Femminicidi, nasce la commissione bicamerale d’inchiesta. Ma le donne uccise nel 2022 sono già 104

A livello mondiale una vittima ogni 12 minuti. La premier Giorgia Meloni: "Questo tema va affrontato uniti e senza distinzioni"

di ETTORE MARIA COLOMBO
25 novembre 2022
Palazzo Chigi illuminato di rosso per dire no alla violenza di genere (Ansa)

Palazzo Chigi illuminato di rosso per dire no alla violenza di genere (Ansa)

La buona notizia è che il Senato ha approvato all'unanimità (139 i voti a favore) il disegno di legge per l'istituzione di una commissione bicamerale di inchiesta sui femminicidi e su ogni forma di violenza di genere. L'esito del voto, annunciato in aula dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, è stato accompagnato da un applauso dell'Aula. Il passaggio di testimone con la commissione (monocamerale) della precedente legislatura è stato segnato dalla sua ex presidente, la senatrice del Pd, Valeria Valente, che ha tenuto e voluto una importante iniziativa sull’argomento, cui ha partecipato la premier Giorgia Meloni, proprio alla vigilia della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dalle Nazioni Unite per il 25 novembre, in un convegno che si è tenuto sempre al Senato. La proposta ha ottenuto 139 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto.

Le parole della Meloni sul “gioco di squadra”

Per Giorgia Meloni quello della violenza contro le donne è un tema che va affrontato "uniti, senza distinzioni". "Sbaglia chi pensa sia una questione di donne, è essenzialmente una questione di uomini", ha detto invece il presidente del Senato, Ignazio la Russa. La senatrice Valente, presidente della precedente Commissione monocamerale, ha ricordato che la commissione Affari costituzionali ha approvato all'unanimità il testo unificato per l'istituzione della commissione bicamerale d'inchiesta. Intervenuta alla presentazione dei risultati della commissione sul femminicidio al Senato, voluta proprio dalla senatrice dem, la premier ha sottolineato che c'è un "passaggio di testimone" come si fa "con i compagni di squadra: mi piace questa immagine perché è una di quelle materie su cui siamo tutti dalla stessa parte: su mille altre tematiche ci possono essere punti diversi ma su questo credo non ci possano essere distinzioni, non tra donne di partiti diversi" ma nemmeno tra "punto di vista degli uomini e delle donne, il problema è di questa società". Non è materia su cui "ci si può dividere o andare in ordine sparso".
 
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Il plauso delle più diverse forze politiche

"Come ha evidenziato nei giorni scorsi il presidente Meloni, il Governo lavorerà per migliorare i protocolli di applicazione del 'codice rosso', garantire la certezza della pena e potenziare le misure di protezione delle vittime", ha commentato il sottosegretario alla Difesa e senatrice di Fratelli d'Italia, Isabella Rauti. Per la presidente del gruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, si tratta di "un impegno che non può e non deve avere appartenenze né colori politici, di fronte al quale non esistono maggioranza e opposizione". I senatori della Lega in commissione Affari costituzionali sottolineano che "più donne che denunciano significa più donne che possono essere salvate, ma bisogna agire velocemente; per questo la Lega depositerà anche una proposta di legge che permetterà di intervenire in caso di omessa o ritardata applicazione del codice rosso". Il voto sulla commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi è "una grande questione politica che impone di cambiare lo sguardo, a partire da quello maschile", afferma la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi. La presidente di Azione, Mara Carfagna, auspica che "la stessa intesa si possa trovare pure su misure più efficaci di prevenzione, per fermare i violenti prima che colpiscano. Serve innanzitutto l'obbligo di braccialetto elettronico per chi perseguita e mette in pericolo le donne, e la possibilità di fermo ogni volta che si manifesti un concreto rischio di aggressione. Portiamo in aula il pacchetto antiviolenza presentato dal governo nella scorsa legislatura - conclude Carfagna - discutiamone ed emendiamolo col contributo di tutti, ma approviamolo in fretta".

Su Palazzo Chigi proiettati i nomi di 104 vittime

Palazzo Chigi illuminato di rosso, sulla facciata i nomi delle 104 donne uccise

La ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha ricordato che in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, nella sera del 24 novembre, "palazzo Chigi è illuminato di rosso oltre a proiettare i nomi delle 104 vittime di violenza di genere uccise nel 2021". Giorgia Meloni ha spiegato: "Forse non arriverà un tempo in cui neanche una donna avrà subito violenze, ma possiamo arrivare a un tempo in cui sulla facciata di Palazzo Chigi non dobbiamo pubblicare i nomi di 104 donne uccise in appena un anno. Ogni numero che scenderà sulla facciata di Palazzo Chigi sarà già una nostra piccola vittoria. Dietro ognuno di quei numeri ci sono speranze, affetti, una vita e molte più persone coinvolte. Per questo non va guardato coi numeri ma con gli occhi delle vittime". Poi, concludendo, ha detto: "Non posso non sentire come donna, come presidente del consiglio donna" l'impegno contro i femminicidi e "come donna, madre e figlia non mandare un pensiero a tutte quelle donne che anche in questo ultimo anno hanno perso la vita: ringrazio il ministro Roccella per questo, Palazzo Chigi sarà illuminato di rosso".

