
L'8 giugno si celebra la Giornata mondiale degli Oceani

Dal 2008 la Giornata è riconosciuta anche dalle Nazioni Unite e vi partecipano oltre 140 Paesi
La Giornata mondiale degli Oceani
L’8 giugno del 1992 il vertice sull’ambiente di Rio de Janeiro decise di istituire questa giornata come monito sui rischi legati allo sfruttamento dell’ambiente marino e come auspicio per interventi mirati sul medio e lungo periodo. Dal 2008 la Giornata è riconosciuta anche dalle Nazioni Unite. Vi partecipano oltre 140 Paesi che si impegnano a considerare l’importanza degli oceani e a studiare opportune iniziative a loro tutela.L'importanza della ricorrenza
Il 70% della superficie terrestre è costituita da acqua. Sono migliaia le specie di animali e di piante che vivono in ambienti marini e che richiedono tutela, alla stregua delle specie terricole. Non solo, gli oceani regolano la temperatura terrestre rendendo possibile la vita sulla Terra. La nostra salute e i fenomeni climatici sono quindi legati alle grandi distese marine, che oggi soffrono dei danni causati dall’inquinamento e dalla dispersione di plastiche e microplastiche. Come tutte le risorse anche gli oceani hanno un "valore economico". Secondo un report del Wwf (Reviving the Ocean Economy: The case for action – 2015) gli oceani – con la pesca, il turismo, le rotte di navigazione e le attività costiere – sono un soggetto economico da 24mila miliardi di dollari, al settimo posto tra le principali economie mondiali.
È stato calcolato che ogni anno in tutto il mondo vengono riversati in mare dai 4 ai 12 milioni di tonnellate di plastica
Perché gli oceani sono a rischio
Insomma, una ricchezza enorme. Che però viene messa sempre più a rischio dallo sfruttamento intensivo e dai cambiamenti climatici. L’inquinamento, il riscaldamento dei mari e l’acidificazione delle acque, insieme alla perdita di biodiversità (crollata del 39% tra 1970 e 2010) sono i principali rischi a cui è sottoposto il grande involucro liquido che ricopre gran parte della Terra. È stato calcolato che ogni anno in tutto il mondo vengono riversati in mare dai 4 ai 12 milioni di tonnellate di plastica. Come segnala l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, nel solo mare Mediterraneo vengono gettati più di 200.000 tonnellate di plastica all’anno, cioè il contenuto di oltre 500 container. Il risultato è che a livello mondiale la plastica rappresenta l’80% dei rifiuti presenti negli oceani, dalle acque superficiali giù giù fino ai fondali marini.
L'altro rischio per gli oceani è quello dell'acidità: fenomeno naturale dovuto all’assorbimento dell’anidride carbonica atmosferica
Le iniziative a protezione degli oceani
Ma veniamo alle belle notizie. Ovvero a tutte quelle iniziative a protezione degli oceani. Partiamo da quella di Gardaland Sea Life Aquarium che parteciperà alle 24 ore di "Global Beach Clean" coinvolgendo dipendenti e famiglie.
I rifiuti sulla spiaggia di Fiumicino (Wwf/Massimo Bernardi)
Ri-Party-Amo del Wwf
L'altra proposta è quella del Wwf che ha in mente sei appuntamenti nazionali da nord a sud per pulire spiagge e fondali marini, tra recupero reti in superficie e raccolta di plastica. L'iniziativa è chiamata Ri-Party-Amo e nasce con l'obiettivo di pulire 20 milioni di metri quadrati dalla plastica e ripristinare e tutelare gli ambienti fragili. Cinque le regioni coinvolte nell'iniziativa - Campania, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana - che ha in programma appuntamenti nelle spiagge di Lavagna (Genova), Isola d'Elba (Livorno), Lerici (Spezia), Ostia (Roma), Pozzuoli (Napoli), Isole Tremiti (Foggia).L'impresa di recupero dei rifiuti di Ogyre
Anche la startup italiana Ogyre non vuole restare con le mani in mano. L'obiettivo è quello di raccogliere entro il 2024 1,5 milioni chili di rifiuti marini, pari a sette Colossei riempiti di bottiglie di plastica. Per tutto il mese di giugno, spiega una nota, Ogyre si impegnerà ad accendere i riflettori sul tema della Legge Salvamare. Con questa legge, entrata in vigore il 10 giugno 2022, è finalmente possibile per i pescatori italiani recuperare i rifiuti raccolti in mare e portarli a riva per smaltirli correttamente. Prima della normativa, i pescatori che riportavano i rifiuti in porto rischiavano di essere multati o di pagare una tassa in quanto i materiali ripescati in mare venivano considerati rifiuti speciali da trattare solo previa apposita autorizzazione.
L'iniziativa portata avanti da Gardaland Sea Life per proteggere gli oceani del mondo e la straordinaria vita marina che vi abita
Beach clean up di Oknoplast e Marevivo
Si rinnova poi per il secondo anno consecutivo la collaborazione tra Oknoplast e Marevivo Onlus, che si adopera per la protezione del mare e delle sue risorse. L'azienda leader nella produzione e distribuzione di infissi in PVC e alluminio sostiene l'associazione ambientalista nell’attività di Beach Clean Up lungo la riviera del Conero, un ecosistema prezioso che purtroppo è minato dai rifiuti che, sempre più abbondanti, arrivano al mare dalla terraferma attraverso corsi d’acqua e scarichi. In occasione dell’iniziativa di questa primavera sono stati coinvolti più di 30 volontari che, insieme al team Oknoplast, hanno raccolto in un solo giorno 30 kg di rifiuti di diverso tipo. Il 90% dei quali era composto, come purtroppo prevedibile, da plastica (bottiglie, reti, indumenti, tessuti); il rimanente da mozziconi di sigaretta (5%), tappi di bottiglia, confezioni alimentari, fazzoletti, alcuni elementi residui della pesca a strascico e, inaspettatamente, anche una confezione di detersivo risalente agli anni ’80.
L'iniziativa di Beach clean up di Marevivo sostenuta da Oknoplast
"Le maree stanno cambiando", lo slogan dell'Onu
Anche l'Onu attraverso uno slogan ha voluto dare il suo contributo: "Pianeta Oceano: le maree stanno cambiando". L'oceano, ricorda l'organizzazione, "copre la maggior parte della terra, ma solo una piccola parte delle sue acque è stata esplorata. Nonostante la totale dipendenza dell'umanità da esso e rispetto all'ampiezza e alla profondità di ciò che ci offre, l'oceano riceve in cambio solo un frammento della nostra attenzione e delle nostre risorse".
Un pescatore filippino si prepara a partire per la battuta di pesca. L'allarme sul surriscaldamento delle acque si fa sempre più urgente (EPA/RICARDO TONGO)