Medicina di genere, si cercano volontarie per studi specifici sulle malattie cardiometaboliche

La ricercatrice Sanna: "Oggi patologie come ipertensione, ipercolesterolemia e diabete di tipo 2 sono tra le principali cause di mortalità anche tra le donne"

di ELSA TOPPI
7 luglio 2023
Il team di ricerca di Cagliari

Il team di ricerca di Cagliari

C’è bisogno di parità di genere. Anche nella scienza. Non solo per sanare lo squilibrio fra donne e uomini impegnati nel mondo della ricerca ma anche per ciò che riguarda gli studi specifici. Proprio per questo è nato il progetto Semicycle, ideato e condotto dall’Istituto di ricerca genetica e biomedica (Irgb) del Cnr di Cagliari.
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Serena Sanna, ricercatrice che fa parte del team WomenforHealth

Lo studio è finalizzato a comprendere le interazioni tra gli ormoni sessuali femminili e il microbiota per un'efficiente medicina personalizzata nei disturbi cardiometabolici nelle donne: in particolare, risponde alla necessità di migliorare le conoscenze sui meccanismi biologici responsabili di tali patologie, che a oggi rappresentano una delle principali cause di mortalità femminile. Noi di Luce! ne abbiamo parlato con l’autrice dello studio, Serena Sanna del Cnr. La ricercatrice che fa parte del team WomenforHealth, ha sottolineato anche l’importanza di studi che pongano sotto la lente d’ingrandimento le differenze di genere.
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Il logo di WomenforHealth

Sanna qual è l’obiettivo del progetto di ricerca Semicycle? “Il progetto si propone di migliorare le conoscenze sui meccanismi biologici responsabili di patologie come ipertensione, ipercolesterolemia e diabete di tipo 2 che a oggi rappresentano una delle principali cause di mortalità anche nelle donne. Queste patologie sono state a lungo considerate patologie tipicamente maschili, in particolare perché la loro insorgenza avviene in età più tardiva nelle donne, oltre i 55-60 anni, sia perché i sintomi nelle donne sono diversi da quelli tipicamente maschili portando queste patologie a essere non riconosciute per tempo o non diagnosticate correttamente. Purtroppo non si conoscono esattamente quali siano le motivazioni di questa diversità nell’età di insorgenza e nei sintomi. Con il progetto Semicycle vogliamo studiare il ruolo di un aspetto unico della donna, ovvero le variazioni degli ormoni sessuali femminili durante l’età riproduttiva e nella menopausa. In particolare, studieremo se e come gli ormoni incidano sul profilo cardiovascolare e metabolico, agendo direttamente o attraverso la modifica di un importante fattore di rischio per queste patologie: il microbioma intestinale che comunemente chiamiamo flora intestinale". Dottoressa perché sostenere gli studi inerenti la medicina di genere è sempre più importante? “L’obiettivo della medicina di oggi è poter raggiungere un’efficiente medicina personalizzata. Una medicina che possa creare un piano terapeutico personalizzato per il paziente, o ancor meglio un piano preventivo per poter anticipare e prevenire la malattia. Per raggiungere questo meraviglioso obiettivo è necessario capire come e perché, per moltissime patologie non osserviamo gli stessi sintomi tra uomini e donne, e perché i fattori di rischio sono differenti. Le differenze di genere non sono materia recente: già nel 1993 il 'National Health Institute' (NIH) degli Stati Uniti impose l’obbligo di includere le donne tra i volontari per gli studi di ricerca e farmacologi. Eppure, dal 1993 a oggi, si rilevano solo il 30% di donne tra i volontari di studi su patologie cardiovascolari. L’inclusione delle donne negli studi farmacologici solo negli ultimi 30 anni, implica che molte delle terapie classiche siano state testati esclusivamente su uomini, per cui nelle donne non sempre hanno la stessa efficacia e si presentano degli effetti collaterali non previsti. Considerata la crescente incidenza delle patologie cardiovascolari e metaboliche nel mondo e il conseguente impatto non solo nella qualità della vita delle persone ma anche sul Sistema Sanitario e sociale, un gruppo di medici scienziati ha sollevato un appello sulla necessità di studiare con urgenza queste patologie nelle donne e nonché in paesi non Occidentali. Questo appello è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista 'Lancet' e il progetto Semicycle si pone in prima linea in questo obiettivo”.
Il gruppo di ricerca del Progetto NeuroWes si è dedicato dal 2015 allo studio della genetica dei disturbi dello spettro autistico

In corso uno studio per comprendere le interazioni tra gli ormoni sessuali femminili e il microbiota per un'efficiente medicina personalizzata nei disturbi cardiometabolici nelle donne

