa dal 15 al 31 dicembre lavorano gratis: colpa del divario retributivo

Le donne in Europa dal 15 al 31 dicembre lavorano gratis: colpa del divario retributivo

Sul fronte dell’uguaglianza retributiva tra uomini e donne, anche il 2024 si conclude con un nulla di fatto. In Europa, le donne continuano a guadagnare meno degli uomini. Nonostante le battaglie per l’equità e le pari opportunità, il divario resta inchiodato al 13%.

Un dato che, in astratto, sembra raccontare poco, ma che, in concreto, significa che, a fronte di 1 euro guadagnato da un uomo, una donna guadagna 0,87 centesimi di euro. In termini pratici, si tratta di un mancato guadagno pari a un mese e mezzo di stipendio. Dal 15 novembre al 31 dicembre, dunque, le donne lavorano gratis.

Piccoli passi avanti

Dire che qualche timido passo in avanti non sia stato fatto sarebbe ingiusto. Negli ultimi cinque anni, ad esempio, l’occupazione è aumentata del 2,9% e il divario retributivo è diminuito dell’1,5%. A confermarlo sono Vera Jourová, vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, Nicolas Schmit, Commissario per l’occupazione e i diritti sociali, ed Helena Dalli, Commissaria per la parità. Piccoli passi che, però, non riescono ancora a imprimere il cambiamento di cui l’Europa ha bisogno.

Con la Strategia per l’uguaglianza di genere per il quinquennio 2020-2025, programma delle iniziative utili a combattere il gender gap, qualche risultato è stato ottenuto, ma il problema è estremamente profondo. Le donne, ad esempio, sono spesso occupate in settori meno retribuiti, come quello dell’assistenza. Una scelta spesso dettata dalla necessità di conciliare vita privata e lavorativa.

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Un momento dell'incontro tra la premier Giorgia Meloni e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen (ANSA/US PRESIDENZA DEL CONSIGLIO)

Porre rimedio a una simile situazione è complesso e, oltre a richiedere misure strutturali, necessita di una politica capace di rovesciare un sistema culturale che vorrebbe le donne sempre meno alle prese con la carriera. Non a caso, alcuni governi - tra cui quello italiano - puntano economicamente sulla natalità, mettendo al centro il ruolo delle donne come generatrici di figli. Eppure, sono molti gli slanci propositivi finalizzati - finalmente - a far comprendere che l’unico modo per uscirne è permettere ai genitori di condividere la responsabilità assistenziale.

Le misure messe in campo 

Un primo e importante passo è rappresentato dall’introduzione del congedo di paternità, strumento indiscutibilmente migliorabile, ma di per sé utile a rovesciare uno stereotipo ormai radicato. Una soluzione facilmente adottabile per arginare la disparità è rappresentata anche dall’attuazione della direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni, garantendo la parità salariale per lo svolgimento del medesimo lavoro in conformità con quanto stabilito dall’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

C’è poi il tema delle quote rosa: l’introduzione nel 2022 dell’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società ha permesso di accedere a ruoli di potere a un numero molto più elevato di donne rispetto al passato.

Il 2025 sia per l’Ue l’anno della svolta

Insomma, le misure ci sono, resta da trovare la volontà politica per metterle pienamente in atto. Peraltro, oltre a essere una mossa eticamente necessaria, sarebbe anche strategica, se si pensa che il gap salariale incide anche sulle pensioni. Considerando che la maggior parte degli anziani sono donne, essendo più longeve, è facile intuire che garantire loro una pensione inferiore del 25% rispetto a quella di un uomo rappresenterebbe un’operazione socialmente devastante. Per il 2025, Ursula von der Leyen ha annunciato il lancio di una road map per i diritti delle donne, utile a definire a lungo termine i principi fondamentali della parità di genere nell’UE e la piena realizzazione dei diritti delle donne. Che il conto alla rovescia abbia inizio.