Sabato 18 novembre arriva la notizia che ormai tutte e tutti temevano: la procura di Venezia annuncia di aver trovato il corpo di una ragazza, coperto da alcuni sacchi neri ai piedi di un canalone della val Caltea nella zona del comune di Barcis, in Friuli. Corpo che, nelle ore successive, verrà identificato come quello di Giulia Cecchettin. Dalle prime informazioni trapelate si parlava di almeno 20 coltellate oltre ad altre ferite dovute alle botte ricevute; dall'autopsia successiva si verrà a sapere che in reltà i fendenti sono stati almeno 75, a dimostrazione di una butalità e di un intento omicida freddo e senza scampo da parte dell'aggressore.
Lui, Filippo Turetta, viene arrestato a pochi chilometri dalla cittadina di Bad Dürremberg, vicino a Lipsia, nella Germania orientale il giorno successivo, domenica 19 novembre. A oltre mille chilometri dal luogo di partenza sembra che la sua auto fosse senza benzina e che lui non avesse più soldi per fare rifornimento. In seguito confesserà tutto alle autorità tedesche, prima di essere rimpatriato in Italia. Dirà anche di aver pensato di togliersi la vita dopo aver ammazzato l'ex fidanzata, ma di non aver avuto abbastanza coraggio.