Diritto all'aborto, scontro tra titane: Chiara Ferragni e il guanto di sfida a Giorgia Meloni

La 'marea nera' in arrivo calpesterà persino il diritto all’aborto? Polemica al fulmicotone tra note influencer, ma chi di social ferisce... di social perisce nell'agone politico

di ETTORE MARIA COLOMBO
30 agosto 2022
aborto (1)

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I fascisti stanno per sbarcare da Marte?

Come si sa, stando ai sondaggi elettorali, che però presto saranno vietati in nome della par condicio, il centrodestra potrà godere di una massiccia maggioranza, nel prossimo Parlamento. Secondo la supermedia You Trend-Agi, alla coalizione FdI-Lega-FI-Noi Moderati andrebbe il 48,5% dei voti, con FdI rilevato da primo partito, il che vuol dire ottenere circa il 60% e rotti, in termini di seggi. Tutti gli altri a seguire: 29,5% al centrosinistra, poco più del 5% il Terzo Polo, M5s quotato intorno al 10%, briciole per gli altri. Una maggioranza, dunque, allo stato, blindata, e un probabile nuovo governo a guida Meloni, che sarebbe anche la prima donna premier, in Italia. Così, di fronte a un quadro ritenuto allarmante, non solo attivisti e militanti dei diritti civili, ma anche vip, star, cantanti e influencer si stanno mobilitando per cercare di fermare l’onda nera. Ora, al netto del fatto che, checché li dipingano così alcuni organi di informazione (Repubblica, La Stampa, il Fatto quotidiano, il Domani, etc.), è abbastanza difficile immaginare che "i fascisti" (M di Meloni uguale la M di Mussolini…) siano in procinto di rientrare da Marte per conquistare la Terra e, in particolare, l’Italia (sul tema vale un geniale film diretto da Corrado Guzzanti di decenni fa, "Fascisti su Marte"), resta il punto. Le star sono molto preoccupate. Prima ancora della Ferragni (e dei Ferragnez), assai allarmate per la tenuta dei diritti, causa l’eventuale futuro governo di destra, si sono dette le cantanti Elodie, Loredana Bertè, Giorgia…

La cantante Elodie ha detto che "espatrierà" se Fratelli d'Italia (e Giorgia Meloni di conseguenza) dovesse vincere le elezioni del 25 settembre

Dopo Elodie e Giorgia, ecco la Ferragni… Il terzetto di donne influencer contro la Meloni

Dopo la cantante Elodie (trapper, come si dice ora), pronta a espatriare se la Meloni vincerà le elezioni (ma lo farà, poi, nel caso? Se ne dubita...) e pure di un’altra cantante, Giorgia, molto più melodica, che l’altra Giorgia (Meloni), preferisce non ascoltarla neppure (e l’altra, però, dice: "Le tue canzoni mi piacciono, io ti ascolto": uno a zero per la Meloni), per non dire di Loredana Berté - la quale, da giovane, si vantava di essere comunista - lo schierarsi di vip (cantanti e non) è stato e sta diventando davvero impressionante. Parliamo di star che, sui social, vanno fortissimo, anche se poi, quando vanno a votare, non è detto che i loro follower/ascoltatori, cioè gli elettori - a prescindere dai cd che comprano o della musica che, via Spotify o altri strumenti, ascoltano – ne ascoltino e rispettino le indicazioni politiche… In ogni caso è arrivata, in pieno agosto, anche la presa di posizione – tutta politica e tutta anti-Meloni – della nota influencer, oltre che moglie del cantante Fedez, Chiara Ferragni sull’aborto.

