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L'artista Susanna Parigi
A cinque anni di distanza dal precedente, è uscito da pochi giorni "Caro m’è ‘l Sonno" il nuovo album di una eccellente cantante, autrice e scrittrice fiorentina. Bello e fuori dal coro questo decimo lavoro di Susanna Parigi, un’artista acuta e anticonformista, la cui carriera è da sempre divisa tra musica e teatro e vanta collaborazioni con artisti di primo piano, come Pat Metheny, Noa e Tony Levin, Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia e Raf, solo per ricordarne qualcuno. Ma, torniamo a questo album con la produzione di Taketo Gohara, che è stato anticipato dal singolo e dal video "Io sono il meno" e ora vede come brano apripista "Ferma". Nei nuovi otto brani la Parigi si affida a un elegante e ipnotico universo percussivo e alle note pianistiche per accarezzare temi che mettono in crisi il nostro fragile equilibrio, per riflettere su un presente non del tutto soddisfacente, sull’apatia dei tempi che viviamo.
Il disco si rivolge a persone senza dimora? "È dedicato a persone che non sentono più appartenenza. Che sono disorientate, spaesate. Non sopportano più una politica fatta di slogan, senza contenuti, non si ritrovano nei modelli televisivi, nel consumismo compulsivo e nemmeno forse nella tanto diffusa omologazione dei tatuaggi. E anche in un certo tipo di musica che oggi, grazie alle strategie delle case discografiche e delle multinazionali, come sappiamo, prevalentemente si rivolge a un pubblico che va dai 13 ai 25 anni. Quelli che canto sono persone dimenticate, come fantasmi. Ce ne sono tante e magari non sanno nemmeno cosa andare a votare, perché non si sentono rappresentate da nessuno". Cosa c’è in questo tempo che non va? "Ci sono una serie di messaggi preoccupanti. Per esempio, non va che in Italia muoia una donna al giorno. Bisognerebbe capire perché. Forse dipende dal fatto che la cultura è stata totalmente devastata e che si può utilizzare ogni metodo di sicurezza, ma non si potrà mai entrare nelle case delle persone. Quello che fa la differenza è come crescono questi uomini, come è nata questa violenza e perché. Un altro dei problemi è la devastazione del pianeta terra che poi pesa sulle spalle dei ragazzi che si trovano a vivere in un paese devastato climaticamente, in una società dove si fa di tutto per disintegrare i rapporti, per creare una condivisione culturale virtuale e non reale. Non a caso c’è il 370% di aumento di malattie psichiche dei ragazzi".
Che rapporto ha con la sua voce? "Di conflitto, da quando sono nata ci lavoro. Studio e insegno canto, ma continuo a pensare che la tecnica sia la base, non l’arrivo. E poi, io non canto mai per cantare, ma per parlare. Ci sono voci bellissime, ma io la uso solo per esprimere dei concetti e non sono mai riuscita a cantare cose in cui non credevo. Persino le cover voglio che mi calzino bene addosso. Altrimenti non le canto". L’ha ribadito anche nel suo libro "Il suono e l’invisibile. La musica come stile di vita"? "Sì, ruota intorno a questo. La musica di per sé è l’arte invisibile per eccellenza. Cantare concetti vuol dire che si usa il proprio suono, la propria voce in un determinato modo che non è scritto in uno spartito e quindi è invisibile".
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L'artista Susanna Parigi
![Susanna Parigi, cantautrice, musicista e compositrice italiana](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/11/susanna-parigi_DSC3106-3_web.jpg)
Susanna Parigi, cantautrice, musicista e compositrice italiana