"Abbiamo scritto questa avventura con uno scopo preciso: far divertire tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che lo leggono; ma l’idea è anche quella di fare in modo che qualunque lettore o lettrice ci si possa riconoscere". Due obiettivi nobili, ma anche due autori, Francesca Vecchioni e Luca Trapanese, che dalla comunione di idee e di intenti hanno creato un piccolo capolavoro di diversità, inclusione e unicità: esce il 4 ottobre "Le Avventure del SottoSotto" (Salani Editore), il libro uscito dalla penna dell'assessore alle Politiche sociali di Napoli, che da anni si spende al servizio dei bambini con disabilità, e dalla presidente della Fondazione Diversity, attivista e promotrice d’inclusione sociale. Entrambi sono membri del comitato scientifico di Luce!, entrambi genitori, entrambi da sempre impegnati a rendere il mondo un posto migliore e più accogliente per tutti e tutte. "Quando tu ti senti protagonista di una storia allora davvero riesci a immaginare il tuo futuro, riesci a sentirti l’eroe o l’eroina della vicenda" ci racconta Francesca che raggiungiamo al telefono per farci svelare qualche segreto del libro, che è stato illustrato mirabilmente da Francesca Presentini, in arte Fraffrog.
Il libro "Le Avventure del SottoSotto"
Chi di noi, crescendo, non ha mai fatto un po' di fatica a riconoscersi nelle storie che leggeva? Ritrovarsi in ciò che si scopre tra le righe di un libro significa poter sognare, da protagonista, il proprio futuro. Jo, Marta, Vera, Tommy e Bareggi non potrebbero essere più diversi di così. La sola cosa che hanno in comune sembra essere la scuola che frequentano e che nasconde un segreto proprio sotto i loro piedi: un immenso labirinto sepolto da oltre ottant’anni… Con l'aiuto di un diario e di una tortorella la banda del SottoSotto si unisce per un’avventura, la più imprevedibile di sempre, per scoprire cosa sia successo a una misteriosa bambina, scomparsa molto tempo prima, quando quel labirinto rappresentava l'unico riparo dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale. "La sinossi del libro è stata fatta molto prima dello scoppio della guerra in Ucraina, è stata una casualità, una coincidenza", svela Vecchioni. Il gruppo, per cavarsela, dovrà imparare la fiducia reciproca, superare i pregiudizi e usare abilità e risorse di ogni protagonista. L'importante, per loro è riconoscersi. E non ricalcare quegli stereotipi che, anche involontariamente, spesso troviamo in molte storie, anche nella narrativa per i più piccoli, dove non sempre chi legge si riesce a rappresentare.La rappresentazione: "Ogni unicità è un valore"
La rappresentazione serve a far sì che qualunque bambino o bambina possa ritrovarsi in questo racconto. I 5 personaggi, che sono completamente diversi tra loro, non si frequentano e forzatamente si trovano a conoscersi ("finiscono in punizione assieme un po’ come in Breakfast Club, il vecchio telefilm degli anni ’90"). Appartengono anche a gruppi differenti e ognuno di loro ha la propria unicità, come tutte le persone. "Si tratta di quelle caratteristiche che magari percepisce come fragilità o difficoltà o criticità, ma invece sono dei grandi valori. Ognuno di loro, in fondo, ha dei poteri, anche se abbiamo deciso di sfumare questa parte magica. È tutto in equilibrio tra quello che i bambini e le bambine possono immaginare come fantastico e quello che invece possono sentire come reale". La diversità, l’inclusione sono valori portanti sia nella storia sia, soprattutto, nella caratterizzazione dei 5 personaggi. Il lavoro grande fatto è soprattutto su di loro, per poi farli esprimere al meglio" aggiunge l'autrice. E come fare a non ricalcare proprio quegli stereotipi che vorrebbero eliminare dalle visioni dei più piccoli? "Facendoci aiutare, 'usando' consulenti, persone che in qualche modo vivono quelle esperienze o ne fanno parte. Noi possiamo essere le autrici migliori, metterci nei panni di, ma alcune cose dobbiamo farcele dire necessariamente da chi le vive – afferma Francesca Vecchioni –. È il risultato di un lavoro di ascolto e confronto con chi ha contribuito a dare ai protagonisti autenticità e spessore".I temi affrontati e i personaggi
Toccati, sfiorati, quasi impercettibili ma presenti i temi della discriminazione, del bullismo, della guerra. "Forse quello meno affrontato, perché tanto c’eravamo io e Luca a scriverlo, è la questione Lgbt (ride), a parte aver usato un personaggio come Jo che però non è riconoscibile, è un bambin* in cui qualunque ragazza o ragazzo si può riconoscere perché in nessuna parte del libro si capisce se è un maschio o una femmina". Tommy invece è cieco. "Non avremmo mai potuto descriverlo senza farci raccontare da chi vive quell’esperienza, che si ricorda com’era da bambino". All’inizio poi c’è stato il dubbio se fargli usare il bastone o meno, se mettergli gli occhiali o no… "Tutta una serie di domande a cui abbiamo risposto con l'aiuto di Alessia Refolo. E così lo abbiamo lasciato scevro da qualsiasi pietismo. Per evitare invece il rischio di ‘eroismo’ e ‘specialismo’ c’è il suo carattere, è permaloso e imperfetto", precisa. Stessa cosa per Marta, che è una bambina di seconda generazione cinese, ed è un personaggio che è stato pensato e raccontato con l’aiuto dell'influencer Momoka Banana. "Marta viene presa in giro tutto il tempo, quindi tu ti immedesimi in quella bambina. E poi c'è Bareggi, che all’inizio è un bullo, è razzista, è stron*o; insomma sembra un tipico napoletano verace, per ricalcare gli stereotipi – scherza la scrittrice –. E infine Vera, che parla con le piante e queste si muovono". Chissà se è la sua voce a far sì che l'incredibile sia reale...Il linguaggio inclusivo e le illustrazioni
Ma gli stereotipi si abbattono fin da piccoli e piccole anche utilizzando un linguaggio inclusivo. "Senza essere estremi, perché naturalmente la lettura deve avere una sua fluidità – prosegue Vecchioni –, il difficile è stato riuscire a fare in modo che chi legge il libro non si accorga quasi che c’è un lavoro dietro. Tranne in pochissime parti in cui per evitare complessità abbiamo dovuto fare un compromesso non c’è praticamente mai il maschile sovraesteso, abbiamo cercato di utilizzare sempre la declinazione nei due generi, quando possibile negli accordi abbiamo messo prima il femminile… Vado molto orgogliosa di questa cosa, di questo grande sforzo fatto". E può esserci un libro per ragazzi e ragazze (il target ideale è dai 9 ai 13 anni, ma nulla vieta di leggerlo a qualsiasi età) senza illustrazioni? "Sarebbe stato impossibile – sentenzia Francesca –. Io vedo i libri che leggono le mie bambine e le reazioni che hanno ogni volta che si trovano a leggere libri con le immagini: partono in viaggi pazzeschi nella fantasia. E poi Fraffrog ci è stata quasi imposta da una delle mie figlie, che mi ha detto: 'Mamma ti prego ti prego ti prego fallo fare a lei'. Salani è stata fantastica, ha esaudito il nostro/loro desiderio. E il lavoro con Fraffrog è stato altrettanto intenso e attento".