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Il medico afghano Naderi è arrivato in Italia: "Ora inizia una nuova vita in Europa"

Scappato da Kabul e rifugiatosi a Teheran, dove lavorava illegalmente in una sartoria, il dottore e attivista è riuscito a venire nel nostro Paese con la moglie e la figlia

di ELISA SERAFINI -
29 dicembre 2022
medico afghano

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Mohammad Naderi, il medico e attivista afghano perseguitato dai talebani per le sue attività a favore dei diritti delle donne e per le collaborazioni con media italiani, è arrivato in Italia. Un viaggio lungo quasi due anni, iniziato con le prime segnalazioni e richieste di aiuto, anche sui media del Gruppo Quotidiano Nazionale, e terminato a Milano, grazie all'aiuto dei lettori e ad una raccolta fondi che ha permesso di sostenere alcune delle spese di viaggio. Dopo alcuni tentativi di fuga da Kabul, Mohammad e sua moglie Masouda, anche lei medico, insieme alla loro bambina di due anni, erano riusciti ad arrivare a Teheran, dove Mohammad aveva trovato un impiego come lavoratore (illegale) di sartoria, in un laboratorio, in condizioni durissime. La richiesta di ingresso in Italia, agevolata dall’Associazione Amad, dopo mesi di attesa ha avuto finalmente esito positivo. Oggi Mohammad, la moglie e la loro bambina sono ospitati da Luca Foresti, amministratore del Centro Medico Santagostino, che ha fornito la prima assistenza alla famiglia dopo averne letto la storia. A pochi giorni dall’arrivo, Mohammad sta valutando se rimanere in Italia o cercare asilo in un altro Paese. Molti afghani di etnia hazara arrivati nel 2020 si sono spostati in altri Paesi, come Germania e Olanda. Mohammad e sua moglie, pur avendo una laurea in medicina e diversi anni di esperienza, non possono lavorare in ospedale, neanche come assistenti: una situazione paradossale se si considera la scarsità di personale sanitario in Italia.

Mohammad Naderi è arrivato in Italia come rifugiato, insieme alla famiglia

Mohammad, come è stato arrivare in Italia, che emozioni avete provato? "Quando l'ambasciata italiana ci ha chiamato a Teheran per la gestione del visto è stato un giorno indimenticabile per noi, non potevamo credere che finalmente tutto sarebbe andato bene e che avremmo raggiunto una condizione di sicurezza per avere una vita migliore, un lavoro e un futuro luminoso". Come immaginavate che avrebbe potuto essere la vostra vita in Italia? "In realtà immaginavo che l'Italia potesse essere il Paese migliore per lo stato e il sostegno dei rifugiati. Al momento, quando penso ad un luogo, penso al futuro di mia moglie e della mia bambina. Io e mia moglie siamo medici, entrambi abbiamo intenzione di applicare la nostra specialità, il dottorato e aiutare le persone ad avere una vita sana. Abbiamo molti progetti e sogni da realizzare per il nostro futuro, ad esempio lavorare in centri sanitari, come medici, svolgere attività sociali e umanitarie per aiutare gli altri, tenere seminari scientifici e attività sociali, e altro ancora. Abbiamo scoperto che l'Italia è un Paese bellissimo e sorprendente, con una ricca storia. Purtroppo non ha alcun supporto per i rifugiati, come alloggi, scuole, sostegno economico, riconoscimento e valorizzazione". State incontrando difficoltà per farvi riconoscere i titoli universitari? "Abbiamo studiato medicina in Afghanistan e abbiamo con noi tutti i nostri documenti di studio. Vorremmo lavorare come medici ed essere riconosciuti per i nostri documenti. Ma abbiamo incontrato difficoltà e problemi nel riconoscimento dei documenti medici da parte del governo italiano e del Ministero della Salute: abbiamo contattato molte persone per trovare una soluzione, ma non ci siamo riusciti. È vero che abbiamo due anni di distanza tra gli studi e il lavoro (dovuto alla fuga), e anche noi siamo mentalmente distrutti dalla situazione che abbiamo avuto, e anche voi potete sentirlo, ma questo non significa che non possiamo provare a lavorare come medico o che possiamo riprendere in futuro".

In Italia Mohammad Naderi e la moglie, entrambi medici, non possono esercitare. Inoltre pensano di andare in Olanda dove lo status di rifugiato è migliore

Avete pensato ad altri Paesi dove andare a vivere? "In base allo status di rifugiato, alle agevolazioni per i rifugiati e al sostegno di altri Paesi da parte dei rifugiati, nonché alle norme e ai regolamenti più semplici, pensiamo di scegliere l'Olanda per il mio status e per l'ulteriore elaborazione dei miei documenti". Quale futuro vedete per l'Afghanistan? "Il futuro è ignoto e secondo me l'Afghanistan avrà un futuro buio per la gente e la vita può essere impossibile con i talebani. Ogni giorno si vede e si sente quello che i talebani fanno in Afghanistan, soprattutto contro le donne, e lì la vita è impossibile". Cosa stanno facendo gli afghani che conoscete e che sono riusciti a fuggire in questi mesi? "Gli altri afghani che sono stanchi dei talebani e delle loro regole in Afghanistan sanno che la loro vita è in pericolo. Per questo sono scappati e stanno scappando dall'Afghanistan per arrivare in altri Paesi e avere una vita sicura e un futuro migliore. Come abbiamo fatto noi".