Giornata mondiale dell'Autismo, Micol: "Al lavoro mi sento inclusa"

La milanese, 38 anni, fa parte di Associazione Diesis, che da anni porta avanti un progetto di inserimento lavorativo e autonomia abitativa

di MARIANNA GRAZI
2 aprile 2023
Micol associazione Diesis autismo

Micol associazione Diesis autismo

La radice è la stessa: autismo e autonomia. Ma passare dall’uno (ovviamente non si ‘guarisce’ non essendo una malattia) all’altra non è sempre facile. I casi di autismo sono in drammatico aumento: si parla di un balzo del 500% registrato da uno studio pubblicato sulla rivista “Pediatrics” sull'andamento dei disturbi dello spettro autistico (Asd) tra il 2000 e il 2016 nella regione metropolitana di New York-New Jersey. Ma il trend è in crescita anche in Italia. Secondo i dati più recenti (fine 2022) dell’Istituto superiore di Sanità oggi la media è di un bambino ogni 77 nella fascia di età 7/9 anni, con una prevalenza di maschi, che sono 4 volte di più rispetto alle femmine. E i più grandi? In occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo, che ricorre il 2 aprile, vogliamo esplorare un ambito ancora poco approfondito: quello di chi, la diagnosi, la riceve in età adulta e si trova a fare i conti con una vita che non lo o la aspetta.

Il 2 aprile ricorre la Giornata mondiale della Consapevolezza dell’Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day)

Grazie all’associazione Diesis, che dal 2010 si occupa proprio di giovani adulti con autismo, organizzando vari progetti per renderli indipendenti, in questi anni quasi 30 ragazzi e ragazze hanno trovato un’occupazione e si sono messi alla prova nel mondo del lavoro. Personalità diverse comportano anche diversi percorsi, ma tutti sono stati perseguiti con successo, grazie alla collaborazione con aziende di rilievo come Uniqlo, Leroy Merlin, Linklaters, Testori, PizzaAut e tante altre, grazie anche alla collaborazione con BES Coperativa Sociale e con Fondazione Adecco per le pari opportunità.

Il presidente Angelo Chiodi: “Inclusione in azienda un valore aggiunto”

“Nel 2022, Diesis in collaborazione con Fondazione Adecco per le pari opportunità, ha ottenuto l’inserimento di 19 dei suoi associati, con contratti a tempo determinato e indeterminato, in primarie aziende dell’area finanziaria e legale, della grande distribuzione e della moda” dichiara il presidente dell’associazione Angelo Chiodi. “Un grande risultato e finalmente il decollo di un importante progetto a cui lavoravamo da tempo. Queste assunzioni si sono rivelate un’esperienza molto positiva per le aziende e per i nostri ragazzi” aggiunge. “La nostra associazione ha garantito alle aziende un’assistenza costante, durante tutto il periodo di selezione e di inserimento, con un tutoring, totalmente a carico di Diesis, che prosegue anche dopo l’assunzione con momenti di allineamento periodico. Queste forme di inclusione non sono un obbligo né una forma di carità ma rappresentano un’occasione per avviare un processo positivo per i nostri ragazzi ma anche per le aziende” prosegue ancora Chiodi. “L’inserimento della persona neuro-divergente nei team di lavoro si rivela quasi sempre un vero e proprio valore aggiunto, in uno scambio di competenze e punti di vista che permettono di crescere a livello umano, personale e lavorativo. I nostri ragazzi dimostrano di essere una risorsa reale”, afferma il presidente. Che poi lancia un invito: “Le aziende devono avere più coraggio nel guardare positivamente a questi inserimenti, come ci conferma la soddisfazione di chi ha provato e ha potuto constatare gli effetti di grande propulsione a favore dell’armonia e della fiducia, all’interno dell’azienda e fra i dipendenti”.

L’esperienza di Micol a Linklaters

Micol, 38 anni, ha scoperto solo sei anni fa di avere disturbi dello spettro autistico