La guerra santa di Ferragni vs Meloni: 28 milioni di follower contro milioni di voti…

"FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Facciamoci sentire a queste elezioni". Così, la nota imprenditrice digitale è entrata a gamba tesa, nella campagna elettorale, facendo appello sui suoi social (ha 28 milioni di follower), a non votare per il suo partito, Fratelli d'Italia. Un post scritto, addirittura, l'indomani dell'apertura della campagna elettorale dell'aspirante premier nel capoluogo, Ancona. Insomma, un vero e proprio sfregio politico. Con una storia pubblicata su Instagram, l’influencer ha ri-postato un contenuto del profilo di The Vision, rivista online lanciata nel 2017 dal cofondatore di Vice Italia, Andrea Rasoli, e dedicata ai millennials italiani. Nell'immagine compare una stanza d’ospedale con al centro un lettino nero, quello su cui ogni donna è invitata a sedersi per sottoporsi ai controlli necessari prima di abortire. In basso, poi, c’è scritto: "FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni". Ferragni ha ri-condiviso la storia e ha aggiunto un commento: “Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano”. La presa di posizione di Ferragni è contro la scelta della Regione Marche, guidata dal 2020 da FdI, di opporsi all'aborto farmacologico nei consultori e quindi alla somministrazione della pillola Ru486, contro le linee guida del Ministero della Salute.
Chiara Ferragni

Chiara Ferragni invita a non votare Fratelli d'Italia perché la politica anti abortista delle Marche non diventi nazionale 

La risposta, piccata, degli esponenti di FdI

Dopo poche ore, è arrivata la risposta di FdI, che smentisce che nella Regione sia difficile abortire e sottolinea che "le linee guida del ministero sul cosiddetto aborto chimico non sono vincolanti". "Se la stampa e le influencer volessero occuparsi seriamente dell'aborto nella regione Marche, dovrebbero informarsi sulla base dei dati e consultare le relazioni annuali al Parlamento sulla legge 194. Per esempio, leggendo l'ultima firmata dal ministro Speranza si evince che nelle Marche l'offerta del cosiddetto servizio di Ivg è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie, mentre la media italiana è del 62%" hanno detto Isabella Rauti, responsabile del dipartimento Famiglia di FdI ed Eugenia Roccella candidata nelle liste di Fratelli d'Italia, cattolica di destra. "Per quanto riguarda – continuano le due donne nere di FdI (la Rauti è figlia di Pino Rauti, fondatore, negli anni’70, di Ordine Nuovo, associazione poi sciolta in base alla Costituzione per la sua carica eversiva e para-fascista, ndr) - gli obiettori, il numero di aborti a carico dei medici non obiettori è 0,8 a settimana. Non è vero che l'obiezione di coscienza, diritto civile previsto dalla legge 194, sia un ostacolo. Per quanto riguarda il cosiddetto aborto chimico (pillola RU486), invece, va ricordato che le linee guida del ministero non sono vincolanti (infatti l'Emilia-Romagna ne ha sempre avute di proprie, diverse da quelle nazionali). E soprattutto che quelle attuali, emanate dal ministro Speranza, non rispettano la legge 194, quando prevedono che l'aborto possa essere effettuato nei consultori ovvero fuori dalle strutture ospedaliere. È doveroso ricordare anche che la pillola Ru486 è un aborto più economico per il servizio sanitario ma più pericoloso per la salute delle donne, considerati i numerosi effetti collaterali e una mortalità più alta, come da letteratura scientifica”. L'appello di Ferragni è stato accolto, invece, e assai favorevolmente dal fronte del centrosinistra. "Grazie a Chiara Ferragni si accende un faro sulle Marche governate da Fdi. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell'indifferenza dei più" ha detto, via Twitter, Alessia Morani, deputata Pd e candidata. "Le Marche sono il laboratorio della destra in Italia" aggiunge la Morani, cui si sono subito aggiunte le onorevoli Valeria Fedeli e Cecilia d'Elia e il Commissario regionale del Pd, Alberto Losacco. Ma tutto il centrosinistra cavalca l'onda Ferragni. Il segretario Pd Enrico Letta dice: "Chiara Ferragni ha toccato un tema molto delicato perché tocca ciò che di più intimo è nelle persone, nella vita di una donna". L'ex magistrato e candidato per FdI Carlo Nordio, invece, minimizza: "Credo che nessuno voglia cambiare una legge a suo tempo approvata da un referendum popolare". Chiude la responsabile Famiglia di FdI, Rauti: "Si potrebbe dire che a sinistra, non potendo più influenzare nessuno, ci si fa influenzare dalle influencer". Purtroppo, vedremo, ha ragione lei...

