Acqua pazza. No, non è il nome di un piatto tipico di una qualche amena cittadina di mare, ma quello che sta accadendo alle nostre risorse idriche. Che, secondo il primo rapporto messo a punto dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), mostrano più di una sorpresa. Se, infatti, il documento annuale dedicato al monitoraggio e alla gestione dell'acqua stilato dall’ente intergovernativo delle Nazioni Unite (Onu) testimonia come, dall’inizio del nuovo millennio, tre disastri naturali su quattro sono stati provocati dall’acqua, il dato già singolare è che l’Africa è l’unico continente che, nello stesso periodo, abbia avuto un trend idrico positivo nella disponibilità di acqua in fiumi e laghi. Il mondo capovolto verrebbe da dire. I generale, l’andamento delle precipitazioni appare sempre più erratico e gli eventi estremi – siccità e inondazioni – più frequenti e intensi. Inoltre, nel 2021, le regioni che hanno ricevuto molta meno pioggia rispetto alla media degli ultimi 30 anni sono state il doppio di quelle dove le precipitazioni sono state più abbondanti del solito. Un andamento influenzato da La Niña.
Tra le aree più piovose, oltre all’Africa (tranne la zona del Sahel e del Maghreb) presentano un deficit anche la Germania e l’area tra Liguria e Piemonte, interessate da eventi estremi che hanno devastato il territorio rispettivamente a luglio e ottobre. Anche alcuni dei maggiori fiumi asiatici, tra cui l’Indo, il Gange, il fiume Giallo e il Mekong, hanno portate in diminuzione. Tra i grandi fiumi colpiti, oltre al nostro Po, anche il Rio de la Plata in Sud America e il Niger, il Volta, il Nilo e il Congo in Africa. A “secco” anche grandi bacini in Nord America, in particolar modo negli Usa, tra Mississippi, Missouri e Colorado. Questo nonostante la fusione dei ghiacciai sia aumentata costantemente, registra il capitolo del rapporto dedicato alla criosfera. “Gli impatti dei cambiamenti climatici sono spesso percepiti attraverso l’acqua – siccità più intense e frequenti, inondazioni più estreme, precipitazioni stagionali più irregolari e scioglimento accelerato dei ghiacciai – con effetti a cascata sulle economie, sugli ecosistemi e su tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Eppure, la comprensione dei cambiamenti nella distribuzione, nella quantità e nella qualità delle risorse di acqua dolce è insufficiente”, afferma il segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale, Petteri Taalas. “Il rapporto sullo stato delle risorse idriche globali - aggiunge - mira a colmare questa lacuna di conoscenze e fornire una panoramica concisa della disponibilità di acqua in diverse parti del mondo. Ciò informerà gli investimenti per l'adattamento e la mitigazione del clima, nonché la campagna delle Nazioni Unite per fornire l'accesso universale nei prossimi cinque anni agli allarmi precoci di pericoli come inondazioni e siccità”.
Attualmente 3,6 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua per almeno un mese all’anno e si prevede che questa cifra aumenterà a più di 5 miliardi entro il 2050. Tra il 2001 e il 2018, l’ente Onu che si occupa dell’acqua, UN Water, ha riferito che il 74% di tutti i disastri naturali sono stati legati all’acqua. Basti pensare a ciò che è accaduto in questi giorni a Ischia dove le intense precipitazioni hanno innescato la tragica valanga di fango e detriti. E nel resto del mondo non va meglio. In Pakistan, per esempio, nel 2022 le alluvioni hanno ucciso circa 1.700 persone e provocato quasi 10 milioni di sfollati. Una vera e propria catastrofe nazionale. In aumento anche gli episodi siccitosi. Basti pensare che addirittura quest'anno, per la prima volta nella storia del Regno Unito – piovoso per eccellenza – l'organizzazione meteorologica locale ha proposto il razionamento dell’acqua. O a quello che si è verificato con il Po e altri fiumi italiani questa estate, dai quali sono emersi i resti di animali preistorici e mezzi distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 2021 le aree con bacini/flussi d'acqua che avevano una portata inferiore alla media trentennale sono state doppie a quelle con una portata superiore.