“La diagnosi è arrivata sei anni e mezzo fa, quando avevo già 32 anni”. Micol Vezzia, milanese, 38 anni, ha scoperto ormai adulta di avere un disturbo dello spettro autistico. Fa parte dell’Associazione Diesis ed è entrata nel progetto di inserimento lavorativo in collaborazione con fondazione Adecco per le pari opportunità, le ha trovato un lavoro. Da poco meno di due anni (è entrata a maggio 2021) lavora part time 6 ore in Linklaters, studio legale internazionale di Milano, come parte integrante e “integrata” del team di operation che segue servizi generali e segreteria. Un impiego che la rende felice, oltre che darle un’autonomia che molti autistici si vedono negata proprio a causa della loro condizione. Micol, come ha scoperto di avere un disturbo dello spettro autistico? “Ho sempre avuto difficoltà relazionali e ho seguito diverse terapie psicologiche, che però di fatto non hanno mai portato a un risultato duraturo. Avevo un sollievo momentaneo ma non erano risolutive. Il sospetto è nato quando mi è stata riconosciuta una ‘certa rigidità mentale’ che, insieme ai problemi a relazionarmi con gli altri, alla ripetitività nelle azioni e al mio essere molto organizzata e abitudinaria, sembravano portare in quella direzione. Quando sono nata io si sapeva poco o nulla di autismo. Non c’erano i servizi di neuropsichiatria infantile come ci sono oggi quindi si pensava alla solita bambina o persona timida che magari un domani un domani avrebbe superato queste difficoltà”. Adesso è più facile avere una diagnosi precoce? “Non è detto. Perché in realtà quello che vedo all’interno dell’associazione è che ci sono tante persone che arrivano magari da percorsi piuttosto impervi. Però c’è sicuramente più conoscenza”. Cos’ha fatto quando ha ricevuto la diagnosi? “Mi sono messa alla ricerca di associazioni che si occupassero di autismo, e così ho trovato Diesis e da lì ho iniziato questo percorso lavorativo che mi ha portato all’inclusione sociale e alla stabilità lavorativa. Altro aspetto molto sofferto prima della diagnosi”. Perché? “Il fatto di non riuscire ad avere relazioni anche coi colleghi comportava grosse fatiche e tanti problemi. Ho sempre cercato di darmi da fare ma, senza capire perché, non riuscivo ad integrarmi. Io ho poi anche qualche difficoltà a livello sensoriale, quindi lavori troppo esposti al pubblico non sono adatti a me o se devo rispondere tanto al telefono inizia ad essere molto faticoso a livello di stimolazione sensoriale. Questo prima della diagnosi, che invece mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo: ha dato un significato a tante cose”.

Micol lavora part time nello studio milanese di uno studio legale internazionale

Come si trova invece a lavorare a Linklaters? “Va benissimo, ho un contratto a tempo indeterminato e sono ampiamente inclusa. Nello studio dove lavoro hanno voluto attuare dei progetti di inclusione nell’ambito della neurodiversità e devo dire che Linklaters ha fatto tanto in questo senso. Sia con la mia associazione, sia con Fondazione Adecco, per facilitare il mio inserimento hanno fatto incontri settimanali di allineamento, sono sempre stata molto seguita, e anche adesso. Recentemente abbiamo fatto all’interno dello studio un evento dove ho parlato a tutti gli altri miei colleghi di cos’è la neurodiversità, cosa comporta, ed è stato ben apprezzato. Alcuni mi hanno addirittura detto che mi hanno ammirato perché non è facile raccontarsi, mai, e in questi casi ancora di più”. E con i suoi colleghi? Ha detto che è pienamente inclusa… “Loro non vedono Micol solo come persona neuro-divergente, ma come una che ha tanti interessi, con cui poter parlare anche di altro oltre che di lavoro. Mi vedono come una collega come le altre”. Quali sono i suoi hobby? “Mi piace molto andare al cinema e a teatro, sono le mie due passioni più grandi”. Quanto è importante per lei poter lavorare e potersi in qualche modo costruire una vita indipendente? “Oltre che per l’inclusione sociale è importante proprio per il discorso di diventare più autonomi possibile. Per qualche persona autistica che riesce a essere inserita nel mondo del lavoro si può anche pensare a un’autonomia abitativa o dal nucleo familiare, a un’indipendenza economica a tutti gli effetti. E poi è importante imparare a fare da soli le semplici cose della vita quotidiana”. Che direbbe a una persona o ai genitori di un* bambin* che ha i suoi stessi ‘sintomi’ (i problemi relazionali, quelli sensoriali, la ripetitività nelle azioni ecc..) ma non se li spiega? “Di approfondire anche se si ha solo un minimo sospetto. E di rivolgersi magari alle associazioni che si occupano di autismo, perché aiutano tanto. Ci deve essere maggior conoscenza, solo conoscendo il motivo del ‘funzionamento diverso’ di una persona si possono poi trovare le risposte adeguate”.

Il bonus assunzioni lavoratori autistici

Micol e gli altri giovani adulti dell'associazione Diesis sono quindi un chiaro esempio, come ha ricordato il presidente Chiodi, di come anche per queste persone sia possibile avere una vita il più possibile 'normale', con la propria autonomia e indipendenza sia economica che sociale. Ma – e ribadiamo l'invito ad "avere più coraggio" – le imprese devono fare la loro parte. E questo è l'anno giusto per intraprendere questo percorso di inclusione: infatti nel 2023 è stato introdotto il Bonus assunzioni lavoratori autistici, ovvero un’agevolazione per per le start up sociali residenti in Italia e le imprese innovative che assume giovani o adulti con disturbi dello spettro autisticoQueste assunzioni devono essere nella misura di due terzi del personale, per far sì che l'azienda goda di importanti benefici in termini fiscali e contributivi: nello specifico è prevista l’esenzione dall’imposta sul reddito e dall’IRAP, oltre ad un incentivo previdenziale, nella misura del 70% della retribuzione mensile lorda di tali lavoratori. Insomma mai come in questo momento l'inclusione conviene.