E se la famosa
Ville Lumière restasse al buio? Il fascino della romantica, sofisticata e artistica
Parigi è strettamente collegato alle sue
luci che oggi, però, devono fare i conti con la
crisi energetica, accelerata dal conflitto russo-ucraino. La
capitale francese – tra le prime metropoli a portare l'illuminazione per le strade pubbliche – è famosa per i
giochi di luce colorati della Tour Eiffel che ogni giorno regala uno spettacolo diverso avvolgendo in un’atmosfera inebriante tutto il panorama degli Jardins du Trocadero. E non solo: dagli
Champs-Elysées, all’Arco di Trionfo fino ai vicoli di
Sain German, fra locali e caffè, lo scintillio parigino – che nel periodo di Natale diventa un tripudio di luci – è parte integrante del panorama e della
città. Basta passeggiare lungo la Senna (o navigare a bordo dei tipici Bateaux Mouches) per capire quanto l’illuminazione sia un aspetto fondamentale per questa città.
Parigi e la sua "Dama di ferro" (Instagram)
Fondamentale ma non indispensabile perché la "
città dei lampioni" (e dell’Illuminismo), come il resto della Francia e dell’Europa, rischia di subire carenze di elettricità, razionamenti e blackout nel momento in cui la domanda di
energia elettrica aumenterà nei prossimi mesi. Per cui il Comune di Parigi sta mettendo in campo una serie di misure per affrontare la crisi energetica con l’obiettivo di risparmiare il 10% per questo inverno. E tra le iniziative c’è anche la riduzione dell’illuminazione pubblica sui
monumenti a partire dalla Tour Eiffel, simbolo della città. L’iconico monumento, avvolto da
20mila lampade a incandescenza, che brillava fino alle una di notte, accompagnando residenti e turisti lungo gran parte delle notti parigine, adesso si
spegne alle 23,45 (orario di chiusura della torre). “
È un gesto altamente simbolico, che rientra nella crescente consapevolezza della riduzione energetica”, dichiara a “The Guardian”
Jean-François Martins, responsabile della gestione della torre. Quella riguardante la riduzione dell'illuminazione della “dama di ferro” è solo una delle misure annunciate dalla sindaca Anne Hidalgo per rispondere all'appello lanciato dal presidente Macron a una maggiore “
sobrietà energetica”.
I giochi di luce di Parigi devono fare i conti con la crisi energetica (Instagram)
Il piano di risparmio prevede, infatti, anche temperature più basse in tutti gli
edifici della città: durante il giorno la
temperatura degli edifici pubblici scenderà da 19 a 18 gradi, mentre di notte è previsto un adeguamento sistematico della temperatura a 12 gradi così come durante i periodi non occupati degli edifici. Altro intervento: spostamento di un mese della stagione di riscaldamento invernale con l’accensione del riscaldamento degli edifici amministrativi rinviato alle
festività di Ognissanti. Per quanto concerne l’abbassamento dell’intensità dell’illuminazione pubblica, oltre alla Torre Eiffel, le luci delle facciate esterne e dei monumenti vengono spente alle 23. Il risparmio energetico coinvolge anche le attività commerciali tanto che c’è il
divieto di illuminazione notturna delle vetrine e locali, il divieto di tenere le terrazze riscaldate e il divieto di tenere le porte aperte in caso di aria condizionata o riscaldamento accesi.
Veduta panoramica della capitale francese e delle sue mille luci (Instagram)
Non solo Parigi
La corsa ai risparmi energetici riguarda tutta la Francia. Come Parigi, sono tantissime le città che hanno deciso di risparmiare sull'illuminazione pubblica e il riscaldamento degli edifici pubblici per affrontare il
caro bolletta. Una delle misure più significative è stata messa in atto a
Lille, la grande città delle Fiandre francesi, nel nord del Paese, che dall’inizio di settembre ha spento gli edifici pubblici di notte, fatta eccezione per la celebre piazza centrale – la
Grand Place – e la place de l'Opéra. Tagli che, secondo il comune, consentiranno di risparmiare 170.000 kWh all’anno. Dall'altra parte del Paese, a
Marsiglia, è stata adottata una misura simile, con lo spegnimento delle illuminazioni dei monumenti alle 22,30 in inverno, fatta eccezione per la basilica di
Notre-Dame-de-la-Garde, simbolo della città. A
Lione, città nota per il suo Festival delle Luci che si svolge ogni anno a inizio dicembre, il Comune (guidato dai verdi) ha voluto dare l'esempio riducendo le illuminazioni giornaliere. “Il Comune sta già spegnendo tutte le luci di Lione per
quattro giorni alla settimana: ponti, chiese, musei, eccetera - dice Sylvain Godinot, vicesindaco di Lione e responsabile della transizione ecologica -. Si tratta di un’illuminazione non necessaria per il traffico pedonale e veicolare. Le persone capiscono che in un contesto di crisi non possiamo lasciare accese luci solo per fare scena. Dobbiamo concentrarci sui servizi pubblici essenziali”.
