25 novembre: l'onda rumorosa contro la violenza di genere

di MARIANNA GRAZI
10 novembre 2024
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Giulia Cecchettin, un anno dal femminicidio che ci ha fatto infuriare

Un femminicidio previsto (tanto che immediatamente diventa virale sui social l'hashtag #losapevamotutte), che però dopo una settimana in cui l'Italia intera è rimasta col fiato sospeso in attesa di novità sulla scomparsa di quei due giovanissimi ragazzi, scuote con forza mai vista prima l'opinione pubblica, facendo immediatamente salire lo tsunamni di rabbia e indignazione per quell'ennesimo caso di violenza di genere terminato in tragedia. È il punto di non ritorno. In tutta Italia associazioni, gruppi di attiviste o di studentesse iniziano a scendere in strada, a protestare contro i femminicidi, le molestie, gli abusi e gli stupri in nome di Giulia Cecchettin, a gridare e fare rumore. Di lì a qualche giorno vengono messe in piedi manifestazioni gigantesche per il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Da Milano a Palermo, da Roma a Torino, e poi Firenze (dove anche noi di Luce!, coi colleghi e le colleghe delle testate del Gruppo Monrif abbiamo organizzato un evento per l'occasione, portando migliaia di persone in piazza della Signoria), Bologna, Padova e centinaia di altre città si sono tinte di rosso sangue per sensibilizzare sul fenomeno e dire, ancora una volta, basta.

E non ci si limita a quel giorno: Giulia Cecchettin diventa il simbolo di una lotta rumorosa come non c'era mai stata, che ha portato a iniziative nelle scuole e università, che ha aperto la strada a inasprimento delle pene per chi compie quel tipo di reati (con il cosiddetto Codice rosso bis), che ha spinto a tenere alta l'attenzione sulla violenza di genere, ha rinnovato l'invito a denunciare anche in presenza di un minimo segnale d'allarme. Giulia Cecchettin, con la sua tragica morte, ci ha chiesto di non restare più zitte.

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