
Fallaci
Ce l’aveva già suggerita Oriana Fallaci, sessant’anni fa, la domanda da farci quando analizziamo lo stato delle donne nel mondo: in quali condizioni possono essere felici? Partendo da qui, dal quel reportage ancora illuminante intitolato Il Sesso inutile, i numeri della discriminazione femminile acquistano corpo, senso, si svelano meglio. Perché una donna, per esempio, può essere felice con il velo, se è lei a deciderlo. Se non glielo impone una legge. E può essere infelice, tragicamente infelice se, pur libera di vestirsi come vuole e affermarsi sul lavoro, dipende da un compagno sbagliato o violento senza potersi ribellare. Senza indipendenza economica o senza un aiuto in famiglia. Lo faremo, questo viaggio, puntata dopo puntata. E possiamo spoilerare almeno un dato: la felicità delle donne ha ancora poco a che fare con il potere e molto con la libertà. Possiamo dire la stessa cosa degli uomini?
Gli ultimi rapporti internazionali dimostrano che l’avanzamento delle donne è stato drasticamente rallentato dalla pandemia. Come è sempre accaduto, nei momenti di emergenza sono le donne a pagare il prezzo più alto. Perché costrette a lasciare il lavoro o, in condizioni di povertà, a raddoppiarlo, perché le condizioni di salute peggiorano, e perché in generale il carico psicologico e sociale di una comunità fragile ricade in gran parte su di loro. È un arretramento che le donne subiscono in ogni guerra sanitaria o militare, inclusa l’ultima scoppiata in Ucraina. L’indice sulla sicurezza delle donne ucraine era già mediamente bassa (1 su 2 non si sentiva sicura), pensate a quanto precipiterà se non solo vengono arruolate in massa, ma saranno esposte - come temono sentendo alcuni drammatici sos sui social - a stupri e violenze da parte dei militari russi. Le guerre riazzerano tutti i passi avanti fatti in tema di diritti, e le donne, spesso, pagano anche con il corpo. Niente di nuovo purtroppo: la storia si ripete.
E l’Italia? In questa classifica mondiale si colloca al 28esimo posto, dopo il Belgio e prima del Giappone. A pesare in negativo è soprattutto il lavoro: il tasso di occupazione femminile nel nostro Paese è il più basso in Europa (il 31%) e la percentuale di dipendenti che possono assentarsi dall’impiego per prendersi cura della famiglia è del 19%, contro una media europea ben più alta (massima flessibilità in Olanda, Germania, Svezia, Danimarca). A tenere alta la bandiera, invece, è la situazione femminile nel campo della salute, con l’Italia fra gli Stati migliori. Mentre il dato sugli anni di istruzione, pur sfiorando i 10 di media, ci tengono lontani dai 13 anni e mezzo di cui beneficiano le donne tedesche o inglesi o norvegesi.

La pandemia ha rallentato l'avanzamento generale della condizione femminile nel mondo

Le donne sono le prime vittime, dirette e indirette, delle guerre, sia sanitarie che militari
I dati sulle donne nel mondo: fotografia dall'alto
Per la fotografia dall’alto di questo primo viaggio fra le donne del mondo, prendiamo i dati del rapporto Onu 2021. Il panorama è cupo. Anche facendo la media fra i Paesi del nord Europa, dove il genere non fa la differenza, e quelli come Afghanistan e Pakistan, dove essere maschi, invece, può salvare la vita, i numeri sulla condizione globale femminile non sono lieti. Ecco alcuni dati.- Le donne hanno il 75% dei diritti in meno rispetto agli uomini.
- 43 Paesi non hanno una legge per punire lo stupro commesso dal partner e più di 30 limitano il diritto delle donne a muoversi liberamente dalle proprie case.
- In 20 Paesi del mondo - fra cui la Russia - sono ancora in vigore i matrimoni riparatori, con leggi che consentono agli stupratori di sposare la propria vittima per evitare procedimenti penali.
- Dei circa 40 milioni di vittime di qualche forma di schiavitù (matrimoni forzati, traffico di esseri umani, lavoro sfruttato, schiavitù per debiti) più di 7 su 10 sono donne.
- Più di 200 milioni di ragazze e donne vivono con le conseguenze delle mutilazioni genitali e ogni anno altri 4 milioni rischiano la stessa pratica.
- 650 milioni di donne sono state forzate a sposarsi prima dei 18 anni (12 milioni ogni anno).
- La gravidanza e il parto sono le principali cause di morte fra le ragazze fra 15 e 19 anni.
- Nonostante sia raddoppiato negli ultimi vent’anni il ricorso ai contraccettivi, circa 217 milioni di donne non ne hanno accesso.
- Quasi 4 milioni di donne si sottopongono ogni anno all’aborto clandestino.

Il mondo diviso in colori secondo l'Indice per la pace e la sicurezza delle donne (WPS) del 2021/2022. Sulla base di numerosissimi indicatori, il rapporto sulla condizione femminile nel mondo viene aggiornato ogni anno. I 170 Paesi analizzati sono classificati su una scala 0-1 con un punteggio di 1 come risultato più alto possibile. Le tendenze mostrano che l’avanzamento globale delle donne ha rallentato, e che le disparità sono cresciute.
La classifica degli Stati
Restano differenze enormi, nella classifica che analizza 170 Paesi: si va dal primissimo posto della Norvegia (seguita da Finlandia e Islanda) ai Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, che a causa delle leggi discriminatorie e dei conflitti, non si schiodano dagli ultimi posti. L’ultimissimo gradino è ovviamente occupato dall’Afghanistan, che dopo l’occupazione dei Talebani ha visto peggiorare la situazione femminile del 28%.