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Un anno di guerra in Ucraina: oltre mille i bambini uccisi e feriti, tre milioni i rifugiati

Il direttore generale dell'organizzazione Terre des Hommes: "I minori soggetti più vulnerabili". Intanto a Roma inaugurata una mostra piena di speranza

di EDOARDO MARTINI -
24 febbraio 2023
crisi_ucraina_

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Sono numeri terrificanti quelli relativi alle vittime ad un anno dallo scoppio della guerra che sta devastando l'Ucraina e che Terre des Hommes Italia ha deciso di pubblicare. Sono 1280 i bambini e le bambine uccisi o rimasti feriti, quasi un milione i minori sfollati interni e oltre 3 milioni i rifugiati. Si stima che nel 2023, nel Paese 17,6 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria, di cui il 23% è rappresentato dai più piccoli.

Paolo Ferrara, direttore generale della branca in Italia di Terre des Hommes, insieme a dei bambini (Instagram)

"Nelle crisi umanitarie i bambini sono tra i soggetti più vulnerabili"

Paolo Ferrara, direttore generale della branca italiana di Terre des Hommes, organizzazione presente in 22 Paesi con oltre 140 progetti a favore dei minori , ha messo in evidenza l'importanza di queste iniziative: "Come ci insegna l'esperienza in diversi teatri di guerra - penso alla Siria che in questi giorni sta affrontando la tragedia del terremoto - nelle crisi umanitarie bambini e bambine sono tra i soggetti più vulnerabili, perché più esposti al rischio di violenze, di sfruttamento, di discriminazioni, molto spesso non riescono ad accedere a diritti fondamentali quali la salute, lo studio e il gioco, e sempre sperimentano un trauma indelebile". Non a caso la Fondazione ha messo da subito a disposizione le competenze acquisite in anni di attività nelle emergenze umanitarie per garantire protezione, accesso a medicinali, cure mediche e case sicure in Ucraine, oltre a occuparsi di accoglienza, supporto psicosociale e mediazione culturale in Polonia e Italia per quasi 11mila persone. A partire da ottobre l'organizzazione ha contribuito a ristrutturare 4 edifici residenziali con 450 appartamenti di Irpin, che è stata designata "città eroe" in quanto è stata distrutta per il 76% a causa dell'invasione militare russa.
Ma, come detto, l'associazione è presente anche in Italia, con attività di prima accoglienza alla frontiera di Tarvisio e Udine, dove ad oggi ha accolto e assistito 5000 persone e a Milano, nello spazio Indifesa, dove 400 famiglie arrivate nel nostro Paese hanno avuto accesso a servizi di supporto legale e psicologico, distribuzione di cibo e beni di prima necessità, corsi di italiano per adulti e bambini, orientamento lavorativo, accompagnamento e mediazione culturale e attività ludico ricreative per i più piccoli. Ma non finisce qui perché l'organizzazione ha fatto un'ulteriore promessa: quella di continuare ad essere presente con interventi di ricostruzione, con attività di supporto psicosociale e tutela della salute mentale di bambini e ragazzi.

La mostra sulla guerra con al centro una speranza verso il futuro

Gli orrori della guerra e delle emergenze immortalati in una mostra fotografica dal titolo "Can you smile for me? L'infanzia sperduta". L'inviato Rai e fotoreporter di guerra Giammarco Sicuro ha deciso infatti di rappresentare per l'Unicef ritratti dei bambini senza sorriso dei Paesi in guerra, colpiti da crisi umanitarie o in angoli del mondo abbandonati, raccolti in oltre dieci anni di viaggio, proprio per riporre in essi un futuro pieno di speranza. L'esposizione verrà inaugurata giovedì al museo MAXXI a Roma e sarà visitabile fino al 5 marzo. Una collezione di 83 scatti, in varie nazioni del mondo dove opera l'Unicef, dal Myanmar all'India, fino all'Afghanistan e all'Ucraina. Come testimonia l'inviato: "Il volto simbolo di questa esposizione è quello di una bambina di Sviatohirsk, un villaggio del Donbass, che ho fotografato all'indomani della liberazione, dopo mesi di occupazione dell'esercito russo. Un volto triste, dallo sguardo perso e vuoto, incapace, appunto, di sorridere: 'Can you smile for me?'".

L'inviato Rai e fotoreporter di guerra Giammarco Sicuro mentre sta completando il ritratto di un bambino senza sorriso (Instagram)

E non poteva mancare il commento di Carmela Pace, presidente dell'Unicef Italia, che, dopo aver omaggiato l'autore della mostra "perché grazie ai suoi scatti possiamo far conoscere le storie che si celano dietro i numeri", ha parlato della situazione disastrosa dei bambini durante la guerra: "Nelle guerre e nelle emergenze i bambini sono i più colpiti: perdono la loro infanzia, la scuola, la casa, la famiglia, la salute, le certezze; alcuni di loro conoscono soltanto violenze e fuga".