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Chiara Ferragni in versione amazzone: “Essere donne senza dover essere considerate solo madri"

La co-conduttrice della serata finale di Sanremo spiega i suoi look sul palco dell'Ariston: "Liberate il vostro corpo e fatene ciò che volete". E Rosa Chemical bacia suo marito Fedez

di LETIZIA CINI -
12 febbraio 2023
Due dei look 'parlanti' diChiara Ferragni (35 anni) sul palco di Sanremo 2023 l'ultima serata di Festival

Due dei look 'parlanti' diChiara Ferragni (35 anni) sul palco di Sanremo 2023 l'ultima serata di Festival

Un busto dorato, sopra il quale è scolpito un grosso lucchetto, e il corpo avvolto in un imponente drappo blu. Nella prima uscita sul palco dell’Ariston, dove è co-conduttrice della serata finale del festival di Sanremo, Chiara Ferragni porta sul palco la donna madre e guerriera. Il concetto lo spiega lei stessa postando una spiegazione su Instagram, in cui si sottolinea: “Essere donne senza dover essere considerate solo delle madri. La lotta femminile contro la colpa di voler conciliare tutto è stato il tema che abbiamo chiesto di elaborare a Daniel Roseberry per questo abito realizzato dalla maison Schiapparelli”.

Chiara Ferragni (35 anni) in versione amazzone durante la serata finale di Sanremo 2023: “Essere donne senza dover essere considerate solo delle madri"

“La durezza dell’armatura oro scolpita sui seni di Chiara Ferragni rappresenta una forza che non ha bisogno di imitare quella maschile per essere considerata di pari livello - si legge nel testo postato dall’influencer 35 enne , madre di due bambini, Leone e Vittoria - . Mentre la sottoveste di satin è dipinta di blu perché è da sempre il colore associato alla sacralità della maternità qui rappresentata come stereotipo della donna mentre nutre un bambino d’oro. Non essere considerate solo apparati riproduttivi è la scelta per cui combattere ogni singolo giorno!”. L’abito nasce da un’idea di Chiara Ferragni e Fabio Maria Damato, ed è stato creato da Daniel Roseberry per Schiapparelli.
Chiara Ferragni (35 anni) sul palco di Sanremo 2023 la prima e l'ultima serata di Festival

Chiara Ferragni (35 anni) sul palco di Sanremo 2023 la prima e l'ultima serata di Festival

Per la prima uscita ha scelto un abito peplo blu elettrico, con il corpetto scultura color oro modellato sul suo corpo. "È stato rilassantissimo seguire il festival da casa, maschera, pigiama e divano, ma mi sono divertita talmente martedì che non vedevo l’ora di tornare", dice sorridendo mentre il marito Fedez, commosso, applaude in prima fila.

Il seminudo da Eva della prima serata

Durante la prima serata di Sanremo 2023, a metà serata, era apparsa in un vestitofinto-nudo che riproduceva corpo e vedere i capezzoli, un look spinto, quasi total. Invece no: Non sono nuda, è un vestito con disegnato il mio corpo“.

Sanremo 2023: Chiara Ferragni (35 anni) durante la prima serata di Festival recita una lettera-monologo indirizzata alla Chiara bambina: “Lottiamo per cambiare le cose”

Hanno colpito al cuore le sue parole semplici, quasi elementari, capaci per questo di arrivare dritte alle orecchie e al cuore di chi ascolta: “Nessuno fa la fila per le montagne russe piatte“, dice invitando le altre donne a non avere paura. “Quante volte la nostra società ti fa sentire in colpa se stai lontana dai tuoi figli anche solo per andare al lavoro? Sempre. E per gli uomini? Mai“. Già, brava Chiara, dillo a tutti che quando una donna lavora, qualunque cosa faccia, “il suo pensiero principale è per loro”. “Sarai una brava madre. Noi donne siamo abituati a farci piccole davanti a uomini piccoli. Io ho lasciato perfino che qualcuno prendesse il merito di avermi inventata“. Vero? Chissà, comunque una frase e un concetto che hanno colto nel segno.

I look parlanti di Chiara Ferragni per la serata finale

Quindi ancora un look parlante per Chiara Ferragni: l’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu di un abito a colonna.
Un look parlante per Chiara Ferragni, nella foto fra Amadus e Gianni Moranri (a sinistra): l’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu di un abito a colonna

Un look parlante per Chiara Ferragni, nella foto fra Amadus e Gianni Moranri (a sinistra): l’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu di un abito a colonna

“L’audacia di quel gesto artistico e scandaloso dell’artista Yves Klein - si legge sempre sul profilo Instagram dell’imprenditrice digitale - ha ispirato il look della primavera estate 2023 di Schiaparelli che secondo Daniel Roseberry era la sintesi perfetta del nostro progetto sanremese. Nel lavoro dell’artista francese i corpi delle donne erano liberati dalla loro immobilità di manichino e chiamati a imprimere autonomamente le proprie forme su grandi canvas bianchi da dipingere in blu. Liberate il vostro corpo e fatene ciò che volete - conclude il post - perché il corpo della donna è il capolavoro massimo della creazione“.

La collana a forma di utero

Il terzo abito indossato da Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston è dedicato ai diritti umani: un long dress di velluto nero, decorato da una collana a forma di utero

Il terzo abito indossato da Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston è dedicato ai diritti umani: un long dress di velluto nero, decorato da una collana a forma di utero

Il terzo abito indossato da Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston è dedicato ai diritti umani: un long dress di velluto nero, decorato da una collana a forma di utero: «È il simbolo dell’attivismo per i diritti riproduttivi“ spiega l’influencer nell’ennesimo post su Instagram. L’abito e il gioiello, disegnati da Daniel Roseberry per Schiaparelli “ricordano a tutti che i diritti riproduttivi sono diritti umani. Perché l’accesso all’aborto sicuro e alla procreazione assistita è una questione di diritti umani a cui non dobbiamo rinunciare. Perché ogni essere umano, uomo o donna che sia, deve essere messo in grado di prendere liberamente le decisioni sul proprio corpo. Non permettiamo che le lotte vinte dalle nostre madri debbano essere combattute anche dalle nostre figlie“.

Una statua in marmo di un'amazzone ferita . Da un originale dello scultore greco Fidia del V secolo a.C. Testa: replica di quella dell'Amazzone di Policleto. Provenienza: Villa d'Este, Tivoli. (Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, Roma )

Chi sono le Amazzoni

Nella mitologia greca, le Amazzoni erano una razza di donne guerriere, famose per le loro abilità equestri, il loro coraggio e il loro orgoglio. Vivevano ai confini più remoti del mondo conosciuto, in una città sulle coste del Mar Nero, talvolta menzionata con il nome di Themiskyra. La loro regina era Ippolita e, anche se in Omero vengono descritte come “eguali agli uomini”, combatterono e persero tre famose battaglie contro gli eroi Greci Ercole, Teseo e Bellerofonte. Le scene di tali scontri erano spesso raffigurate nell’arte greca, soprattutto nella ceramica e nelle sculture monumentali che decoravano alcuni degli edifici più importanti del mondo greco, come ad esempio il Partenone ad Atene. È interessante notare come a seguito di investigazioni archeologiche nelle tombe dell’Eurasia, si sia scoperto che le donne nomadi delle tribù delle steppe, in particolare nei dintorni del Mar nero, fossero guerriere.
Il post sul profilo Instagram di Chiara Ferragni

Il post sul profilo Instagram di Chiara Ferragni

Origini & nome

Nella mitologia, le Amazzoni erano figlie di Ares, il dio della guerra. La loro era una società formata da sole donne, nella quale gli uomini erano ammessi solo per ragioni riproduttive e i figli maschi venivano uccisi. Si pensava vivessero al limitare di quello che i Greci consideravano il mondo “civilizzato”, spesso associato con l’area intorno alla costa meridionale del Mar Nero, in particolare la città-stato di Themiskyra. Un altro elemento che collega questo popolo con l’Anatolia è rintracciabile nella città di Efeso, nel cui tempio, secondo le leggende, le Amazzoni compivano annualmente sacrifici ed eseguivano danze di guerra in onore della dea della caccia Artemide. Per questi motivi, si attribuisce la fondazione di molti insediamenti in Asia Minore proprio alle Amazzoni, in particolare Efeso, Sinope, Priene, Mirina, Smirne e Mitilene sull’isola di Lesbo.

Femministe, suffragette, eroine

Dalla fine del diciannovesimo secolo, quando la battaglia per l’uguaglianza dei sessi nacque e crebbe su se stessa, le Amazzoni diventarono un simbolo efficace. Le Suffragette, nel bene e nel male, talvolta come elogio e molto più spesso come critica, iniziarono a essere accostate a queste guerriere a cavallo. Questo perché la donna con le sue rivendicazioni di maggiori libertà personali, sociali e politiche, veniva vista come causa di un possibile decadimento sociale, e, di conseguenza, il femminismo diveniva l’esempio più chiaro della “degenerazione mascolinizzante” che l’avrebbe portata ad assumere caratteristiche e ruoli che non le competevano. Insomma, l’uomo, sentendosi minacciato, passò presto al contrattacco e la “battaglia dei sessi”, in questi anni, si giocò anche attraverso immagini e parole, usate come armi volte a screditare le combattenti e rimetterle al loro posto.

Rosa bacia Fedez

Rosa Chemical finendo il suo “Made in Italy” ha trascinato sul palco Fedez, prendendolo dalla prima fila della platea, e poi lo ha baciato in bocca

Rosa Chemical finendo il suo “Made in Italy” ha trascinato sul palco Fedez, prendendolo dalla prima fila della platea, e poi lo ha baciato in bocca

Ancora firmato Ferragnez, il siparietto con il bacio al maschile: Rosa Chemical finendo il suo Made in Italy ha trascinato sul palco Fedez, prendendolo dalla prima fila della platea, e poi lo ha baciato in bocca. “Lo so, mi è scappato. Ma questo è il Festival dell’amore e mi è preso l’amore”: così si è poi giustificata davanti ad un esterrefatto Amadeus. Altrettanto stupita Chiara Ferragni: “Sono senza parole”, “E’ meglio”, ha chiosato Amadeus sorridendo prima di lanciare la pubblicità. “Questo è il festival dell’amore. Mi è scappato, mi è venuto all’improvviso”, spiega ancora il rapper piemontese ad Amadeus, nonostante l’episodio fosse evidentemente preparato. Poco dopo Fiorello in videocollegamento telefonico ha rincarato la dose e rivolgendosi a Fedez tornato in sala ha detto: "Cosa ridi, fuarda che si è vista perfino la lingua. Achille Lauro sembrava Cristina d'Avena". E Chiara Ferragni replica: "Avrò diritto anch'io un buono limone".