La relatrice Valente (Pd): “un salto di qualità”

“Ringrazio il Presidente, la conferenza dei capigruppo e tutte le forze politiche" ha spiegato la senatrice Valeria Valente, appassionata femminista, impegnata da sempre sui diritti delle donne ed esponente di punta del Pd, lato sinistra dem, relatrice sulla istituzione della nuova Bicamerale di inchiesta sul femminicidio. "Perché abbiamo l'occasione - ha proseguito - di fare in modo che la celebrazione in quest'Aula del 25 novembre non sia l'ennesima stanca occasione rituale, ma il giorno in cui si dà il primo sì all'istituzione della Commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere. Perché ancora una commissione parlamentare di inchiesta? Perché ancora, nonostante un patrimonio normativo corposo, avanzato, solido e che anche negli ultimi anni abbiamo continuato a integrare, tante, troppe donne sono colpite dalla violenza, che prende molte forme diverse. Sono orgogliosa nel dire che al Senato abbiamo lavorato per istituire questa Bicamerale all'unanimità, con un'intesa tra tutte le forze politiche a partire da punti di vista diversi mostrando così, credo, il bel volto della politica”.
 
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  “La Bicamerale è un salto di qualità, finora aveva indagato solo il Senato nella XVII legislatura, ma è importante coinvolgere tutto il Parlamento” ha aggiunto la senatrice. “Perché ancora così tanta violenza contro le donne? - ha continuato la Valente - La risposta non può che essere culturale. Siamo immersi in stereotipi e pregiudizi così profondamente radicati in noi stessi che facciamo fatica a riconoscerli, noi come tutti gli operatori della giustizia. Faccio queste considerazioni a partire dal lavoro svolto dalla Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio nella passata legislatura, che ha provato a scandagliare i diversi aspetti della violenza: abbiamo esaminato 100mila pagine di fascicoli, 2000 fascicoli, fatto 200 audizioni, 117 sedute, 58 uffici presidenza. Abbiamo approvato 13 relazioni e la legge sulle statistiche di genere, fondamentale per avere dati certi sul fenomeno. Soprattutto abbiamo svolto un immane lavoro di dialogo e relazione del mondo che fuori da noi ogni giorno incessantemente lavora per proteggere, accogliere e comprendere le donne: magistratura, avvocatura, polizia, centri antiviolenza, associazioni, psicologi, professionisti della sanità. Con le relazioni abbiamo incalzato le istituzioni e il nostro lavoro, per cui ringrazio tutti i componenti, gli uffici e i professionisti consulenti, i migliori in Italia che hanno lavorato a titolo gratuito, è diventato un punto di riferimento. L'auspicio - ha concluso la Valente - è che si faccia tesoro di questo patrimonio, che non si ricominci da zero”.

La commissione bicamerale e i suoi poteri

Il Ddl approvato, composto da 7 articoli, stabilisce che la commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio sarà composta “da sedici senatori e da sedici deputati”, scelti rispettivamente dal presidente del Senato e dal presidente della Camera, “in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari”. La commissione potrà avvalersi anche “del lavoro istruttorio e della relazione finale” svolto dalla commissione monocamerale di inchiesta sul femminicidio della precedente legislatura. La nuova commissione avrà il compito di svolgere indagini “sulle reali dimensioni, condizioni, qualità e cause del femminicidio, inteso come uccisione di una donna, fondata sul genere e, più in generale, di ogni forma di violenza maschile contro le donne”; monitorare la “concreta attuazione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Istanbul, 11 maggio 2011)”, e di ogni altro accordo sovranazionale e internazionale in materia, “nonché della legislazione nazionale ispirata agli stessi principi”; accertare le “possibili incongruità e carenze della normativa vigente rispetto al fine di tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti” e “verificare altresì la possibilità di una rivisitazione sotto il profilo penale della fattispecie riferita alle molestie sessuali, con particolare riferimento a quelle perpetrate in luoghi di lavoro”.