La tradizionale Festa delle luci di Lione
Numerose sono le iniziative anche per
abbassare i consumi relativi agli impianti di
riscaldamento. Sempre a Lille, in due musei, i termosifoni verranno abbassati da 20 a 18 gradi. Riduzione equivalente anche nelle
piscine municipali e taglio di due ore di riscaldamento in
palestra. Lione ha dato ordine di limitare a 19 gradi il riscaldamento dei suoi edifici per far fronte a una bolletta complessiva che secondo le stime passerà da 55 a 100 milioni di euro per il 2023.
Anche i monumenti della Germania si spengono
La Ville Lumière non è la sola ad aver attuato un piano di risparmio energetico per lo
skyline cittadino e altri siti culturali. A
Berlino, infatti, le autorità hanno ridotto l’illuminazione notturna alla
Colonna della Vittoria e alla Gedächtniskirche, la Chiesa commemorativa dell’Imperatore Guglielmo. Anche la
città di Weimar si è attivata in questo campo già da inizio estate: i lampioni sono rimasti spenti fino a mezz’ora dopo dell’orario normale di accensione e si sono spenti 30 minuti prima del solito.
Colonia ha seguito l’esempio delle due città.
La Colonna della Vittoria a Berlino
In
Germania anche gli impianti pubblicitari luminosi dovranno restare spenti dalle
22 alle 16 (sono escluse le vetrine delle attività commerciali). La cifra stimata di denaro che si risparmierebbe in un anno spegnendo le luci pubbliche non necessarie ammonta a 2,9 miliardi.
In Belgio strade al buio
Per
risparmiare energia e fronteggiare l’impennata dei prezzi, luci spente di notte anche lungo le maggiori
autostrade della Vallonia, regione francofona nel Belgio meridionale. “Siamo in una situazione complicata in cui l'energia è davvero molto costosa, tutto ciò che può essere fatto per ridurre i consumi aiuterà ad alleviare questa crisi energetica” sostiene
Philippe Henry, vicegovernatore della Vallonia. E aggiunge: “Dobbiamo porre in atto altri risparmi, nei negozi, probabilmente spegnendo di notte alcune delle luci di grande impatto delle insegne luminose”. Sofico, la società che gestisce
2.700 km di autostrade e strade statali nella regione al confine con la Francia, fa sapere che lo spegnimento riguarderà 20.000 punti luce (dei 25.000 esistenti) ubicati sulle autostrade, tra le 22 e le 5 del mattino.
Il coprifuoco energetico in Austria
Negli ultimi giorni l’Austria ha deciso di dare vita ad un
coprifuoco energetico voluto dalla ministra dell’Energia
Leonore Gewessler. Ogni sera, a partire dalle ore 22, tutti gli
edifici pubblici si spengono per tutta la notte, compresa la residenza presidenziale e i cartelloni pubblicitari. Colpiti dal taglio dei consumi anche simboli nazionali come l’Hofburg di Vienna. L’unica luce cittadina è composta dall’
illuminazione stradale. Oltre al coprifuoco, l’Austria ha stabilito che l’impianto di riscaldamento nelle case non può superare i 19 gradi e che il limite massimo di velocità sulle autostrade dovrà scendere a 100 km/h per risparmiare quanto più carburante possibile. I cittadini austriaci, inoltre, sono invitati a usare il servizio di
car sharing, che consiste nel condividere l’auto e di conseguenza anche le spese (in più riduce
l’inquinamento atmosferico).
Coprifuoco energetico voluto dalla ministra dell’Energia Leonore Gewessler (Facebook)
Blackout dall’altra parte del mondo
Non è solo l’Europa a fare i conti con il risparmio energetico. Per
due giorni la settimana - il lunedì e il martedì - anche
Shanghai ha deciso di rimanere al buio nelle ore notturne. La
megalopoli cinese (26 milioni di abitanti) ha decretato lo spegnimento di insegne, grattacieli, e parte dell’illuminazione stradale. In questo caso però la decisione è dettata non dalla crisi energetica in senso stretto ma anche dalla prolungata
siccità e dal
rialzo delle temperature che ha messo a dura prova la tenuta della rete elettrica di tutta la regione.
A Shanghai, due volte alla settimana, si spengono le luci per tutta la notte (Instagram)
E l’Italia?
Anche in Italia si sta iniziando a parlare di forme di “austerity” per l’
illuminazione pubblica. Il tema è sul tavolo a Milano, città notturna per eccellenza, ma anche in cittadine di provincia del Veneto e delle Marche prevedono di tagliare i consumi elettrici per ritrovarsi con i bilanci dissestati a causa delle bollette. Per adesso, comunque, luci spente di notte per il
Pirellone e per Palazzo Lombardia e smart working il venerdì per i dipendenti comunali.
Il Pirellone illuminato in ricordo della strage di Capaci
Il
Piano di contenimento dei consumi di gas per il
risparmio energetico, presentato dal Ministero della Transizione Ecologica, prevede poi una serie di misure per ridurre, appunto, i consumi. Tra questi la riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici, cioè 17 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, e 19 con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici.