Si parla di
equità nei trattamenti lavorativi (dall'accesso all'avanzamento di carriera ma anche per quanto riguarda
lo stipendio), ma non lo si fa più solo in astratto, con vaghe dichiarazioni d'intenti e promesse. Con l'arrivo del cosiddetto '
Bollino rosa' le imprese dovranno concretizzare gli sforzi sul
tema della parità di genere per ottenere il premio. Per le imprese diventa quindi fondamentale - in effetti doveva già esserlo, ma come spesso accade ' ci sono cose più urgenti' - applicare politiche virtuose per superare il
gender gap. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 1 luglio, del decreto del ministro per le Pari Opportunità
Elena Bonetti, ha sancito l'entrata in vigore della certificazione 'rosa', che consentirà d'ora in poi ai datori di lavoro di accedere ad
un sistema di premialità se si dimostreranno all'avanguardia nell'inclusione delle donne in azienda.
Basanieri: "Pari diritti per le donne nel lavoro significa più democrazia"
"Bollino Rosa" per le aziende virtuose in termini di parità di genere
"La
certificazione per la parità di genere è un progetto del Pnrr che stiamo portando avanti perché è uno strumento molto innovativo che rappresenterà una
piccola rivoluzione in ambito aziendale. Attraverso questa certificazione si attiveranno processi di miglioramento nell'ambito del reperimento delle risorse, dell'introduzione di strumenti per
favorire la leadership femminile e la genitorialità e le aziende che lo faranno avranno dei vantaggi perché questi investimenti sono riconosciuti come un valore per il Paese". Così la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, intervistata lunedì 4 luglio da Skytg24. “È un
ottimo traguardo - commenta la presidente della commissione toscana per le Pari opportunità Francesca Basanieri -. Anche se le regole e le norme per la certificazione non sono ancora completamente definitive, questo è sicuramente un ottimo passo verso nuove opportunità di
occupazione femminile”. “Se la società – continua Basanieri – non riesce da sola, spontaneamente, a trovare strade per dare
pari diritto al lavoro per le donne, lo devono fare le norme e questa, che deriva da una precisa indicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (
Pnrr) è sicuramente una di quelle più azzeccate che, ritengo, possa veramente cambiare la rotta”. “
Incentivare le imprese, con sgravi fiscali e premialità,
a dare lavoro alle donne,
qualificato ed equamente retribuito, e a far fare carriera, farà sì che ce ne saranno di più che potranno entrare nel mondo del lavoro, più indipendenza economica e quindi più autonomia nelle scelte di vita. In sintesi:
più democrazia e più uguaglianza” spiega la presidente.
Il lavoro tema più sentito dalle donne
"Quello del lavoro è certamente
il tema più sentito dalle donne - prosegue Francesca Basanieri -. Questo perché tutti gli altri argomenti – gli stereotipi e le discriminazioni, la violenza, la conciliazione, la formazione e il linguaggio – ruotano comunque sempre intorno al tema del lavoro, all’opportunità che si dà ad una donna di crescere personalmente e lavorativamente, di essere
libera nelle scelte ed autonoma anche economicamente”. A detta della presidente della commissione Pari Opportunità toscana, infatti, “più donne ci saranno nel mondo del lavoro – con stessi diritti, retribuzioni, e possibilità di carriera in ogni tipo di ambiente e in ogni mansione e ruolo – meno discriminazioni e stereotipi si alimenteranno, meno dipendenza economica e psicologica ci sarà nei confronti di '
chi porta i soldi a casa', meno le donne saranno inclini a
subire violenze in silenzio e infine, anche il
lavoro di cura nei confronti dei figli, anziani e disabili dovrà necessariamente essere condiviso e non più solo
un onere a carico delle donne”. “Nell’ultimo incontro di Grosseto, grazie alla presenza degli assessori regionali Alessandra Nardini e Leonardo Marras – ricorda Basanieri – abbiamo compreso che
la Regione sta già lavorando in questa direzione e molte sono state le sollecitazioni e le idee venute dai territori. Il nostro compito è e sarà quello di raccogliere questi suggerimenti e sottoporli alla Giunta affinché la Toscana, per prima in Italia, oltre alla certificazione di parità nazionale, si doti di una sua
ulteriore certificazione regionale che tenga conto della realtà delle aziende toscane, sia pubbliche che private, delle imprese che sono spesso piccole o micro, spingendole e aiutandole ad adottare politiche che possano finalmente ridurre o annullare le diseguaglianze”.