Violenza contro le donne: i dati parlano di 104 vittime 

Tra i compiti della commissione, ancora, c'è quello di accertare il “livello di formazione, di attenzione e la capacità d'intervento delle autorità e delle pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche, competenti a svolgere attività di prevenzione e di assistenza”; verificare “l'effettiva realizzazione da parte delle istituzioni di progetti nelle scuole di ogni ordine e grado, finalizzati all'educazione al rispetto reciproco nelle relazioni tra uomini e donne, come al riconoscimento e al rispetto di tutte le diversità”; analizzare gli “episodi di femminicidio verificatisi a partire dal 2016, per accertare se siano riscontrabili condizioni o comportamenti ricorrenti, valutabili sul piano statistico, allo scopo di orientare l'azione di prevenzione” e monitorare “l'effettiva applicazione da parte delle Regioni del Piano antiviolenza e delle linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle vittime di violenza e ai loro parenti fino al terzo grado vittime di violenza assistita”. La commissione bicamerale dovrà poi proporre interventi normativi e finanziari strutturali, “anche attraverso una revisione del Piano d'azione straordinario, per far sì che tutta la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio presenti sul territorio nazionale e la predisposizione di percorsi di emancipazione e reinserimento nel mondo del lavoro siano finanziate in modo certo, stabile e costante nel tempo”. Tra gli altri compiti vi è anche quello di monitorare l'attività svolta dai centri antiviolenza operanti sul territorio e “l'effettiva destinazione alle strutture che si occupano della violenza maschile contro le donne” delle risorse stanziate con alcuni provvedimenti. E ancora: proporre soluzioni di carattere legislativo e amministrativo “al fine di realizzare la più adeguata prevenzione e il più efficace contrasto del femminicidio e, più in generale, di ogni forma di violenza maschile contro le donne, nonché di tutelare le vittime delle violenze e gli eventuali minori coinvolti” e valutare iniziative “ai fini della redazione di testi unici in materia, riepilogativi degli assetti normativi dei vari settori di interesse, al fine di migliorare la coerenza e la completezza della regolamentazione”.

I dati davvero drammatici dei femminicidi

La cattiva notizia è che, purtroppo, sono ben 104 le donne che sono state uccise dall'inizio dell'anno in Italia, fino al 20 novembre 2022 (da Guglielmina, soffocata dal marito il 6 gennaio, a Vera, accoltellata a morte dall'ex solo pochi giorni fa). Questo su un totale di 273 omicidi commessi in Italia. Dove si muore di più è proprio in famiglia. Sono 88 i femminicidi avvenuti in ambito affettivo o familiare. Di questi, 52 hanno visto come carnefice il partner o l'ex. I numeri sono quelli del report diffuso dal Viminale alla vigilia del 25 novembre. Delle 104 vittime, 35 avevano più di 64 anni la maggior parte di loro, secondo i dati Eures. Le morti, nello stesso periodo del 2021, sono state 109. Un lieve calo che non cambia i fatti: le donne continuano ad essere uccise nei palazzi della Roma bene o carbonizzate all'interno di auto in provincia. Solo nell'ultima settimana, 14-20 novembre, gli omicidi in Italia sono stati dieci. Sette vittime erano donne, due sono state uccise da partner o ex. La maggior parte di loro è stata uccisa con coltelli, almeno 37 su 104. Altre 23 con armi da fuoco. E poi ci sono i femminicidi a mani nude (24 le donne uccise in questo modo) e da percosse: otto hanno trovato la morte così. Le ultime tre modalità sono in aumento rispetto allo scorso anno. Secondo i dati Istat, nel 2021 le vittime uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono state 139: 39 uomini e 100 donne di cui il 58,8% è vittima di un partner o di un ex. A livello mondiale, secondo l'Onu, ogni ora più di cinque donne e ragazze trovano la morte in famiglia. Vuol dire un femminicidio ogni dodici minuti. Un problema che non riguarda solo l'Italia: sono state 45mila nel mondo le vittime per mano di mariti, fidanzati o altri parenti, come ha riportato il Guardian.  Secondo "Un Women" i numeri sono "allarmanti" ma il dato potrebbe essere ancora più alto. Inoltre, almeno quattro morti su dieci, nel 2021, non sono state conteggiate nei femminicidi per insufficienza di dati. Nonostante anche in Italia le morti avvengano soprattutto all'interno della famiglia, nel Centro Italia oltre una vittima su quattro è stata uccisa nell'ambito della criminalità comune, come riportato da Eures. Ed è a Roma che si registra il maggior numero di vittime nei primi undici mesi del 2022. Otto le donne uccise nella Capitale. Mentre il Nord si conferma l'area geografica più a rischio con 56 morti: il 53,8% delle vittime di femminicidio è nel Settentrione del Paese. Segue il Sud con 30 morti e il Centro con 18, spiega ancora il rapporto Eures che traccia l'identikit degli autori di femminicidi: in oltre nove casi su dieci sono, purtroppo, uomini.