La scienza cerca volontarie

Le pagine social del progetto hanno diffuso una richiesta di partecipazione a tutte le donne interessate. Perché una ragazza dovrebbe partecipare e cosa comporta? “Nel progetto Semicycle studieremo sia donne in età riproduttiva che vogliano partecipare come volontarie allo studio Women4Health, che donne in menopausa e donne in gravidanza di uno studio già esistente, chiamato 'Lifelines'. Per lo studio Women4Health, per il quale cerchiamo potenziali volontarie nell’aria di Trieste, abbiamo creato dei profili social su Facebook e Twitter per diffondere la richiesta di partecipazione. Contiamo di reclutare 300 donne sane nell’arco dei prossimi 2-3 anni. Cerchiamo donne che non assumano contraccettivi orali e che siano in età riproduttiva (18-45 anni), proprio perché vogliamo studiare le variazioni naturali degli ormoni sessuali che avvengono durante il ciclo mestruale. Abbiamo diffuso diversi annunci anche sui siti Istituzionali e sulla stampa, ma sulle pagine social si possono trovare maggiori informazioni sui requisiti per la partecipazione e tenersi aggiornate su nuove scoperte scientifiche riguardanti il ruolo della flora intestinale. Trovare donne disposte a partecipare non è semplice; riconosciamo il grosso impegno necessario da parte delle volontarie, che dovranno venire per un prelievo per quattro settimane consecutive e raccogliere dei campioni di feci a casa. Non ci è permesso dare nessun tipo di retribuzione, partecipare come volontarie è un atto di altruismo per il bene di tutti, come per una donazione di sangue. Per ringraziare le volontarie per il loro tempo e impegno, a chi lo richiedesse consegniamo gratuitamente il referto degli esami del sangue eseguiti, in particolare glicemia, colesterolo e transaminasi”.

Women4Health: l'obiettivo è sviluppare una migliore prevenzione delle malattie cardiometaboliche, cioè connesse al cuore e alle abitudini alimentari

Lo studio chi coinvolge, oltre il Cnr-Irgb? “Il progetto Women4Health è nato da una collaborazione con la professoressa Giorgia Girotto del Ircss Burlo Garofolo di Trieste, ed è per questo che il reclutamento delle volontarie avviene proprio presso questo ospedale. Abbiamo ricevuto l’interesse di collaborazione da parte di un altro ospedale di Cagliari, il Policlinico Universitario, con il quale inizieremo il reclutamento seguendo lo stesso protocollo all’inizio dell’autunno. Siamo aperti alle collaborazioni qualora altri ospedali si volessero unire”. Questo progetto, finanziato nel 2022, è stato ispirato da due sue precedenti ricerche scientifiche. Ce ne parla? “Ho studiato i fattori di rischio per le patologie cardiovascolari e metaboliche per oltre 15 anni, e quando siamo arrivati ad avere un numero adeguato di volontari (si è arrivato fino a un milione) abbiamo capito che le differenze tra uomini e donne non potevano essere spiegate da un coinvolgimento di geni diversi nell’uomo e nella donna, ne dai geni presenti nei cromosoma X e Y, i cromosomi sessuali. Cinque anni fa ho cominciato a studiare un fattore emergente, il microbioma intestinale, quell’insieme di microorganismi – batteri, virus, funghi – che vivono nell’apparato digerente e che aiutano a scomporre i residui di cibo non digeriti nello stomaco e trarre energia per loro e per il nostro corpo. Diversi studi precedenti avevano osservato che confrontando il microbioma intestinale tra individui sani e pazienti con diabete di tipo 2, in questi ultimi si osservavano degli squilibri nel numero di microorganismi e nella loro attività, squilibrio che si definisce 'disbiosi'.

L'esperta: "L’obiettivo della medicina di oggi è poter raggiungere un’efficiente medicina personalizzata"

Non era però chiaro se questa disbiosi fosse la causa della patologia o una conseguenza dei farmaci assunti. Attraverso un'applicazione di un modello matematico di inferenza causale a un grande insieme di dati pubblici e della corte Lifelines, ho individuato alcuni specifici batteri e funzioni che se presenti in alte quantità favoriscono la produzione dell’insulina al glucosio, riducendo il rischio di diabete. Con un altro studio recente, ho studiato come alcuni batteri e funzioni intestinali sono anche parzialmente influenzati dal genoma umano. Non con un diretto contatto con il Dna, ma poiché il nostro Dna codifica per quell’ambiente in cui vivranno i batteri, cioè tutte le cellule dell’apparato digerente e le molecole da loro prodotte, stabilendo quindi delle condizioni più o meno favorevoli. Queste due osservazioni scientifiche mi hanno fatto riflettere sull’ importanza di studiare il microbioma intestinale nelle patologie cardiovascolari e metaboliche anche nelle donne, considerato quanto gli ormoni influenzano enormemente l’intestino (si pensi alla stitichezza premestruale per esempio). Inoltre nel nostro progetto abbiamo intrapreso una ricerca dove studieremo anche il genoma delle volontarie, nonché il microbioma vaginale, poiché il corpo umano è fatto di tanti aspetti che devono essere considerati tutti insieme".

L'appello: "cerchiamo potenziali volontarie nell’aria di Trieste"

Scienziate e medicina di genere: come stiamo messi in Italia? “La medicina di genere sta avendo un grande interesse anche in Italia e anche in altri ambiti. Ci sono diverse scienziate italiane che si occupano di questo argomento da diverso tempo, come la professoressa Adriana Maggi. Nel Belpaese abbiamo scienziati e scienziate con ottime idee ma abbiamo un problema con la competitività nel mondo della ricerca internazionale, problematica che sentiamo ripetersi da decenni ma sui cui poco si fa per superarlo. I problemi sono tanti e su più fronti: si va dalla mancanza di fondi per la ricerca adeguati alla distribuzione dei pochi fondi in maniera non costante e poco meritocratica, a un eccesso di burocrazia per acquisti e assunzioni, fino a una burocrazia che rallenta la ricerca e che inibisce, e a volte impedisce, agli stranieri a venire in Italia. E, ancora: le borse di studio striminzite per dottorandi che non attraggono studenti stranieri”.