![simbiosi simbiosi](https://luce.lanazione.it/image-service/version/c:ZTk1MmU2YzAtMzhmNS00:ZjYwYWFm/simbiosi.webp?f=16%3A9&q=1&w=1560)
simbiosi
Il futuro può venire dal passato. Perché guardare indietro, alcune volte, ci rende più chiaro l’orizzonte e ci svela soluzioni inedite. Soprattutto quando il presente sembra senza vie d’uscita. È quello che sta accadendo a Giussago (Cascina Darsena), in provincia di Pavia, ma a soli 18 chilometri in linea d’aria da Piazza Duomo a Milano. Qui è stato ricreato uno spazio agricolo di 500 ettari che richiama la Pianura Padana di mille anni fa – compresi sentieri, piccole paludi, ed animali allo stato brado – facendo rifiorire la biodiversità, oggi sacrificata ai metodi dell’agricoltura intensiva. Il risultato è un contrasto quantomai stridente con il territorio circostante, soprattutto in un’estate siccitosa come quella che stiamo ancora affrontando, che ha messo a dura prova colture e raccolti, rendendo brullo il paesaggio.
Un processo lungo che ha richiesto passione ed applicazione costante. Tutte le piante sono state ripiantumate e poi lasciate allo stato brado, secondo quelle che erano le caratteristiche originarie di questa zona, per ricreare l’ecosistema che c’era una volta. Il resto lo ha fatto una gestione oculata delle risorse idriche, realizzata anche attraverso il recupero dell'uso delle chiuse leonardesche, per canalizzare l’acqua nei vari contesti e distribuirla per usi agricoli e civili. Una volta cominciato il processo di recupero e ripristino la biodiversità si è ripresa il proprio spazio. Non solo le piante e gli alberi, ma anche la fauna. A parte i cavalli e gli uri che sono stati importati dalla Camargue, infatti, altri animali come la martora, l’airone o il capriolo sono arrivati da soli.
La "smart land" della Pianura Padana
Stiamo parlando del progetto di Simbiosi, che in trent’anni ha investito decine di milioni di euro per riportare quest'area, di proprietà della famiglia dell'ex Premio Nobel per la chimica Giulio Natta, alla condizione in cui si trovava nel Medioevo, quando la Padania era per lo più una foresta estesa migliaia di chilometri. L’obiettivo è quello di creare una “smart land” che indichi come le grandi città potrebbero risolvere le problematiche legate all'approvvigionamento energetico, allo smaltimento della CO2 e ai rifiuti. Il progetto è stato realizzato senza utilizzare alcun prodotto chimico, soltanto attraverso tecniche legate all'agricoltura tradizionale, osservando e studiando l'efficienza degli ecosistemi naturali, e facendo così nascere una serie di soluzioni che, replicando quanto fa la natura nell'ottimizzazione dell'uso delle risorse, sviluppano i concetti della blue economy e dell'economia circolare.![](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/09/smart-land_model-1024x546.jpeg)
Smart Land model in Pianura Padana (Simbiosi)