Gli altri attacchi dei Ferragnez contro i 'fasci'

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La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni

Certo, non è la prima volta che l’imprenditrice (sic) digitale per antonomasia esprime pareri critici, sui politici italiani né che si espone a favore dei diritti civili. Un anno fa era intervenuta quando in Senato era stato affossato il Ddl Zan, creando un vero e proprio scontro mediatico. "Siamo governati da pagliacci senza palle" aveva detto, con raro savoir faire. Non è neanche la prima volta che l'influencer attacca la Meloni. Nel 2020 la Ferragni era intervenuta sui social dopo l'omicidio di Willy Monteiro così: “Il problema lo risolvi cambiando e cancellando la cultura fascista e sempre resistente in questo Paese, non cancellando il mezzo tramite cui i fasci hanno fatto violenza. Il problema non lo risolvi nascondendolo sotto al tappeto" aveva scritto la Ferragni, accusando apertamente Meloni e il suo partito di essere fascisti. Meloni rispose: "A me pare che sia colpa della cultura effimera. Gli assassini di Willy sono figli di chi, nei salotti buoni, propone come valore massimo l’obiettivo di comprarsi un paio di scarpe da 1000 euro". E si era rivolta così a Ferragni e marito Fedez: "Mi chiedo solo come mai Ferragni e Fedez non facciano una bella campagna contro la diffusione della cocaina tra i giovani". Due a zero, ma per la Meloni, che di fatto li accusava di farne uso, e palla al centro. Ora la nuova ‘uscita’ della Ferragni, e sempre contro Meloni e FdI.

Ma "chi di social ferisce, di social perisce"…

Purtroppo, ma per la Ferragni e il suo impero, la nota influncer è stata subissata da reazioni social che l’hanno respinta indietro, e pure con perdite. Un'ondata di critiche, insulti ed in ogni caso reazioni negative pure su Twitter. In generale un sentimento fortemente negativo, per le sue parole. La sua ‘story’, pubblicata su un profilo Instagram da 27,7 milioni di follower, ha scatenato critiche, risentimenti e, persino, non risparmiato il livore. Sono i risultati che emergono da un’analisi condotta da Izi Spa. L’agenzia demoscopica ha analizzato l'andamento del dibattito online con l’analisi di due tra i principali terreni di scontro all’interno di cui si articola il dibattito via social: Twitter e Facebook. Il dibattito social, nei giorni dal 22 al 25 agosto, "si è sviluppato su più piani": dall’aborto nelle Marche e, a livello nazionale, alla questione delle devianze e dei diritti. “Diverse critiche sono state rivolte alla legge 194 e al fallimento della norma in merito agli obiettori, con attenzione all’aspetto sanitario dell'aborto; al tempo stesso le interazioni hanno mostrato una discussione più astratta, che si è concentrata sugli aspetti etici della questione, arrivando a toccare, criticandoli, i diritti LGBTQ. In generale, il sentimento registrato è fortemente negativo (93%), segno di come gli utenti abbiano voluto schierarsi e scelto di attaccare o difendere la leader di FdI o l'influencer ed imprenditrice. Ma con la conseguenza che il tema dell'aborto è passato "in secondo piano rispetto al confronto fra le protagoniste" (sic) del dibattito, infuocando di fatto ancora di più la campagna elettorale”. Non sorprende, dunque, che il sentimento prevalente tra chi ha animato le conversazioni utenti, sia stata la rabbia, con una percentuale del 77% rispetto al totale dei post condivisi su Twitter. L’aborto, per una quantità marginale ma significativa di tweet, “è stato associato dagli utenti all’omicidio e alcuni tweet sono stati rivolti contro la Ferragni senza entrare nel merito della questione”. Ancora una volta la discussione online è sembrata mirare più al dito che alla luna.